Francesco Vedovetto

Coach Roberto Re Leadership School

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Il giorno stesso in cui tornò a casa senza le gambe, Alex Zanardi volle sfidare suo nipote a nascondino. Prima si infilò nel caminetto. Poi avvicinò due sedie e ci si sdraiò sopra, coprendosi con un plaid. Infine, si mimetizzò dentro il portavivande. La sera, il nipote confidò alla madre: «Da grande voglio guidare una macchina da corsa e non avere le gambe come lo zio». Alex sostiene che, dei tanti complimenti che ha ricevuto, quello rimane per distacco il più bello. Il complimento di un bambino a un uomo che, per rinascere, ha saputo tornare bambino. ♥️ #forzacampione #ForzaAlex

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IL PANE DURO A volte ci avanza un pezzo di pane, dopo aver fatto colazione ed il giorno dopo diciamo: “Questo pane è duro” e spesso è proprio così. Ma, pensandoci bene, e pensando ad una riflessione di un grande psicologo, Wilder Hernadez, oggi vorrei condividere una riflessione con te: “Il pane non è duro: duro, è non avere pane” Sembra una cosa assurda, ma siamo specialisti nel lamentarci e la maggior parte delle volte senza ragione, senza pensarci, per superficialità, per egoismo… Il pane non è duro, duro è non avere pane. Che significa questo? Che il lavoro che fai non è duro: duro è non avere un lavoro. Che avere la macchina rotta, non è duro. Duro, è non avere una macchina. Ed avere la macchina rotta e dover andare a prendere l’autobus a piedi, è duro? No: non è duro. Duro è non aver gambe: duro è non poter camminare. Mangiare riso e sardine non è duro. Duro è non aver nulla da mangiare. Perdere una discussione in famiglia non è duro. Duro (e credimi, questo sì che è duro!) è perdere una persona della tua famiglia. Dire “Ti amo” guardando negli occhi un’altra persona, non è duro. Duro è doverlo dire davanti ad una lapide o una bara, quando ormai sono inutili le parole. Lamentarsi non è duro: duro è non saper essere riconoscenti. Oggi è un buon giorno per ringraziare per la vita, per tutto ciò che abbiamo e per non lasciare che la nostra felicità dipenda da qualcosa o qualcuno. La nostra felicità dipende solo da noi e da quante volte alziamo gli occhi per ringraziare. La vita non è perfetta, però è meravigliosa, quando la viviamo intensamente. Non importa ciò che sto passando in questo momento della mia vita... ringrazio del privilegio di essere vivo oggi. Duro non è condividere questa riflessione con un buon amico; duro è non aver un amico con cui condividerla…

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Un maestro ha portato i palloncini nella sua scuola e ne ha regalato uno ad ogni studente. Poi ha ordinato di scrivere i loro nomi sul suo palloncino, lasciarli sul pavimento e lasciare l'aula. Una volta fuori, disse loro: "Avete 5 minuti affinché ognuno trovi il palloncino che porta il suo nome". Gli alunni sono entrati e cercato, ma sono finiti i 5 minuti e nessuno era riuscito a trovare il suo. Il maestro disse loro ora: "Prendete qualsiasi palloncino e consegnatelo al proprietario del nome che ha segnato". In pochi minuti tutti gli alunni avevano già il loro in mano. Alla fine disse il maestro: " Ragazzi, i palloncini sono come la felicità. Nessuno la troverà cercando solo la sua. Invece, se ognuno si preoccupa di quella dell'altro, trova in fretta quella che gli appartiene ".

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