Maurizio Cavallera
Top Founder Senior
Zzzzzzzzzzz Perché le zanzare succhiano il sangue, cosa se ne fanno? Le zanzare succhiano il sangue per ricavarne proteine e altre sostanze nutritive necessarie al corretto sviluppo delle uova. Solo le zanzare femmina infatti pungono e succhiano il sangue degli esseri umani ma anche quello di altri animali. Diciamo che "l'essere umano" rispetto ad altri tipi di esseri animali è sicuramente un “boccone prelibato” per la zanzara non avendo il corpo ricoperto da una folta peluria e avendo una marea di capillari a portata di “proboscide” grazie alla sua cute meno spessa rispetto a quella di altri animali. Al contrario della zanzara maschio, che si nutre soltanto di sostanze vegetali, la femmina di zanzara è dotata di un apposito apparato boccale, una “proboscide” seghettata (per entrare meglio nei tessuti e lacerarli in modo da far affluire più sangue nella zona), che inserisce, come l’ago di una siringa, nella nostra pelle alla ricerca di un capillare da cui succhiare il sangue. Purtroppo, insieme alla proboscide, la zanzara inietta anche la propria saliva che contiene delle sostanze che hanno una duplice funzione: anestetizzante (per non farci avvertire subito il dolore) e anticoagulante (così da impedire al sangue di coagularsi prima che abbia il tempo di “fare il pieno”). Queste sostanze sono purtroppo la causa del perché le punture di zanzara prudono così tanto, dato che sviluppano una vera e propria reazione allergica nel nostro organismo che determina gonfiore, arrossamento e prurito. Una zanzara femmina è in grado di succhiare una quantità di sangue pari al proprio peso, circa 2-3 milligrammi che gli sono sufficienti allo sviluppo di un intero ciclo di uova.
Maurizio Cavallera
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Presto presto che è quasi mezzanotte.. “Avete presente la favola di Cenerentola, no? È una storia che nelle sue mille varianti circola da sempre in tutto il mondo e che in Europa era molto diffusa già nel Medioevo. Quando Charles Perrault la trascrisse, nel 1697, equivocò ciò che aveva ascoltato: la scarpetta era infatti di vair, cioè di vaio, di scoiattolo, e non di verre, di vetro, che in francese si pronuncia allo stesso modo ma che certo non è facile da usare per ballare. Quando Balzac fece notare la cosa, ormai era troppo tardi e l’improbabile, magica scarpetta di vetro era definitivamente consegnata al nostro immaginario.”
Maurizio Cavallera
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