Maria del Giudice

L' alunna è mia figlia I disegni sono fatti da lei

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Maria del Giudice

Il Maine Coon è una delle più antiche razze naturali del Nord America, tanto da essere considerato generalmente come nativo dello Stato del Maine, di cui è il gatto ufficiale. Il suo nome deriva dal Maine, lo Stato della Nuova Inghilterra in cui veniva avvistato, e da raccoon, orsetto lavatore in inglese, per via della sua coda molto simile a quella di un procione. Molteplici sono le leggende che circondano l'origine di questo particolare gatto. La più diffusa all'inizio del secolo narrava che per le orecchie grandi e pelose e provviste di ciuffi e la coda grossa e inanellata, il Maine Coon fosse il risultato di un incrocio tra una lince e un orsetto lavatore.[1] L'ipotesi, ovviamente assurda, ha comunque contribuito ad alimentare le numerose storie che si tramandano su questa razza. C'è anche chi a tutti i costi ha voluto conferire un'aura regale a questo gatto "rustico", facendolo addirittura discendere da sei gatti d'Angora che la regina Maria Antonietta, durante la rivoluzione francese, avrebbe messo in salvo inviandoli a Wiscasset, nello Stato americano del Maine. Le origini del Maine Coon hanno creato così tantissime leggende e congetture, nessuna delle quali può essere provata. La teoria più probabile, anche se la meno pittoresca, indicherebbe il Maine Coon come il risultato di un incrocio tra gatti a pelo corto e gatti a pelo lungo d'oltremare. Secondo alcuni il Maine Coon avrebbe antenati tra i gatti nordici, i progenitori del gatto delle foreste norvegesi, arrivati in America del Nord nell'anno mille in seguito agli sbarchi dei vichinghi sulle isole di Terranova e nell'odierna Nuova Inghilterra (Vinland); in effetti, il gatto selvatico (Felis silvestris) in Nordamerica non è presente. Secondo altri, invece, l'origine del Maine Coon risalirebbe al periodo della colonizzazione, quando le navi dei coloni provenienti da tutto il mondo attraccavano sulle coste americane del nord-est, portando al seguito dei gatti per far strage di topi. Erano gatti di ogni risma, che i marinai dell'epoca apprezzavano più o meno a seconda della loro maggiore o minore capacità di cacciare topi piuttosto che per la loro maggiore o minore bellezza. È però assai probabile che, fra quei gatti, tutti uguali e tutti diversi, ci fosse anche qualche antenato degli attuali gatti d'America. Non è da escludersi un eventuale contributo genetico delle linci Lynx rufus e Lynx canadensis, vista la somiglianza e la piccola taglia di queste linci. Tuttavia a causa della divergenza tra i genomi di lince e gatto la possibilità di un incrocio è improbabile.[2] La prima segnalazione ufficiale di un Maine Coon risale al 1861, con una menzione da parte della signora Pierce di un gatto bianco e nero chiamato "Captain Jenks of the Horse Marines". In Italia il Maine Coon compare solo nel 1986 su un mensile del settore; da allora la diffusione della razza è in continua espansione e i Maine Coon sono ormai protagonisti di successo nelle esposizioni feline.

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La prima traccia dell'incrocio tra un gatto domestico e di un gatto leopardo si ha nel 1889, quando Harrison Weir, un inglese con la passione per i gatti, la menzionò nel suo libro Our Cats and All About Them.[2] Una seconda notizia dell'incrocio tra il gatto domestico ed il gatto leopardo si ha in un giornale scientifico belga nel 1924 e successivamente nel 1941, quando un editore giapponese stampò un articolo riguardo uno di loro tenuto come animale domestico.[3] I primi tentativi di allevamento si fermarono tutti tra la prima e la seconda generazione. La prima allevatrice a portare avanti la razza è stata Jean Mill. Jean Mill, originaria dell'Iowa, aveva una laurea in psicologia al Pamona College e diversi master in genetica all'Università della California che lavorava attivamente in un programma di conservazione del gatto leopardo.[4] È stata la prima ad incrociare deliberatamente un gatto leopardo con un gatto domestico nero[5], tuttavia la razza non ha mai preso realmente il via fino al 1970 quando Mill decise di riprendere il progetto. Nel 1975 un gruppo dei suoi gatti venne donato alla Loma Linda University, per uno studio genetico da parte di Willard Centerwall.[6] Il dottor Centerwall volle provare a rendere immuni dalla leucemia felina i gatti domestici incrociandoli con un esemplare di gatto leopardo asiatico. Non riuscì nell'intento, ma diede inizio ad una nuova razza, il "bengal", che venne così definita da Bill Enger nel 1974.[7] Incroci sono avvenuti con esemplari di mau egiziano[8], burmese, abissino e ocicat, per rendere questo felino più docile verso l'uomo[9]: i primi esemplari ottenuti avevano infatti un carattere selvatico ed alquanto nervoso. Fu riconosciuto dalla TICA nel 1986.[10] Successivamente venne riconosciuta dalla Governing Council of the Cat Fancy (GCCF) nel 1997[11], dalla FIFe e dalla Australian Cat Federation (ACF) nel 1999[12][13]. Una delle ultime associazioni ad accettare la razza è stata la Cat Fanciers' Association (CFA), che qualificò un esemplare nella categoria degli incroci il 7 Febbraio 2016. La CFA riconosce ed accetta un Bengala solo se questo è di categoria F6 o successiva (quindi sono passate almeno sei generazioni dall'incrocio con il gatto leopardo).[14]

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