LA BOTTEGA DELLE FATE
GIOIA. Gioia non si faceva vedere molto spesso dalle mie parti, era una bella ragazza mora con la pelle color cioccolato, era dolce e sapeva di buono. Chiunque la vedesse almeno una sola volta, la voleva con sé tutta la vita, ma lei non era per tutti, anzi, quasi per nessuno. Giocava a nascondino per la strada, a ce l'hai con qualche bambino, ma poi scappava via magari per non tornare più. Gioia ti avvolgeva con il suo abbraccio, ti inebriava come un bicchiere di buon vino rosso, era di compagnia e regalava sorrisi, per poi far versare lacrime quando se ne andava. Un giorno conobbe Tristezza e ne ebbe paura, la guardò fissa negli occhi ed affranta lì abbassò, incontrò Dolore e ne rimase colpita era così profondo, ma aveva parole gentili nonostante la sua aria cupa. La videro correre nei prati alla ricerca di farfalle, la incontrarono ai piedi dell'arcobaleno e abbraccio' sempre tutti con un tenero sorriso. Gioia uscì dalla mia vita in punta di piedi, ma equivalse allo sbattere di una porta durante la tempesta. Io la aspetto, con la fronte attaccata alla finestra, chissà se un giorno tornerà...
LA BOTTEGA DELLE FATE
IL RAGÙ DEL PRIORE. Fra' Macinato andava di corsa per le vie del Terziere, era giorno di Palio, le dame, gli arcieri ed i giullari stavano preparandosi per la sfilata e lui, che era addetto alle cucine della taverna era in completa agitazione. "Dov'è il Priore???" disse trafelato entrando nelle segrete del Castello, bisogna preparare il ragù!!!". Fra' Cipolla lo guardò e si mise in apprensione, era proprio il Priore che custodiva la ricetta e a nessuno era stata consegnata, "Avete controllato nelle cantine? Ci vuole il buon vino per completare l'opera" grido' dall'oratorio Frate Alloro. Tutti si guardarono ed ognuno scelse una direzione nella quale cercarlo, senza di lui nulla poteva essere cucinato. Le ricerche risultarono vane e lo sconforto si impadroni' dei fratelli che rimasero in braghe di tela, ma quando tutto sembrava perduto, un'idea balzò nella testa di Frate Rosmarino :"Bene fratelli, ci arrangeremo, sappiamo che la ricetta originale non possiamo adoperarla, ma da molti anni osserviamo il Priore nella preparazione, faremo del nostro meglio!!". Così presero un grosso pentolone ed aggiunsero tutti gli aromi, una bella manciata di ciccia Trita, vino rosso a sfumare e pregarono fino a quando il ragù non fu completato. Il profumo sollevò a tutti il morale, quanto meno la cena del Palio era salva ed anche se quello era solo una imitazione, quanto meno ci avevano provato. Il successo fra i commensali del Castello fu' grande e quando tutto fu finito rimase solo un dubbio... Ma il Priore dove è finito? Per caso qualcuno di voi lo ha visto? ORECCHIETTE COTTE A CRUDO NEL SUGO "ARRANGIATO" DEL PRIORE, CON AGGIUNTA DI POMODORINI CONFIT E PIOGGIA DI TARALLI SBRICIOLATI.
LA BOTTEGA DELLE FATE