Marco Falasca

DIARIO POST ADOLESCENZIALE DI UN SEMINERD (IN REALTA' UNO STUDENTE UNIVERSITARIO) SUL FINIRE DEGLI ANNI '90 La ragazza polacca che ho conosciuto questa mattina, non è venuta all'appuntamento. Credo che ciò sia dovuto al maltempo - il cielo è denso di nubi - che avrà indotto la famiglia presso cui lavora a non scendere in spiaggia. Tuttavia non posso escludere la possibilità che abbia cambiato idea e di conseguenza, mi abbia dato buca. La cosa mi seccherebbe: è sempre fastidioso per un uomo non essere stato così affascinante da convincere una donna appena conosciuta a rivederlo poche ore dopo. Comunque, né il cielo, né il mare, promettono nulla di buono - osservo la spiaggia e noto che in pochi minuti si è svuotata - altrimenti non sarei qui in giardino a scrivere, con ciò rinunciando al nuoto e al footing: un'inerzia forzata che mi snerva, al punto da non riuscire a raccogliere le idee, a mettere insieme i frammenti delle mille cose che vorrei dire, a descrivere le sensazioni e le emozioni che ho provato tornando, in questo posto dopo due anni e perché no, a ripercorrere la mia vita dal 1998 ad oggi. Niente da fare: il mio fisico, privato della dose quotidiana di sport, si irrigidisce in uno sterile quanto fastidioso nervosismo, impedendomi di proseguire. Il tempo fa schifo - quell'aria incerta, di sospensione, che non fa comprendere se pioverà o tornerà il sereno - e questo aumenta la mia frustrazione. Devo interrompere ed andare a correre. Riprenderò stasera o nei prossimi giorni. Circeo, 13.08.1998 ******************** (Quaranta minuti più tardi) Ho corso per una ventina di minuti - di più la mia tendinite, sempre più cronica, non ha consentito - assumendo così la mia dose quotidiana di endorfina, adrenalina, testosterone ed altri ormoni: tutte droghe prodotte dall'organismo a seguito di un allenamento intenso, anche se breve. La scienza ha ormai dimostrato che la secrezione di sostanze ormonali, migliorando l'umore, crea una vera e propria "dipendenza da allenamento" la quale è fisica (nel caso di chi, come me, pratica prevalentemente il body building anche estetica) e psicologica. Bella scoperta, ma già lo sapevo. Scienziati, il vostro cervello è più lento di un bradipo esanime! Se tale scoperta fosse avvenuta venti anni fa, non sarei stato così "pazzo" da sperimentare su di me le dosi massicce di sport che ho assunto finora - sto all'allenamento come un tossico all'eroina - e da bambino, mi sarei rifiutato di entrare in piscina (il nuoto è stato il primo sport che ho praticato ma anche, paradossalmente, quello meno amato e nel quale riesco peggio!), dicendo a mio padre - altro bel "drogato": all'età di 60 anni, durante l'inverno, scia almeno due giorni a settimana e fino a cinque anni fa praticava ginnastica tre volte alla settimana, fregandosene di tutti gli impegni di lavoro - che avrei preferito, piuttosto, il golf, le freccette, gli scacchi e/o altri simili passatempi per smidollati. Ma a sei anni, purtroppo, non si ha la consapevolezza dei rischi della vita. Scherzi a parte, non mi dilungherò oltre sull'argomento "I rischi ed i benefici dell'allenamento ad alta intensità", che già affronto quotidianamente in apposita e più consona sede: i miei appunti di allenamento. E tuttavia, la mia passione infinita per lo sport è un ottimo punto di partenza per ripercorrere i due anni che mi separano dal 1996, perché è una delle poche cose – forse l'unica - che da allora è rimasta immutata. Fra gli innumerevoli (sforzandomi non riuscirei a ricordarli tutti) "eventi negativi" (definirli "drammi" sarebbe pomposo ed enfatico; "disgrazie" è eccessivo, oltre che da piagnone incosciente, che ignora cosa indichi realmente tale termine; "disavventure" sa di romanzo per adolescenti brufolosi e segaioli, di quelli

Marco Falasca

Una insegnamento sempre attuale ! I QUATTRO NEMICI NATURALI DELL'UOMO SECONDO DON JUAN: LA PAURA, LA LUCIDITA', IL POTERE, LA VECCHIAIA DON JUAN: «Quando un uomo comincia a imparare, non sa mai con chiarezza quali sono i suoi obiettivi. Il suo scopo è imperfetto; il suo intento è vago. Spera in una ricompensa che non si concreterà mai, perché non sa nulla delle difficoltà dell'imparare. Comincia lentamente a imparare, dapprima a poco a poco, poi a grandi passi. E presto i suoi pensieri entrano in conflitto. Quello che impara non è mai quello che ha sperato o immaginato, e così incomincia ad aver paura. Imparare non è mai quello che ci si aspetta. Ogni passo dell'imparare è un compito nuovo, e la paura che l'uomo prova comincia a salire implacabilmente, inflessibilmente. Il suo scopo diventa un campo di battaglia. E così si è imbattuto nel primo dei suoi nemici naturali: LA PAURA.... https://www.carloscastaneda.it/Libri-Castaneda/Citazioni-Gli-insegnamenti-di-don-Juan/4-Quattro-Nemici-Naturali.htm

Marco Falasca

La pioggia nel Pineto

2020-01-07 13:55:10

Capolavoro di scrittura di D'Annunzio, capolavoro di recitazione di Caputo

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