Pasquale Moscaritolo

Apertura chirurgica Menu Nurse24.it CERCASEGUIIL MIO CONTO HOMESPECIALIZZAZIONI AREA CHIRURGICA Apertura chirurgica dello sterno, la sternotomia Pubblicato il 06.04.18 di Giacomo Sebastiano Canova Aggiornato il 04.04.18 Condividi Via EmailCondividi Via FacebookCondividi Via TwitterCondividi Via WhatsAppCommentaMore share Voir la liste SALA OPERATORIA PrecedenteSuccessivo La sternotomia è una pratica chirurgica che consente l’accesso alla cavità mediastinica, permettendo in questo modo una visione e un controllo del campo operatorio completi e garantendo l’accesso chirurgico a tutte le strutture, cavità cardiache e grossi vasi compresi. Procedura di esecuzione di una sternotomia mediana sterno, la sternotomia L’approccio più frequentemente utilizzato per gli interventi sul cuore e sull’arco aortico è rappresentato dalla sternotomia mediana, nella quale l’incisione sternotomica viene praticata attraverso un’incisione longitudinale della cute che parte dal centro della fossetta giugulare e termina appena sotto l’apofisi xifoide dello sterno.Una volta incisa la cute, attraverso l’elettrobisturi vengono sezionati il tessuto sottocutaneo e la fascia presternale, esponendo quindi il periostio e lo sterno. Successivamente, utilizzando una sega oscillante, lo sterno viene diviso longitudinalmente nella parte centrale, in modo da permettere l’inserimento del divaricatore, il quale consente di allargare in modo simmetrico e atraumatico i due capi sternali. Dopo il posizionamento del divaricatore si procede con la divisione del grasso timico e prepericardico, legando o clippando contestualmente i vasi sanguigni e facendo attenzione a non ledere il tronco venoso anonimo. A questo punto il pericardio, una volta esposto adeguatamente, viene aperto anteriormente attraverso un taglio longitudinale, che in basso viene allargato a “T” in corrispondenza della superficie diaframmatica. Infine vengono passati alcuni fili di trazione sui margini pericardici in modo tale da ottenere la migliore esposizione possibile del cuore e dei grandi vasi. La via di accesso sternotomica permette un agevole posizionamento e controllo delle varie cannule utilizzate per la circolazione extracorporea (CEC); in tal modo il cardiochirurgo può operare su ogni parte del cuore per eseguire interventi sugli apparati valvolari o può raggiungere ogni parte della superficie cardiaca per eseguire le anastomosi coronariche negli interventi di bypass aorto-coronarico (BPAC). Attraverso questo approccio è inoltre possibile eseguire interventi sulle arterie polmonari. Attraverso questa via di accesso attualmente vengono eseguiti tutti gli interventi sulla valvola aortica, sulla radice aortica, sull’aorta ascendente, sull’arco aortico e l’intervento di trapianto cardiaco. Anche la chirurgia della mitrale, della tricuspide e il BPAC sono in grandissima parte eseguiti in sternotomia mediana, anche se esistono delle eccezioni in cui questi interventi vengono eseguiti con tecniche mininvasive.

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Una sufficiente illuminazione, che si traduce secondo le normative vigenti in una potenza luminosa di 10.000 lux nell'area limitrofa al campo operatorio e di 100.000 lux per il campo operatorio, è garantita dalle sorgenti di illuminazione standard e dalle cosiddette lampade scialitiche, capaci di non creare ombre e di garantire ai chirurghi e allo strumentista un'ottima visione dello spazio operatorio. Ne sono previste due: una principale e una ausiliaria. Nel corso di ogni intervento chirurgico il paziente dev'essere sempre monitorato dall'équipe anestesiologica attraverso le apparecchiature di monitoraggio e anestesia riunite in un unico complesso integrato. Queste specifiche apparecchiature consentono di rilevare in tempo reale i parametri clinici necessari a una attenta valutazione del paziente e di supportare le sue funzionalità vitali e il processo anestesiologico, a seconda della tecnica anestesiologica impiegata. Devono essere sempre disponibili: un defibrillatore e i farmaci utili per l'anestesia e per le situazioni di emergenza/urgenza. Uno degli strumenti centrali in un intervento chirurgico è rappresentato dal bisturi elettrico (o elettrobisturi). È un dispositivo che genera segnali ad alta frequenza e, grazie alla sua azione di taglio e coagulo, ha lo scopo di ovviare ai problemi connessi con la fuoriuscita di sangue in seguito alla recisione chirurgica dei vasi sanguigni. È di estrema importanza che il microclima all'interno della sala operatoria sia mantenuto entro un determinato range e che il sistema di condizionamento rispetti appieno la normativa al fine di garantire il rispetto delle linee guida internazionali contro le infezioni del sito chirurgico e favorire il lavoro dei professionisti. La temperatura interna invernale e estiva dev'essere compresa tra 20°-24°C con una umidità relativa compresa tra 40-60%. Devono essere assicurati inoltre: ricambi aria/ora (aria esterna senza ricircolo) 15 volumi/h per impianti di nuova realizzazione e di almeno 8v/h per gli impianti esistenti; pressione con gradiente positivo rispetto agli ambienti esterni; filtrazione assoluta con filtri di efficienza non inferiore a 99.97%

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Le sale operatorie La sala operatoria è identificabile come l’ambiente dove viene eseguito l’intervento chirurgico e rappresenta l'asse centrale su cui si innestano l’intera struttura del reparto operatorio e le varie attività connesse. La superficie della sala operatoria dev'essere adeguata alla tipologia delle attività erogate e alla tecnologia impiegata, per esempio per le sale operatorie di nuova realizzazione o ristrutturazione l’American Institute of Architects indica una superficie minima di 37,4 mq. In Italia le dimensioni minime sono di 36 mq, fino a un massimo di 70 mq nelle sale che ospitano attività specialistiche che impongono la presenza di apparecchiature molto ingombranti e di équipe particolarmente numerose. Nelle camere operatorie può essere ritenuta fondamentale la presenza dei seguenti elementi: Tavolo operatorio tecnologicamente adeguato alle diverse tipologie di procedure chirurgiche completo di accessori Apparecchio per anestesia a circuito chiuso (completo anche di sistema di ventilazione manuale) con possibilità di collegamento di circuiti unidirezionali adeguati per tutte le specialità. L’apparecchio per anestesia è dotato di un sistema di evacuazione dei gas. Nel caso della chirurgia in età pediatrica l’apparecchio di anestesia consente un sistema di umidificazione riscaldato e dettagli ad alta precisione. Monitor ambientale fisso per il monitoraggio dei gas anestetici Monitor per la rilevazione dei parametri vitali in grado di analizzare i parametri principali dei pazienti, dall'Ecg alla capnometria, dalla pressione invasiva e non invasiva, alla saturimetria e pletismografia Elettrobisturi Qualora vengano attuati interventi di chirurgia mini-invasiva con tecnica laparoscopica è presente una colonna di video laparoscopia completa di: monitor, insufflatore, fonte luce, telecamera e centralina della telecamera e un adeguato numero di ottiche. Tale colonna è collocata in opportuno carrello dotato di trasformatore di isolamento o alternativamente su un adeguato sistema pensile. Aspiratori chirurgici con doppio funzionamento elettrico e vuoto centralizzato, per l'aspirazione dei fluidi in corso di intervento. Lampade scialitiche Defibrillatore Diafanoscopio a parete e/o sistema di lettura immagini digitali; Carrelli dedicati per le attrezzature Carrelli servitori sui quali sono sistemati in totale sterilità il set di ferri chirurgici e le altre attrezzature utilizzate dall'équipe chirurgica in corso di intervento. Tutti gli elementi devono essere disposti in modo da occupare il minor spazio possibile, in maniera da garantire uno spazio di manovra sufficientemente grande da poter consentire i movimenti in sicurezza dell'équipe operatoria con i relativi strumenti e conseguentemente di ridurre al minimo le possibilità di contaminazione batterica. L'attività chirurgica si svolge intorno al letto operatorio, sul quale viene posizionato il paziente a seconda della sede di intervento. Il letto operatorio dev'essere dotato di sistemi con controllo a distanza che consentano di modificare la posizione dell'operando in maniera da garantire un'efficace esposizione delle sedi anatomiche in relazione alle necessità di chirurghi e anestesisti, senza mai trascurare il comfort del paziente. Una sufficiente illuminazione, che si traduce secondo le normative vigenti in una potenza luminosa di 10.000 lux nell'area limitrofa al campo operatorio e di 100.000 lux per il campo operatorio, è garantita dalle sorgenti di illuminazione standard e dalle cosiddette lampade scialitiche, capaci di non creare ombre e di garantire ai chirurghi e allo strumentista un'ottima visione dello spazio operatorio. Ne sono previste due: una principale e una ausiliaria. Nel corso di ogni intervento chirurgico il paziente dev'essere sempre monitorato dall'équipe anestesiologica attraverso le apparecchiature di monitoraggio e anestesia riunite in un unico complesso integrato.

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