Rolando Caputo

Top Founder Senior

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William Shakespeare diceva: Mi sento sempre felice sai perché? Perché non aspetto niente da nessuno; aspettare sempre fa male. I problemi non sono eterni, hanno sempre una soluzione, l'unica cosa che non ha rimedio é la morte. Non permettere a nessuno di insultarti, umiliarti o abbassare la tua autostima . Le urla sono lo strumento dei codardi, di chi non ragiona. Incontreremo sempre persone che ci considereranno colpevoli dei loro guai, e ognuno riceve ciò che merita. Bisogna essere forti e sollevarsi dalle cadute che ci pone la vita, per ricordarci che dopo il tunnel oscuro e pieno di solitudine, arrivano cose molto buone " Non esiste male che non passi al bene". Per questo godi la vita perché é molto corta, per questo amala, sii felice e sempre sorridi, vivi solo intensamente per te stessa e attraverso te stessa, ricorda: Prima di discutere...Respira Prima di parlare...Ascolta Prima di criticare....Esaminati Prima di scrivere.... Pensa Prima di ferire.... Senti Prima di arrenderti.... Tenta Prima di morire..... VIVI!! La relazione migliore non é quella con una persona perfetta, ma quella nella quale ciascun individuo impara a vivere, con i difetti dell'altro e ammirando le sue qualità. Chi non dà valore a ciò che ha, un giorno si lamenterà per averlo perso e chi fa del male un giorno riceverà ciò che si merita. Se vuoi essere felice, rendi felice qualcuno, se desideri ricevere, dona un poco di te, circondati di brave persone e sii una di quelle. Ricorda, a volte quando meno te lo aspetti ci sarà chi ti farà vivere belle esperienze! Non rovinare mai il tuo presente per un passato che non ha futuro. Una persona forte sa come mantenere in ordine la sua vita. Anche con le lacrime negli occhi, si aggiusta per dire con un sorriso, STO BENE.

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Quadro elettrico in domotica per illuminazione ed irrigazione per un giardino di 2000 mq.. realizzato 2 anni fa...che ne pensate? Scusate ma non ho fatto altre foto del completamento

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Stavo pensando a qualche sera dà, un' aperto dibattito sull'invidia con un mio carissimo amico, che cos'è l'invidia? Non è altro che una forma di autodifesa, e ce ne sono 2 tipi: - L'invidia distruttiva (cattiva) - L'invidia costruttiva ( buona) Psicologia dell’invidia cattiva: “Se io non posso, allora neanche lui/lei!” Dopo esserci confrontati nasce la consapevolezza della nostra mancanza, ed è da questa constatazione che possono scaturire sentimenti negativi verso sé e verso gli altri: senso di inferiorità, inadeguatezza, frustrazione, impotenza, odio e rabbia per la grandezza dell’altro che ci schiaccia. E in questo momento non vediamo più le nostre risorse, le nostre potenzialità, le nostre possibilità, ma si pensa solo a svalutare l’altro per impedire la caduta del proprio valore. Come la volpe che non potendo raggiungere l’uva, dice che è amara. Svalutare ciò che non si può ottenere è una strategia che nasconde i nostri limiti. Alcuni ricercatori hanno evidenziato come chi prova invidia non riesce ad instaurare relazioni positive con gli altri, restando bloccato in sentimenti come il risentimento, l’astio, la vergogna. Alla base vi è un senso di insicurezza che porta ad una scarsa fiducia di sé, ad una bassa autostima e ad una tipologia di locus of control esterno. Psicologia dell’invidia buona: “Se lui/lei può, posso anch’io!” L’invidia viene sempre considerata con accezione negativa, ma a fianco dell’invidia distruttiva, vi è un’invidia costruttiva. L’invidioso ha uno spiccato senso critico e ammirazione verso qualcosa che non è o che non ha. Molte ricerche confermano che le persone invidiose posseggono un notevole spirito di osservazione. Utilizzare questa facoltà per confrontarsi con l’altro e vivere la ricchezza delle differenza riconoscendo i propri desideri, esplorando le proprie possibilità, accettando i propri limiti, può spingere a migliorarsi, invece che sentirsi frustrati e denigrare l’altro. “Se lui/lei sì, perché io no?” diventa così una motivazione all’azione, una sana competizione che ci stimola a raggiungere traguardi sempre più lontani: “Se lui/lei può, posso anch’io!”. L’invidia allora evolve in un input ad andare avanti, ad essere fiduciosi verso se stessi ed assumersi responsabilità, a mettersi in gioco, a crescere.

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