Diego Di Zio
Una risposta di Serena Williams, pluricampionessa mondiale di Tennis, a una domanda fattale da un giornalista, mi ha fatto tornare in mente che in ognuno di noi c’è una risorsa molto utile. Non sempre ricordi di averla, eppure ce l’hai anche tu. Ma partiamo da un presupposto: ognuno di noi si ritrova ad affrontare diverse situazioni di vita, che possono andare dalla sfera personale, a quella professionale, fino a quella relazionale. A volte queste situazioni possono rischiare di spostarci dal nostro centro: problemi, stress, visioni non comuni, pressioni varie che possono portare a demotivazione, calo di energia, di lucidità e di consapevolezza delle tue possibilità. Ti è mai capitato? Sto affrontando una situazione stressante, devo risolvere una quantità di problemi, sembra che il resto intorno a me remi contro, sento pressione, perdo centratura e così via dicendo, sono tutte affermazioni sintomatiche del fatto che da lì a poco, molto probabilmente, mollerai. Eppure il concetto che mi è tornato in mente è quello della resilienza. In ingegneria è un termine che indica la capacità di un materiale di assorbire un urto senza rompersi, ma è un concetto adottato anche dalla Psicologia che la definisce come la capacità di fare fronte in modo positivo alle circostanze che si presentano. Non si tratta però di ‘pensare positivo’, tanto che il concetto è stato approfondito anche dalla Neurobiologia: è stata individuata un’area del cervello, il CEN (Central Executive Network), che determina proprio la nostra risposta fisica e fisiologica agli eventi a livello neurale. È come se fosse un chip installato dentro ognuno di noi che contiene informazioni sulle istruzioni di reazione. Quello che è stato scoperto, in poche parole, è che anche a livello neurologico non esistono eventi intrinsecamente stressanti, sei tu che, inconsapevolmente, decidi di viverli in modo stressante. Non esistono problemi, esistono situazioni che tu etichetti e affronti come fossero montagne a volte invalicabili (tanto che così facendo lo diventano davvero). Non sono i fattori esterni a determinare la tua centratura, lucidità e capacità realizzativa, ma sei tu attraverso la tua risposta - o se preferisci il settaggio di questa area cerebrale - a subire o meno i condizionamenti, a lasciarti portare via energia o non permetterlo. È un’area che si può addestrare, visto che il cervello è dotato di neuroplasticità. Come? Nello stesso modo in cui è stata settata: ci vuole attenzione, capacità di lavoro su se stessi e gli strumenti giusti per ricondizionare quella che è una risposta automatica. Cambiare la risposta è possibile con gli strumenti del Cervello Quantico. Intanto puoi comunque cambiare il punto di percezione, aumentando la consapevolezza di quello che affronti ogni giorno e di come funzioni. La risposta che mi ha fatto tornare in mente questo concetto, come ti dicevo, l’ha data qualche anno fa Serena Williams a un giornalista che prima di una finale importante le chiese: “Ma tu non senti la pressione?”. “Certo che la sento” rispose risoluta la Williams, “ma la pressione è un privilegio, mi fa capire di essere in gioco, che posso fare la differenza, mi fa capire che ho la possibilità di realizzare qualcosa di straordinario!”. Dal punto di vista quantico, è come se tra i due elettroni in entanglement, tu sceglessi di essere quello che reagisce passivamente allo stimolo o quello che gira e che fa reagire tutto intorno a sé. Tutto dipende da che parte ti metti. Buona resilienza. Italo P.S. Scopri come prendere il controllo: "La tua Mente può Tutto" - Ed. Mondadori - clicca qui "C'è un modo diverso di vedere le cose." Italo Pentimalli
Diego Di Zio
Per mamma e papa.. Chissà se li potrai vedere da la so pà! 😢
Diego Di Zio