Ora non ci posso pensare, devo lavorare!!!

Ci pensate mai? Quando siamo super produttivi e, come si usa dire, “sul pezzo” e ci sentiamo bene, avete presente quella sensazione?

Ecco, in effetti quella situazione altro non è che una sorta di “pigrizia mentale” o “zona di confort” che rallenta o a volte limita le nostre capacità di pensare a “cosa” e “come” stiamo svolgendo il lavoro.

Questa frase l’ho sentita infinite volte nelle aziende con il classico… “abbiamo sempre fatto così” salvo poi accorgersi, magari con il consulente di turno che vede l’azienda per la prima volta, che molti processi o procedure potrebbero essere modificati, migliorati o addirittura eliminati con conseguenze risparmio di tempo e spesso anche di personale.

Lavorare troppo inoltre ci porta anche ad evitare di vedere ed affrontare le difficoltà in altre sfere della vita, con la conseguenze negativa di un deterioramento dei rapporti affettivi e sociali, la stanchezza e la svogliatezza, l’improduttività crescente fino alla minaccia per la salute mentale.

Inoltre può causare problemi di salute come mal di testa di tipo ipertensivo, insonnia e gastrite.Infine, lavorare troppo può portare all’automatismo, pongo sempre meno attenzione a ciò che faccio, aumentando la possibilità di fare errori o infortunarmi e alla lunga anche alla perdita di significato, cioè non ho più chiaro il mio “perché” più profondo che alimenta la motivazione personale e da un preciso significato alle mie azioni.

Cosa ne pensate?

Iniziano le ferie! …a no… sono appena finite! 

Trovare un equilibrio tra lavoro e vita privata è importante per il benessere di tutti. Passare del tempo di qualità con la propria famiglia può aiuta a ridurre lo stress e a rafforza i legami affettivi.

Inoltre, dedicare del tempo alla propria famiglia può aiutare a mantenere una prospettiva equilibrata sulla vita e ad apprezzare le cose importanti e questo porta anche a una maggiore soddisfazione generale e ad una maggiore motivazione sul lavoro.

E ultimo, ma non in ordine di importanza, mantenere questo equilibrio ci garantisce di non avere “sorprese” a lungo termine, visto che tutti noi cresciamo, le relazioni si evolvono e a volte cambiano, i figli crescono, mamma mia se crescono, e certi momenti non tornano, certi festeggiamenti, certi traguardi, certe età passano per tutti ma solo una volta, quindi viverli “durante il viaggio” ci garantisce di non avere risentimenti o rimorsi per quello che avrei potuto fare e invece non ho fatto, per quello che avrei potuto dire e non ho detto, per il tempo che avrei potuto dedicare ma non ho fatto perché ero impegnato nel lavoro o altro.

Quindi essere “in pace con noi stessi” nel modo in cui gestiamo il nostro tempo ed equilibrio evita molti potenziali sensi di colpa a cui spesso non è possibile

"Indipendenza significa libertà di agire secondo il proprio giudizio e la propria volontà."

L’indipendenza ci consente di prendere decisioni autonome e di assumerci la responsabilità delle nostre azioni.

Inoltre, ci aiuta a sviluppare la nostra autostima e la fiducia in noi stessi, aspetti fondamentali per raggiungere il successo nella vita personale e professionale.

Coltivare, mantenere e rinforzare la nostra indipendenza è fondamentale sia che lavoriamo "da soli" che quando siamo all'interno di "un team" più grande.

Non per niente l'opposto di indipendente è appunto dipendente, termine che spesso viene utilizzato nel mondo del lavoro con accezioni limitanti e riduttive che a volte limitano le potenzialità dell'individuo creando poi, nel tempo, situazioni non sostenibili o che richiedono un cambiamento drastico.

Ricercare la proprio capacità di essere indipendente è fondamentale per esprimere noi stessi senza vincoli esterni o regole preconfezionate.

E voi, cosa ne pensate?