Diego Di Zio
Figli della luna
Diego Di Zio
Il mio inizio dell’anno è stato piuttosto movimentato. Non sono stato più di qualche giorno nello stesso posto, ho affrontato situazioni nuove, incontrato moltissime persone. Una delle espressioni ricorrenti che ho sentito, ci pensavo proprio ieri sera mentre ero sul divano, è stata ‘ho subito un torto’. A te è capitato o sta capitando di subire un torto? Che non sempre le persone e le situazioni rispecchino le tue aspettative non è un’idea, è un dato di fatto. Il problema però qual è? Che l’accusa e la lamentela sono anch’esse, senza che tu lo sappia, potentissime forme di auto condizionamento. Nel momento in cui accusi qualcuno (se ti è successo o ti sta succedendo, il suggerimento è quello di leggere con attenzione quanto sto per scrivere) ti liberi da una pressione interna ma, nello stesso tempo, confermi il tuo dolore e il tuo vittimismo. Ovvero: continui, senza saperlo, ad auto confermare quella realtà in cui sei inerme. Ti liberi dal dolore e dalla pressione ma, nello stesso tempo, continui a creare quel tipo di realtà , senza che ci sia via d’uscita. Non vedi oltre: non c’è soluzione, non è colpa tua, punto e basta. Forse otterrai un po’ di solidarietà o qualche forma di compensazione, la spettacolarizzazione della sofferenza nei reality show si basa su questo, ma a quale prezzo? La natura umana ci porta a raccontare continuamente la storia dei ‘torti’ che abbiamo subito: in questo modo non facciamo altro che, anche se in buona fede, continuare ad auto confermare la mentalità da vittima. È un atteggiamento che ci tiene bloccati, piuttosto che favorire la nostra evoluzione. Prova a fare questo semplice esperimento: cosa accadrebbe se raccontassi la tua storia senza fare riferimento ai torti che hai subito? Prova a sentire… come cambia la percezione? Come cambia la situazione?
Diego Di Zio