Pasquale Moscaritolo

Rischio infettivo e di ritenzione di materiale estraneo Le infezioni ospedaliere sono purtroppo un tema sempre attuale e rappresentano una piaga per il sistema sanitario; sia perché prolungano statisticamente il periodo di degenza medio del paziente nelle strutture ospedaliere, sia perché il loro trattamento produce un incremento notevole dei costi. È scientificamente provato come lo sviluppo delle infezioni nosocomiali sia strettamente legato all'attività chirurgica. In Italia, ma anche in altri Paesi della Comunità Europea, si è ancora legati a pratiche di prevenzione obsolete; ne sono un esempio banale la terapia antibiotica protratta, la tricotomia preoperatoria e l'utilizzo dei disinfettati a base di iodio al posto dell'ormai consolidata Clorexidina. Le stesse tecniche chirurgiche sono in grado di ridurre la percentuale di infezioni post-operatorie, basterebbe confrontare i dati tra gli interventi in laparoscopia e quelli in open. Purtroppo i protocolli di grossa parte delle aziende sanitarie nazionali non sono aggiornati alle moderne linee guida Oms e fino a quando continueremo a seguire le stesse strategie di prevenzione di 20-30 anni fa non possiamo di certo aspettarci un miglioramento dei trend riguardanti il rischio infettivo. Uno dei rischi più temuti per l'équipe operatoria è da sempre quello di dimenticare, per negligenza degli operatori, un presidio all'interno del sito chirurgico. Per quanto possa sembrare assurdo è un avvenimento che potrebbe presentarsi in assenza di una panoramica attenta dei materiali. È bene ricordare che un sito chirurgico durante una emorragia importante può nascondere di tutto, da un tampone ad un ago sfuggito in corso di sutura. L'introduzione delle checklist operatorie ha stabilito dei percorsi di crescita in termini di riduzione degli errori in sala operatoria e la formalizzazione della conta delle garze, dello strumentario, degli aghi, dei taglienti e degli altri dispositivi utili all'intervento, ha sicuramente ridotto il numero di errori da ritenzione di materiale estraneo del sito chirurgico. La conta del materiale è obbligatoria e dev'essere registrata e sottoscritta su apposita scheda sia dall'infermiere strumentista che ne è responsabile in prima persona, sia dall'infermiere di sala, che provvede al conteggio coadiuvato, talvolta, dall’Oss.

Pasquale Moscaritolo

Rischi da malposizionamento e scorretta preparazione preoperatoria La preparazione preoperatoria dell'utente è uno dei primi step del percorso clinico-terapeutico. I rischi legati a questa fase sono molteplici e differenti a seconda dell'intervento chirurgico in programma. Un errore di preparazione del paziente può condurre ad una sospensione o posticipazione dell'intervento, ad uno scombussolamento della lista operatoria o, ancor peggio, a complicanze intra-operatorie e nel corso di anestesia. Basti pensare a cosa potrebbe accadere se un paziente da sottoporre ad un intervento di chirurgia gastrica non rispettasse il digiuno o se il paziente della cardiochirurgia non abbia gestito la terapia anticoagulante secondo i protocolli. Gli esempi sarebbero innumerevoli e tutti concordi sull'importanza di una corretta e protocollata preparazione all'intervento, che vede l'infermiere come figura protagonista, sia dal punto di vista puramente clinico che educativo. Il posizionamento del paziente sul letto operatorio nasconde dei pericoli. Il primo è legato alla mancanza di prevenzione dalle lesioni da compressione o stiramento; il primo operatore e l'anestesista hanno la facoltà di decidere quale sia il posizionamento ottimale, l'infermiere ha invece la responsabilità di prevenire, con le dovute misure, le lesioni legate al posizionamento stesso. La prevenzione da lesioni per errato posizionamento è legata sia a fattori intrinseci al paziente (età, peso, lesioni preesistenti, stato nutritivo, patologie favorenti), sia a condizioni legate all'efficacia dei presidi preventivi e alle tecniche di posizionamento. I danni al paziente per imprudenza o imperizia sul posizionamento ottimale possono provocare comorbilità e un allungamento del percorso clinico; aspetti che si traducono in una riduzione della qualità di vita dell'utente e in un aumento della spesa economica aziendale. Il secondo rischio da malposizionamento è rappresentato da una insufficiente esposizione del sito chirurgico. Il problema si traduce in difficoltà per il chirurgo nell'esecuzione corretta dell'intervento, complicazioni che si riversano anch'esse sulla salute del paziente. In sintesi le procedure di posizionamento devono assicurare: sicurezza dal punto di vista statico ottimale esposizione del sito chirurgico prevenzione da lesioni comfort

Pasquale Moscaritolo

Operare il giusto paziente ed il sito corretto Florence Nightingale Non è la prima volta che dai quotidiani si viene a conoscenza di pazienti operati nel sito chirurgico sbagliato o di pazienti sottoposti ad intervento per una patologia inesistente. Catastrofe. Incompetenza totale da parte dell'équipe operatoria. Atto ingiustificabile. È questo quello che viene giustamente da pensare. Sarebbe però opportuno pensare che possa essere frutto di un clamoroso scambio di informazioni o di un ambiente carico di tensione che ha permesso un simile, tragico errore. In sala operatoria non c'è niente di scontato, proprio niente. È la motivazione per cui nelle checklist operatorie è presente una casella da barrare: la sede d'intervento è stata confermata. Potrebbe sembrare un'ovvietà, ma in condizioni di emergenza-urgenza identificare il sito corretto ed il giusto paziente possono rivelarsi realmente un rischio, fortemente legato alla buona comunicazione. Tutta l'équipe ha il compito di verificare questo aspetto e successivamente registrarlo. Per farlo oltre alla verifica del consenso informato e del resto della documentazione sanitaria, è utile, ove possibile, riformulare chiaramente la domanda al paziente, se collaborante e cosciente, prima di posizionarlo sul letto operatorio, onde evitare errori. Le procedure di identificazione devono in ogni caso seguire un protocollo aziendale scritto e ben noto a tutti i componenti dell'équipe

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