Marco Falasca

L'ABISSO Non precipito per disperazione: ma perché il vuoto deterge l'anima e la rende pronta all'espiazione d'ogni colpa, anche infima. Amo fissare il baratro della morte, frontiera ultima; lo esploro e come un aratro, scavo solchi nella coscienza fin quando, non più irato, riprendo il controllo dell'esistenza, scevro d'ogni astio e rancore verso l'altrui impudenza. Ma freddo e spietato, più del dolore, per la mia sete di successo, per la fame da vorace predatore. Un predatore che ha sfidato l'abisso, volandoci sopra senza cadere, riuscendo infine a ritrovare se stesso.

Marco Falasca

L'artigiano e l'orologio - Prima parte

2019-07-04 08:00:01

Ancora dicembre. Un altro anno muore nel freddo, sotto un cielo di cristallo ed un sole che illumina ma non scalda. Dicembre, il principio e la fine di tutto. Dicembre, lo zenith ed il nadir di un sistema perfetto, regolato da un orologio sempre puntuale, dai meccanismi sincronizzati. Un orologio...

Marco Falasca

SFORZO DI VIVERE Moscerini preda dei venti, fragili ali spezzate come fuochi ormai spenti, inutili speranze, sfracellate contro rocce possenti. Siamo vermi striscianti in tane buie ed umide. La luce non è ciò che vediamo, ma la realtà delle passioni ruvide. I nostri corpi, grondanti di sudore per la paura, sfumano nei colori della natura; le nostre menti annaspano, come sommerse da neve dura. Bisogna tagliare vane speranze dalle dita, a costo di piangere dolorose gocce ed appassire come rosa sfiorita; bisogna dimenticare il passato, a costo di ucciderlo con velenose frecce, perché alla fine sia ritrovato: il coraggio di vivere. Il coraggio di vivere, incomprensibile leggerezza d'una piuma, dolce crudeltà di una lama, puro ed eterno bagliore di fuoco d'acciaio, non di paglia.

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