eustachio SANTERAMO
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La parola del giorno è Amen — Parole semitiche [à-men] SIGN Parola che, pronunciata alla fine di molte preghiere, significa ‘così sia’, come sostantivo può voler dire ‘attimo, momento, fine, termine’. Spesso usata per terminare un discorso in modo netto parola derivata dall'avverbio ebraico [āmēn], 'in verità, certamente'. …et in saecula saeculorum amen. Non stiamo tanto a girarci intorno, prendiamo due valigie e amen. A che punto state con il progetto? Non ti preoccupare, siamo all'amen. Una parola semplice, che apprendiamo sin da piccoli, che si vada ad imparare il catechismo, o in moschea o in sinagoga. Già, perché amen è una formula comune alle tre grandi fedi monoteiste. «Amen, amen dico vobis…» è una frase che risulta più familiare come «In verità, in verità vi dico…». Questa formula ricorrente nei Vangeli, frequentemente pronunciata da Gesù, è un’espressione che nel IV secolo San Girolamo, nella sua Vulgata (celebre traduzione in latino della Bibbia), mantiene invariata. Essendo detta alla fine di una preghiera, ha assunto una connotazione conclusiva ed è spesso associata alla fine di un’azione, magari lunga e logorante come un progetto professionale che ha impiegato mesi a prendere forma, o quando in comitiva si deve decidere dove passare il Capodanno: non vi va di fare un mordi e fuggi in una capitale europea? In montagna? Ma io mica so sciare! Ok, dai, allora facciamo il veglione da Francesca e amen. Amen è usato ironicamente per sottolineare come qualcuno si stia prendendo troppo sul serio: ve l’ho detto che il tiramisù come lo faccio io è la ricetta più fedele alla tradizione! Eh sì, amen. Ma non solo. Amen significa anche far le cose in quattro e quattr'otto: mammamia, devo ancora decidere il menu per la cena di domani, fare la spesa e pulire casa! Non ti preoccupare, dai, se lo facciamo insieme finiamo in un amen! La versione di latino era durissima. Dici? Io l’ho trovata facile, l’ho finita in un amen. È una parola che ha fatto un viaggio lungo migliaia di anni senza mai cambiare, partita dalle secche sponde del fiume Giordano, rimbalzata sui monti ellenici, rieccheggiata a Roma, passata per La Mecca, ripetuta milioni e milioni di volte da miliardi di bocche, tutte diverse, cristiane, ebree, musulmane, ma tutte accomunate da una cosa: la speranza.
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