Flavio Pettinaro

IL CONIGLIO. La carne di coniglio è ricca di proteine e povera di grassi (che, vicini alla pelle, si possono asportare facilmente) e colesterolo (50 mg per etto), quindi può essere considerata una delle carni dal valore alimentare più elevato. Il suo contenuto in amminoacidi è del tutto simile a quello delle carni bovine, suine, di agnello e di pollo. Buono il contenuto di acidi grassi insaturi (quelli salutari che aiutano a contenere i livelli di colesterolo “cattivo” nel sangue) e quello di sali minerali, in particolare potassio, magnesio e fosforo, quest’ultimo presente in quantità maggiore rispetto ad altre tipologie di carne. La scarsità di sodio rende il coniglio particolarmente indicato per gli individui affetti da ipertensione, e per la sua alta digeribilità è adatto alla dieta di anziani e bambini. Per quanto concerne le vitamine, da notare soprattutto l’elevata presenza di quelle del gruppo B, in particolare B3 (o PP) e B12.

Flavio Pettinaro

LA CODA DI VITELLONE La coda di vitellone si taglia a tocchetti che finiscono per avere un aspetto molto simile a quello dei tocchetti di ossobuco. Per cuocere la coda, basta fare un trito di sedano, cipolla e carota e metterlo a rosolare in una casseruola dai bordi alti con un po’ di olio extravergine di oliva. Nel frattempo, i pezzetti di coda andranno puliti per bene dal grasso e i nervetti in eccesso. A questo punto, quando l’olio sarà ben caldo, la coda può essere messa a cuocere. La rosolatura iniziale scurirà la carne e sigillerà i pori. L’operazione da fare adesso è quella di bagnare con mezzo bicchiere di vino bianco e aspettare che sfumi si lascia andare almeno per un’oretta a fuoco basso. Se lo si vuole, alla fine della cottura (gli ultimi 10/15 minuti) si possono aggiungere della salsa di pomodoro o dei pelati.

Flavio Pettinaro

IL GIRELLO DI VITELLONE Girello o magatello è fra i tagli più pregiati ricavati dalla parte alta ed esterna della coscia del bovino e decisamente magro, fa parte della muscolatura della natica e quindi “lavora” molto, risultando perciò povero di grasso. Una morfologia che ne determina l’utilizzo in cucina. Soprattutto quando si tratta di cotture, che devono essere brevissime o molto lunghe: le vie di mezzo, infatti, darebbero inevitabilmente una carne dura e stopposa.

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