LA BOTTEGA DELLE FATE
PESCA E BISCO. La prima volta che si videro avevano più o meno 5 anni, Pesca aveva un faccino roseo , paffuto e con le lunghe trecce castane, Bisco era un chiodo e i suoi capelli lisci, lunghi e neri lo rendevano ancor più secco. Non fu un incontro idilliaco, fra le mura dell'asilo, poi in quelle delle elementari e, successivamente, in quelle delle medie i loro scontri accesi erano noti a tutti, ogni volta che si trovavano vicini, per una ragione o l'altra finivano per punzecchiarsi allo stremo, ma dietro a quei battibecchi continui lo sguardo di uno vigilava sul benessere dell'altro. È sempre stato un rapporto contrastante, grosse risate, ripicche, gelosie, ma bastava uno sguardo per intendersi, purtroppo erano orgogliosi come dei muli, per cui nessuno dei due cedeva ed era questo il motivo di tante incomprensioni. Arrivò il tempo delle superiori e per la prima volta dopo tanti anni, non avrebbero più condiviso la stessa aula, gli stessi compagni, addirittura la stessa scuola. Fino a quel momento non si resero conto di quanto fossero complementari, di quanto uno avesse bisogno dell'altro. Per quanto fosse difficile, impararono a vivere senza la quotidiana presenza, ma non mancavano mai di informarsi, fino a quel giorno.. Bisco, per una strana sensazione si trovò a passare davanti la scuola di Pesca mentre i ragazzi uscivano da scuola, la vide, ma non sembrava felice.. Guardò meglio e vide che due ragazzi la stavano deridendo e a loro si aggiunse un gruppetto di ragazze che iniziarono a strattonarle lo zaino. Pesca andava avanti con lo sguardo basso e ferito, questo per Bisco non era tollerabile e si precipitò immediatamente verso la sua amica del cuore, le fece da scudo e la difese a spada tratta. La sua reazione fece impallidire quei bulletti che arrancando scuse se ne andarono. "Nessuno potrà farti del male, non glielo permetterò" disse Bisco mentre Pesca piangendo sfogava tutta la sua rabbia, "Io ti proteggerò sempre, fanno così i veri amici!!". La ragazza abbracciò di slancio colui che conosceva così bene e che da sempre era stato il suo "terribile" angelo custode. DEDICO QUESTA STORIA A TUTTI VOI, IN OCCASIONE DELLA GIORNATA MONDIALE DELL' AMICIZIA.
LA BOTTEGA DELLE FATE
GIOACCHINO E LA PANZA NELLA. Nel paese di Sancho Panza, viveva sua nipote Panza Nella, aggraziata ma non di rara bellezza, per dirla tutta la sua beltà era rustica, ma siccome erano tutti di bocca buona in quel luogo, non le mancavano i pretendenti. Cetri Olo, il falegname ogni giorno le modellava una piccola statuina e Pumma Rol, il fioraio rilanciava con piccole coroncine per abbellire i capelli. Panza Nella era lusingata da tutte quelle attenzioni, ma nessuno le interessava al punto di concedere la sua mano, non fino al giorno in cui Gioacchino fece capolino alle porte del paese, era un giovanotto assai bello ed aveva un sorriso cordiale. La ragazza ne fu ammaliata e fece di tutto per farsi notare, tentò di far la ruota e la verticale, si agghindo' come meglio poteva, ma sembrava proprio trasparente per l'aitante Gioacchino. Un'idea le baleno' per la testa dato che nonna le insegnò che gli uomini si prendono per la gola, quindi preparo' per il suo amato un piatto appetitoso composto da pane e verdure dell'orto, sperando fosse affamato quanto lei innamorata. Da buona nuova vicina, portò il piatto di benvenuto a Gioacchino e rimase a guardarlo sognante fino a che non fini' l'ultimo boccone, il giovane rimase in silenzio aumentando l'ansia di Panza Nella, ma dopo pochi secondi disse:" Hanno provato a cucinarmi piatti elaborati e di gran classe, ma questo è un piatto sincero e genuino, fatto con il cuore da chi ama le cose buone di una volta, hai voglia di prepararlo ancora?". Da quel giorno Gioacchino e Panza Nella diventarono inseparabili, genuini e contenti!!! PANZANELLA CONTADINA CON PANE RAFFERMO AMMOLLATO, POMODORINI E CETRIOLI DELL'ORTO, CIPOLLA, BASILICO E MENTA FRESCA.
LA BOTTEGA DELLE FATE