Nicoletta Arcuri

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Il riso è il cereale più contaminato dall’arsenico, sostanza tossica che si trova nel suolo e nell’acqua. Esiste però un trucco per rimuovere la maggior parte dell’arsenico contenuto nel riso.Non è una novità che il riso che comunemente utilizziamo sia in parte tossico a causa dell’arsenico, un elemento naturalmente presente nella terra e nell'acqua ma il cui incremento, nella sua più pericolosa forma inorganica, è legato all’utilizzo di pesticidi e all’inquinamento delle acque. Ricordiamo che l’arsenico è stato classificato come cancerogeno ed è associato alla comparsa di problemi di salute molto gravi. Il riso Basmati contiene livelli più bassi di arsenico rispetto ad altre tipologie di riso Il riso intergrale contiene solitamente più arsenico del riso bianco (a causa del fatto che è presente anche la parte esterna del chicco) Il riso biologico non fa differenza nei livelli il latte di riso contiene livelli di aarsenico che superarno di gran lunga i livelli che sarebbero consentiti nell acqua potabile dolici di riso e crackers contengono livelli superiri di arsenci rispetto a quelli del riso cotto Come eliminare la maggior parte di arsenico dal riso La prima regola fondamentale è quella di cuocere il riso in molta più acqua rispetto a quella che occorrerebbe, evitando dunque che il cereale, durante la cottura, la assorba fino alla fine.Altra cosa fondamentale è mettere in ammollo il riso per fare in modo che l'arsenico presente nel cereale si trasferisca nell’acqua.Ogni volta che dovete preparare del riso preoccupatevi dunque di: Immergerlo in abbondante acqua per una notte intera, poi scolarlo e sciacquarlo accuratamente con acqua fresca Per ogni parte di riso aggiungere 5 parti d’acqua e cuocere fino a che il riso non diventa tenero. Scolare il riso e sciacquarlo nuovamente con acqua calda per togliere anche le ultime tracce dell’acqua di cottura rimasta. Secondo gli esperimenti, infatti, utilizzando la proporzione 1 a 5 tra riso e acqua, solo il 43% dell'arsenico rimane nei chicchi di cereale. Quando poi prima si mette a bagno una notte, nel riso è contenuto solo il 18% dell’arsenico iniziale.

Nicoletta Arcuri

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Questi ortaggi sono davvero poco calorici – circa 25 calorie per 100 grammi – mentre hanno molta fibra, vitamina C (in un etto ce ne sono 25 mg, il che equivale a circa un terzo del fabbisogno di una persona adulta), carotenoidi (i precursori della vitamina A, che ha un’azione antiossidante e protettiva della pelle e delle mucose e stimola l’azione del fegato), vitamina B e sali minerali, tra i quali calcio, fosforo e potassio: mangiando 100 grammi di asparagi si assume circa il 75% della quantità quotidiana necessaria di acido folico, sostanza molto importante per la moltiplicazione delle cellule dell’organismo e per la sintesi di nuove proteine. Gli asparagi sono molto depurativi e diuretici, se non ci sono controindicazioni vale la pena di approfittarne per aiutare e eliminare il ristagno di liquidi nei tessuti e quindi ridurre la cellulite. In generale migliorano le funzioni renali accelerando la diuresi e rimuovendo i sedimenti. Sei soggetto ad attacchi di malumore? Allora gli asparagi fanno al caso tuo: infatti, secondo alcuni studi questi ortaggi avrebbero una funzione antidepressiva, probabilmente legata alla loro azione disintossicante e diuretica. Mangiane con parsimonia solo se tendi a soffrire di disturbi renali, di cistiti e di calcoli renali, perché contengono acido urico che può incrementare l’infezione già in atto.

Nicoletta Arcuri

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Noi non siamo fatti per vivere come viviamo. La vita che conduciamo è qualcosa per la quale la nostra Specie non è programmata, se così si può dire. Di conseguenza, la depressione è una forma di "protezione", come sostiene anche lo Psichiatra Giuseppe Guerriero, che ora lavora in Svezia. E' quindi, un meccanismo che porta la persona a "fermarsi", per recuperare, o per uscire da un certo tipo di ciclo di vita, un certo modo di vivere, non fatti per lui. Solitamente, dopo qualche mese, la depressione svanisce spontaneamente. Purtroppo, però, questo non è sempre attuabile: la persona "sente" di non potersi fermare, perché questo gli provocherebbe problemi non indifferenti (forse si sentirebbe, in qualche modo, "inutile"). Le cure che vengono date, quindi, soprattutto quelle farmacologiche, sono una sorta di "copertura", per permettere alla persona di tornare alla sua vita normale. Una copertura, talvolta (e forse spesso), necessaria, ma sempre una copertura.

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