Diego Di Zio
CORONAVIRUS L’allarme arriva da un articolo del Financial Times, che scrive come, a motivo delle requisizioni da parte del governo di tutte le strutture sanitarie disponibili nella regone di Wuhan, per gli altri malati non ci sia nessun tipo di cura. CORONAVIRUS, PER SAPERNE DI PIÙ “Le autorità cinesi hanno iniziato la requisizione di emergenza di ospedali privati, hotel, appartamenti, automobili e persino maschere per il viso poiché il crescente numero di pazienti affetti da coronavirus nel paese minaccia di sopraffare le strutture del governo locale-scrive il giornale inglese-. Ma le misure, in particolare la requisizione di ospedali, hanno lasciato alcune persone con altre malattie potenzialmente letali senza cure, creando quello che un parente di un malato di cancro affetto da convulsioni ha descritto come un disastro umanitario”. Il Consiglio di Stato ha annunciato lunedì che le contee e i governi delle città potrebbero requisire altri hotel per fornire alloggio al personale medico. “Wuhan -dicono dal governo di Pechino- ha bisogno di requisire gli hotel per la quarantena dei pazienti e i taxi per trasportare il personale medico, è una misura di emergenza, la situazione è molto grave”. Una gravità che ha fatto sì che ai malati di cancro venissero sospese le cure o, anche solo, le somministrazioni di antidolorifici.
Diego Di Zio
Ad ognuno di noi capita di affrontare situazioni difficili, a volte con la sensazione, nonostante tutti gli sforzi messi in campo, che non ci sia via d’uscita. Sensazione spesso suffragata anche dai pareri, dalle opinioni e dai giudizi di chi ci circonda, con il risultato di creare la gabbia perfetta per fare in modo che, quelle situazioni, non abbiano veramente via d’uscita. Ti è mai capitato qualcosa del genere? Personalmente però ho imparato che, in ognuno di questi casi, la stragrande maggioranza delle volte il problema è solo che guardiamo nel posto sbagliato. E questo fa in modo che siamo noi stessi, senza saperlo, a chiudere i circuiti neurali ed emozionali dell’intuizione. A chiudere vie, a chiudere possibilità, contribuendo quindi su vari livelli e in modo sostanziale a creare quella realtà di impossibilità. Come sempre siamo noi stessi la causa di noi stessi. Mi ha fatto tornare in mente questo concetto una notizia che ho letto pochi giorni fa. Riguarda la piccola Tafida, una bimba di 5 anni colpita da aneurisma cerebrale. Al Royal London Hospital era stata sottoposta ad un intervento dopo il quale era stata giudicata incurabile. La famiglia però ha chiesto e ottenuto il trasferimento in Italia, in particolare all’Ospedale Gaslini di Genova, dove la prognosi dei medici inglesi si è rivelata errata (ogni tanto qualcosa di buono lo facciamo anche noi italiani, visto?). A quel punto la piccola è stata sottoposta ad un nuovo intervento, stavolta riuscito, iniziando poi a migliorare talmente tanto che, dopo due mesi di degenza, è stata dimessa dal reparto rianimazione e trasferita in una nuova struttura per affrontare la riabilitazione. Questa storia bellissima mi fa pensare ad una domanda che personalmente mi pongo ogni volta che mi ritrovo ad affrontare situazioni che sembrano di difficile risoluzione: “Cosa c’è che devo vedere e che ancora non sto vedendo?” Per mezzo di questa semplice domanda è come se dessi al mio sistema il comando ‘cerca’, piuttosto che premere il tasto di spegnimento. Sì, molto spesso sbagliamo la nostra diagnosi, semplicemente guardando nel posto sbagliato. È proprio così: che ci piaccia o no, come ha scritto Giordano Bruno, siamo noi la causa di noi stessi. So che in alcuni casi è un’idea che può sembrare estrema, ma questo è tutto un altro discorso. Il concetto che vorrei passarti ora è questo: prima di dire che qualcosa è ‘impossibile'... ricordati sempre che c’è un modo diverso di vedere le cose. Buona settimana quantici. Italo "C'è un modo diverso di vedere le cose
Diego Di Zio