Diego Di Zio
Diego Di Zio
Lo sai che il sangue che circola nel tuo corpo è sempre lo stesso? Sebbene questa possa apparire per te una cosa scontata in realtà non lo è (o almeno non è stato sempre così). Ma che c’entra tutto questo con Einstein? E cosa con te? Forse neanche riusciresti ad immaginarlo ora. Eppure fra qualche anno potrebbe farti pensare “sarebbe stato meglio saperlo prima”. Permettimi solo di fare una piccola premessa: ti sarà di aiuto per comprendere meglio come tutto questo sia fondamentale per qualsiasi sfida tu stia cercando di superare o obiettivo tu stia cercando di raggiungere. Nel 1628 il medico inglese William Harvey fece una serie di scoperte (come ad esempio quella della funzione delle valvole cardiache) ma il suo nome è rimasto nella storia come colui che scoprì la circolazione del sangue. All’epoca era un pensiero inaccettabile: "affermare che il sangue circola… pretendere che sia sempre lo stesso… è un’assurdità! Come potrebbe vivere un corpo umano se il sangue, già così sfruttato, venisse davvero pompato continuamente?". Mettiti nei panni di una persona dell’epoca, era un vero e proprio cambio di paradigma che contrastava tutte le idee dominanti (e in un certo senso, se ci pensi, anche la logica). La sua geniale scoperta fu avversata dai suoi oppositori i quali derisero Harvey e i seguaci della sua teoria prendendoli in giro con l’epiteto di circolatori. Prova ad immaginare la scena. Harvey visse fino alla più tarda età con addosso l’etichetta di pazzo. Solo alla fine qualcuno cominciò a prendere sul serio la sua opera di scienziato sulla quale, oggi, si basa la conoscenza medica moderna. Ed Einstein? E tu? Te ne parlo perché agli inizi del ‘900, quando la meccanica quantistica si affacciò sulla scena, c’era qualcosa di sconvolgente che i fisici stavano osservando e che in pochi riuscivano ad accettare: la luce aveva nello stesso tempo due nature, una probabilistica (forma d’onda) e una materialistica. E, cosa ancora più importante, chi provocava uno switch fra queste due nature era la presenza dell’osservatore. Come poteva essere una cosa del genere? Come poteva la stessa cosa avere due nature diverse? E, cosa ancora più sconvolgente, com’era possibile che a provocare lo switch fra questi due comportamenti fosse proprio l’osservatore? C’era da uscire fuori di testa, ed è quello che accadde ad Einstein. Non riusciva a darsi pace: come è possibile che una cosa sia allo stesso tempo probabilistica e materiale? “Dio non gioca a dadi!” - scrisse rispondendo ad una lettera che gli era stata inviata dal fisico tedesco Max Born (che nel ‘56 avrebbe poi ricevuto il Nobel per la Fisica). E tu, in tutto questo, cosa c’entri? Forse a questo punto lo avrai capito. In questo momento storico sei davanti ad una scelta importantissima: decidere di cavartela come fece Einstein con un “Dio non gioca a dadi!”, quindi fuggire, rifiutare l’idea e ritrovarti fra qualche tempo a pensare “era meglio lo avessi saputo prima”, oppure decidere di partecipare alla più grande rivoluzione dei nostri tempi. A te la scelta, come sempre. Quando ti invito a scegliere la tua giusta frequenza non sto parlando di idee strampalate, ti sto chiedendo di portare i concetti ad un livello molto più profondo. Vibri, come ogni altra cosa intorno a te e la tua frequenza non può fare altro che intercettare e, attraverso la legge della risonanza, portare a te ciò che vibra con la tua stessa frequenza. I risultati, come sempre, sono l’unico indicatore della validità di un’idea: se fai le cose bene con la frequenza sbagliata non potrai che ottenere fatica, blocchi, sforzi e la sensazione che tutto ti remi contro. Se scegli bene la tua frequenza, che è molto più di un pensiero, molto più di un’emozione… è la tua antenna più profonda, potrai finalmente smettere di correre dietro alla vita e trovarti invece a vedere la stessa vita che viene incontro a te. È semplice,
Diego Di Zio