Io sono il Joker

scrivere......2.0

22/03/2019, 21:37

Scrivere sul web e redigere articoli da inserire nei diversi blog richiede la capacità di saper parlare a tutti.

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Io sono il Joker

PRIMO LEVI, SE QUESTO È UN UOMO, COINVOLGENTE MA MEDITATA TESTIMONIANZA

22/03/2019, 20:25

I libri li divoro, da sempre.Sono famelico, vorace, insaziabile.Ho bisogno di sentire l’essere umano. Costantemente. Sulla pelle, dentro il sangue, nelle ossa.Ho bisogno del suo percepire, di quel suo fremere, palpitare, sperimentare, è insopprimibile la forza che mi spinge ad andare oltre quella paura che lo distoglie da sé. Per vedere oltre cosa c’è, per scoprire cosa pulsa al di là, sotto i cumuli di un effimero che nasconde e offusca. Ma non è.Leggo, cerco, trovo. Implacabile, inarrestabile.Un libro ha rallentato la mia corsa tanti anni fa. Fino quasi ad arrestarla.Un libro che mi ha bagnato la vista, velandola.Un libro che mi ha stordito la mente, disorientandola.Un libro che mi ha strizzato il cuore, prendendosi i suoi battiti. E disarmonizzandoli.Ho cercato.Tra quelle pagine, in mezzo a quegli spasmi, dentro le macerie umane.Lenta, non più veloce. Velata, disorientata, aritmica.Un senso, ho cercato un senso. Ho cercato una ragione, uno straccio di spiegazione, una logica, ho cercato il senno umano più furiosa dell’Ariosto alla guida del suo Orlando.Non ho trovato.Ho ascoltato, quindi.Tra quei lamenti, nei silenzi trascinati come catene alle caviglie, immerso nell’eco rimbalzante di parete in parete, goccia su goccia. Di pioggia, sudore, lacrime. Voci smorzate, urla sparate, lingue in collisione.Quella spietata torre di babele non permetteva alcuna elevazione. (Mi) Sprofondava nelle viscere dell’inumano.Allora ho aguzzato la vista, ho contato.I numeri, quelli impressi su carni e carni. I numeri delle età sgranate come fagioli buttati in pentoloni, i numeri delle famiglie smembrate e disperse in mezzo alla neve, sotto la pioggia. I numeri degli spari, quelli delle suppliche, i numeri di infantili e vecchie bocche senza denti e delle invocazioni, i numeri delle privazioni e di una qualche assoluzione. Il numero di chi ancora sperava. Di chi non ci credeva più.Una conta infinita, illogica, iniqua. Un calcolo che non aveva soluzione.Sono passato all’olfatto a quel punto. Uno dei miei sensi, almeno uno doveva aiutarmi, doveva guidarmi.Ho annusato quella dimensione. Acida, salata, acre. Bruciata.Cercavo aria e fiati, ho trovato il fumo. L’orchestra ad accompagnare il suo salire al cielo.Cercavo, ascoltavo, osservavo, contavo, annusavo.Non capivo, non sentivo, non percepivo.Non lo trovavo.Voltavo pagine, ricominciavo.Sfogliavo, piegavo, avanzavo, indietreggiavo, mi fermavo, rileggevo, andavo oltre, tornavo all’inizio, saltavo alla fine.Quel libro era maledetto, più crudele del più spietato dei lager ai quali aveva intinto il suo inchiostro.Quel libro aveva stralciato l’essere umano dalle sue pagine.Inutile cercare, annusare, osservare, ascoltare, l’essere umano su quei fogli semplicemente non c’era.Quel libro voleva raccontare, l’unico modo per farlo era riprodurre fedelmente il più feroce atto che si possa porre in essere: spezzare la dignità, inginocchiare l’umanità, sopprimere ogni identità.E chiedere al mondo “Se questo è un uomo”.

Io sono il Joker

FIERI DI ESSERE ITALIANI!

22/03/2019, 12:54

IN QUESTA BANDIERA C’È IL ROSSO DEL FUOCO CHE ARDE IN NOI.di quella nostra passione che ci porta ovunque, oltre ogni frontiera, della creatività che da sempre scolpisce i sensi, tutti e cinque, della Terra intera, della genialità che da millenni spingiamo fino alla follia e oltre di lei, nel sovrumano. E noi in quel rosso vediamo solo il sangue delle vittime di una sfiancata equità sociale che invochiamo e difendiamo solo a colpi di insulti e critiche e accuse e imputazioni. Comodamente sdraiati sul divano di casa nostra.C’È IL BIANCO DELLA PUREZZA DI QUELLA NOSTRA ANIMA.che non ci pensa un solo istante a tuffarsi in mare o tra le fiamme o in mezzo a macerie che ancora piovono dal cielo per tendere una mano, asciugare una lacrima, riaccendere un sorriso, quella nostra Anima che un sorriso lo dona così, perché le va, e le va sempre, e aggiunge sempre un posto a tavola. E noi in quel bianco non vediamo altro che la totale assenza di colori e, con i colori, di valori, quei valori che incolpiamo gli altri, sempre e solo gli altri, di aver lacerato e strappato via, via da noi. Sempre comodamente dal divano di casa nostra.C’È IL VERDE DELLA SPERANZA.che da millenni spingiamo oltre ogni più utopica destinazione e non precipitiamo mai al calore del sole al quale d’indole miriamo, tutti al seguito del grande sogno del Da Vinci. E noi in quel verde vediamo solo i soldi e il marcio della corruzione che attribuiamo meccanicamente a chiunque i soldi li abbia o li gestisca, sempre con insulti e accuse e critiche e imputazioni. Sempre con presunzioni. E sempre dal divano di casa nostra sotto il cui cuscino custodiamo il nostro di denaro.Smettiamola di sbrindellare questa nostra bandiera a strappi e morsi della nostra più disperata e disperante frustrazione, mettiamo un freno a questo nostro infangare i suoi colori con insulti e critiche e lamentele. Con mere presunzioni. Acquistiamo quanta più consapevolezza possiamo, cerchiamo, chiediamo, capiamo. Ma a un certo punto, spegniamo il mondo interconnesso, usciamo di casa ed entriamo nell’Italia. Quella vera. Fieri di essere Italiani.

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