Stefania Raffaelli

Yoga essenziale

2018-07-03 20:16:07

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Stefania Raffaelli

Il Nobile Fallimento, primi passi

2018-07-03 20:14:50

La prima esperienza, quando si intraprende la pratica meditativa, è che l’attenzione scivola fuori dall’oggetto e scorre in un fiume di associazioni. Non siamo in grado di lasciare che l’attenzione riposi sul respiro nemmeno per pochi secondi senza distrarci. Abbiamo indicato all’attenzione un oggetto molto semplice – il respiro – e impartito la semplice direttiva di rimanere concentrato su di esso. Ma dove va la mente? Nel passato, nel futuro, nei nostri sogni, svolazza praticamete ovunque; è un torrente di pensieri sconnessi, ricordi, sensazioni, fantasie; sembra fuori controllo. Tutti gli esercizi di attenzione cominciano con questo fallimento, un Nobile Fallimento, in quanto ci pone in una posizione di vantaggio da cui osservare la natura della mente ordinaria. Quando si nota che l’attenzione è scivolata fuori dall’oggetto, alla mente che osserva si presenta l’opportunità di vedere dove la mente ordinaria si dirige. Diventiamo Testimoni del chiacchierio inconscio che guida il nostro comportamento. Attraverso l’osservazione del flusso dei nostri pensieri, ci accorgiamo di quanto siamo identificati con questi pensieri automatici, primitivi, avidi e impariamo a sconnettere il legame automatico fra il pensiero e l’essere. Con la pratica il Testimone, una sorta si sè che si osserva, da piccolo può diventare grande; esso costituisce il seme della Mente Illuminata e ci consente di tornare alla concentrazione sull’oggetto ogni qualvolta la nostra mente cucciolo, indomata tende a vagheggiare. Scopo della pratica è osservare, conoscere nella quiete, disidentificarci dai nostri pensieri. Lo yoga è l’arresto delle modificazioni della coscienza.

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Stefania Raffaelli

Dai condizionamenti al Sentiero

2018-07-03 20:13:15

di Stefania Raffaelli tratto da "La saggezza dello yoga" La coscienza è dominata da schemi fortemente condizionati di reattività, schemi introiettati in profondità e molto difficili da cambiare una volta costituiti. Nel corso del tempo determinati oggetti ed esperienze presenti nelle nostre vite vengono caricati di ricordi e associazioni, negativi e positivi. Molti di questi sono interamente inconsci e determinano grandemente le nostre reazioni e le nostre azioni. Certe esperienze precoci organizzano la nostra visione della realtà così profondamente da divenire i “fulcri” inconsci della nostra organizzazione interiore. Il risultato è che percepiamo non ciò che c’è, bensì ciò che ci aspettiamo di percepire. La nostra percezione del cosidetto “oggetto mondo” non è affatto oggettiva ma profondamente distorta dal rapporto con esso; la nostra consapevolezza condizionata modifica la realtà oggettiva. Ogni azione derivata da desiderio o avversione lascia un’ impronta subliminale nella mente (samskara). I samskara (semi) sono attivatori subliminali che come piccole tracce, piccoli solchi costituiscono la base per le nostre azioni future. Essi sono potenti motivatori inconsci d’azione che portano a un’inconscia ripetizione di vecchie azioni. I samskara combinati in gruppi vengono chiamati vasana. Il cervello è formato per creare connessioni tra determinati ricordi, emozioni, modi di percepire il mondo e comportamenti che si possono attivare all’occorrenza; il nostro cervello e il sistema nervoso continuano a rinforzare costantemente queste connessioni. “Le cause della sofferenza sono la radice delle azioni; ogni azione deposita nel profondo della mente impressioni latenti, che saranno attivate e vissute…” (Patanjali) Per addestrare la consapevolezza a restare nel presente, è necessario smontare questi schemi inconsci, smettere di considerare gli schemi di comportamento e pensiero come personali, come costitutivi del proprio io. Diventa necessario disidentificarci, rimanere neutrale e obiettivo. La maggior parte delle azioni sono motivate da impressioni latenti e la maggior parte di queste azioni portano a forme di schiavitù (klishta). Esistono tuttavia certi tipi di azione che portano all’attenuazione dell’afflizione (aklishta); sono quelle azioni che acquietano la mente, ci aiutano a familiarizzare con i nostri schemi mentali e permettono di crearne di nuovi che liberano dal condizionamento. Sono azioni yogiche (yoga kriya) che risvegliano il Testimone, il seme della Mente Illuminata. Queste azioni yogiche sono descritte nel Sentiero delle Otto Membra (ashtanga yoga) da Patanjali. Questo sentiero comprende: yama = discipline esterne e pratica etica; niyama = discipline interiori; asana = postura per la meditazione; pranayama = regolazione del respiro; pratyhara = retrazione dei sensi; dharana = concentrazione; dhyana = assorbimento meditativo; samadhi = unione. La pratica dello yoga aiuta in questo processo di riformulazione e rigenerazione delle connessioni mentali inconsce che guidano il nostro comportamento. Non è normale essere schiavi di se stessi!. Attraverso lo yoga si impara ad osservare i pensieri, le associazioni automatiche, ad accettare e smontare i condizionamenti ricevuti.

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