Maurizio Cavallera

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HOUSTON ABBIAMO UN PROBLEMA!!!! Mezzo secolo fa veniva lanciata Apollo 13, quella che avrebbe dovuto essere la terza missione a sbarcare sulla Luna dopo Apollo 11 e Apollo 12. L'allunaggio tuttavia non fu mai realizzato a causa di un'esplosione nel modulo di comando. L'incidente fece fallire così la missione, tuttavia si rivelò lo stesso di successo perché tutti e tre gli astronauti dell'equipaggio ritornarono sani e salvi a terra.La celebre frase «Houston, we have a problem» (Houston, abbiamo un problema) fu pronunciata proprio durante la missione Apollo 13 anche se in realtà la frase corretta fu «Ok, Houston, we've had a problem here» (Ok, Houston, abbiamo avuto un problema qui) e fu pronunciata dall'astronauta Jack Swigert. La citazione errata è invece una creazione hollywoodiana e deriva dal film del 1995 Apollo 13 diretto da Ron Howard e interpretato da Tom Hanks e Kevin Bacon. Erano le 14,13 (ora locale) dell'11 aprile del 1970 quando dal Kennedy Space Center della Nasa in Florida veniva lanciata l'Apollo 13.Il razzo, 'Saturn V', era composto da un modulo centrale chiamato Odyssey e un modulo lunare chiamato Aquarius, a bordo tre astronauti, il comandante James (Jim) Lovell Jr., il comandante del modulo centrale, il pilota John Swigert Jr. e il pilota del modulo lunare Fred Haise Jr.Dopo 55 ore dal lancio della missione, a 322mila chilometri dalla Terra, uno dei quattro serbatoi di ossigeno del modulo di comando e servizio esplose a causa di una scintilla, è in quella occasione che fu pronunciata la fatidica frase. L'esplosione costrinse i tre astronauti a trasferirsi nel modulo lunare Aquarius. Il lander quindi da mezzo per atterrare sulla Luna diventa nave d'emergenza per il ritorno, anche se predisposto per ospitare due persone per due giorni, ma la necessità lo porta ad avere tre persone per quattro giorni. Durante l'operazione di ritorno verso la Terra si optò per un passaggio attorno alla Luna del modulo in modo da ridurre al minimo lo spreco di energie della navicella.La traiettoria di rientro portò il gruppo alla massima distanza raggiunta da un uomo dalla Terra, 400mila km, ma non senza svariate operazioni di emergenza. Alle 13.07 del 17 aprile 1970 l'Apollo 13 atterrò nelle acque dell'Oceano Pacifico, portando incredibilmente in salvo tutti e tre i membri dell'equipaggio. Da quello che aveva tutti gli aspetti di un fallimento sorse invece un successo, e la frase «Ok, Houston, we've had a problem here» che contraddistinse la più grave situazione nei voli spaziali con equipaggio divenne anche emblema della capacità del programma di affrontare crisi imprevedibili sfruttando le capacità umane.

Maurizio Cavallera

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Il 12 Aprile 1961 Yuri Gagarin diventò il primo uomo della storia a volare nello spazio. Sono passati 59 anni da quel primo passo dell’uomo fuori dall’atmosfera terrestre. Il volo del cosmonauta russo è stato l’inizio di alcune delle più grandi imprese dell’umanità ma cercare un unica ragione per cui quello fu un momento storico è praticamente impossibile. Quando Gagarin riuscì a tornare a Terra dopo il suo volo di 1 ora e 48 minuti a bordo della capsula Vostok 1 dimostrò in modo inequivocabile la superiorità del programma spaziale sovietico su quello americano. Nel 1961 l’URSS fece quindi suo anche il primato di portare un uomo nello spazio, dopo aver realizzato il primo satellite, la prima sonda ad impattare sulla Luna, la prima sonda diretta verso Venere ed aver portato il primo animale nello spazio. Il 12 Aprile è però molto di più del giorno rappresentativo di una sbiadita superiorità tecnologica sovietica. Questa data è stata scelta dalle Nazioni Unite per celebrare la Giornata mondiale dell’uomo nello spazio, una giornata che in tutto il mondo è dedicata ad omaggiare i grandi successi dell’astronautica e per ricordarci come andare nello spazio ha cambiato completamente anche il nostro vivere sulla Terra. E tutto è partito quel 12 Aprile 1961. Yuri Gagarin Yuri Gagarin Yuri Gagarin nacque il 9 Marzo del 1934, figlio di una contadina e di un falegname. Per tutta la vita le sue origini semplici e umili caratterizzarono il suo comportamento. Fu anche per questo suo retaggio che venne scelto per il primo volo nello spazio, preferendolo a German Titov, figlio di insegnanti. Il ruolo di Gagarin non si esaurì affatto dopo che riuscì ad atterrare nella steppa del Kazakistan. Come primo uomo della storia ad aver volato in orbita diventò un’icona per la propaganda, un simbolo del successo e della superiorità dell’uomo sovietico. Fu idolatrato in tutto il territorio dell’URSS, diventando una specie di semi-Dio. Furono erette statue e dichiarate giornate intere di festeggiamenti a lui dedicati. Non fu una cosa che successe solo per merito della propaganda sovietica però. In tutto il mondo Gagarin era, ed è considerato tutt’ora un eroe. E’ stato l’uomo che per primo ha sfidato e superato l’ultima frontiera dell’esplorazione umana: il primo uomo nello spazio. Fu l’uomo che in piena corsa allo spazio, una volta in orbita disse: “Da quassù la Terra è bellissima, senza frontiere ne confini”. Una frase che ancora di più oggi possiamo fare nostra come il messaggio cardine di tutta l’esplorazione umana dello spazio.

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Maurizio Cavallera

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Il primo numero di topolino usciva 71 anni fa! Ne ha fatta di strada da allora quel topo!

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