Pasquale Moscaritolo
Aggiornamento sulle terapie covid-19 SVELATE LE RAGIONI PER CUI GLI UOMINI SEMBRANO PIÙ COLPITI Menu SEGUICI facebook twitter instagram linkedin CERCA ACCESSO PRIMO PIANO Scoperto nuovo gene SCOPERTO NUOVO GENE CHE CAUSA DIFETTI DEL METABOLISMO Come creare un’Italia COME CREARE UN’ITALIA PIÙ FORTE POST PANDEMIA DA COVID19? Coronavirus e mezzi pubblici CORONAVIRUS E MEZZI PUBBLICI: INDICAZIONI Verità sui numeri delle morti VERITÀ SUI NUMERI DELLE MORTI COVID-19 IN ITALIA accesso alle cure in oncologia I RISCHI DEL NON ACCESSO ALLE CURE IN ONCOLOGIA Aggiornamento sulle terapie AGGIORNAMENTO SULLE TERAPIE COVID-19 PrecedenteSuccessivo Ricerca Aggiornamento sulle terapie covid-19 SVELATE LE RAGIONI PER CUI GLI UOMINI SEMBRANO PIÙ COLPITI microscopic magnification of coronavirus that causes flu and chronic pneumonia leading to death. 3D rendering da Paolo Guzzonato 2 giorni fa 357Visualizzazioni Almeno 10 diversi composti farmacologici utilizzati in tutte altre patologie, che vanno dalle terapie oncologiche, a quelle reumatologiche, a quelle psichiatriche, sono state testate come potenzialmente efficaci nel prevenire la replicazione del nuovo coronavirus causa della pandemia Covid-19. Questo è quanto emerge da uno studio condotto attraverso un team multidisciplinare composto da diversi scienziati USA e Francesi e pubblicato su una delle più prestigiose riviste Scientifiche. I ricercatori sono partiti dal mappare le proteine umane con cui il virus interagisce all’interno del corpo, quando infetta le cellule e si diffonde replicandosi, cercando poi i composti che potrebbero bloccare questo processo. Il risultato ha mostrato che nelle prove di laboratorio ben 47 composti avevano l’effetto desiderato, ma solo 10 di questi erano farmaci già approvati o studiati per condizioni diverse tali da poter essere riproposti ed utilizzati subito contro COVID-19. Nello studio, che la rivista Nature ha pubblicato giovedì scorso, i diversi farmaci includevano l’antiallergico clemastina, l’antipsicotico aloperidolo e l’antimalarico usato per le patologie reumatiche idrossiclorochina (per la quale si segnala attenzione ai potenziali eventi avversi sul cuore, per l’interferenza con una particolare proteina del tessuto cardiaco). Il team ha anche scoperto una sostanza chimica sperimentale, PB28, 20 volte più potente dell’idrossiclorochina nel colpire il recettore, ma con molto meno affinità per la proteina del cuore. È stato anche scoperto che l’ormone progesterone, tipico ormone femminile (solo una piccola quota viene prodotta anche nell’uomo nelle cellule testicolari del Leydig), agisce contro il virus, il che potrebbe far luce sulle ragioni per cui gli uomini sembrano essere più sensibili al COVID-19 e più spesso soffrono di gravi complicazioni. Un altro composto che ha trovato attività antivirale è stato la plitidepsina, utilizzata nella terapia sperimentale contro il cancro, attualmente in fase di test in Spagna in studi COVID-19. In un briefing con i media il Prof. Krogan dell’Università della California, uno degli autori dello studio, ha affermato che alcuni dei farmaci e composti valutati sarebbero molte volte più potenti dell’atteso remdesivir oramai vicino all’approvazione normativa dopo che i risultati della sperimentazione preliminare hanno dimostrato che il farmaco ha avuto efficacia nell’accelerare le guarigioni dei pazienti studiati. Il team comunque ha affermato che la ricerca continuerà testando i farmaci identificati e con gli stessi metodi approfondirà i meccanismi biologici della malattia.
Pasquale Moscaritolo
I rischi del non accesso alle cure in oncologia PREOCCUPAZIONI IN USA E UK: STIME DI + 40.00 MORTI IN UN ANNO A causa del pericolo legato alla Pandemia COVID-19, gran parte dei pazienti affetti da malattie oncologiche o sospetti di malattia oncologica, non hanno accesso alle cure in oncologia in UK o negli USA, secondo quanto stimato in un primo studio su questa tematica, pubblicato su ResearchGate. I dati elaborati in questo studio valutano che la conseguenza di questo sarà un eccesso di decessi tra i pazienti con cancro e comorbilità multiple in entrambi i paesi durante l’attuale emergenza. Gli autori calcolano che ci saranno 6.270 decessi in eccesso tra i malati di cancro entro un anno da ora in Inghilterra e 33.890 negli Stati Uniti (con una stima in difetto in USA perché applicata solo ai pazienti di età superiore ai 40 anni). Uno dei ricercatori, la Prof. Alvina Lai dell’ University College di Londra afferma che: “La causa sottostante registrata di questi decessi in eccesso può essere il cancro, il COVID-19 o la comorbilità (come l’infarto del miocardio). I nostri dati hanno evidenziato come i malati di cancro con multimorbidità siano un gruppo particolarmente a rischio durante l’attuale pandemia”. Lo studio è stato come prestampa e non è stato sottoposto a peer review. Diversi esperti però hanno sottolineato prudenza su quanto indicato in termine di numeriche dallo studio, a seguito delle sostanziali incertezze legate alle metodiche utilizzate non chiare. Nonostante questo il monito è chiaro che attraverso questo studio si pone il problema di continuare a fare attenzione sull’importanza di una diagnosi precoce, di un appropriato trattamento e di una aderenza terapeutica, fattori chiave per la prevenzione e la cura di patologie complesse e gravi come quelle oncologiche. In caso contrario tutto questo conterà risorse sprecate e vite umane perse. Dovranno cambiare i modelli assistenziali con un coinvolgimento delle nuove tecnologie che possano consentire di compensare il minor accesso agli ospedali, attraverso più efficienti cure territoriali.
Pasquale Moscaritolo