Alice Re
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La Regione Liguria ha deciso: nasce il Registro dei prodotti tipici comunali
2018-07-25 13:40:25
Genova - Per la prima volta la Regione Liguria istituirà un `Registro regionale dei Comuni con prodotti De.Co. (denominazione comunale), un’attestazione che lega un prodotto di qualita´ al luogo storico d’origine. Lo ha deciso all’unanimità il Consiglio regionale della Liguria oggi pomeriggio a Genova approvando la proposta di legge con primo firmatario il consigliere Alessandro Piana (Lega). Favorevoli centrodestra, centrosinistra e M5S. Secondo l’assessore regionale all’Agricoltura Stefano Mai «il nuovo registro valorizzerà le produzione di nicchia liguri, che rappresentano un patrimonio inestimabile». «Verranno riconosciuti e valorizzati i prodotti d’eccellenza del nostro territorio una volta per tutte - interviene Piana - mi riferisco a numerose produzioni agroalimentari liguri, dall’olio al vino, fino ai biscotti di Pontedassio che a buon diritto verranno inseriti nel registro». Il consigliere Fabio Tosi (M5S) ha chiesto di pubblicizzare i prodotti De.Co attraverso la nuova app #lamialiguria. Il consigliere Luca Garibaldi (Pd) ha chiesto di semplificare il più possibile i moduli da compilare per essere inseriti nel registro. Secondo Claudio Muzio (Forza Italia) «promuovere le eccellenze locali è la strada che dobbiamo seguire per rilanciare la nostra Regione». «Mentre in Gran Bretagna hanno attaccato il pesto alla genovese e l’Onu ha fatto altrettanto con gli inimitabili prodotti italiani di qualità - ha spiegato uno dei proponenti, Alessandro Puggioni - la Regione Liguria è andata avanti per tutelare le eccellenze della nostra tradizione enogastronomica e artigiana». fonte: ilsecoloxix.it
Alice Re
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Imprese: 31mila in più tra aprile e giugno ma aumentano le chiusure.. qualcosa non quadra..
2018-07-25 13:35:21
In Italia, tra aprile e giugno, sono nate 1000 imprese al giorno mentre 670 chiudevano i battenti. Alberghi e ristoranti, commercio e agricoltura i settori che sono cresciuti di più in valore assoluto nel trimestre. Attività professionali, servizi alle imprese, sanità e, di nuovo, il settore del turismo e dell’ospitalità quelli che hanno mostrato la dinamica più brillante in termini percentuali. È quanto emerge, in sintesi, dai dati diffusi da Unioncamere–Infocamere sulla natalità e mortalità delle imprese italiane nel secondo trimestre 2018. Anche se positivo, il dato del secondo trimestre di quest’anno segna un rallentamento rispetto al 2017. Il saldo attivo di 31.118 imprese è inferiore di quasi 5mila unità rispetto a un anno fa, quando la crescita fu pari a 35.803 unità, e riporta le lancette della natimortalità imprenditoriale al livello del 2012 (+31.565). Determinante, in questo trimestre, è stato l’andamento delle chiusure (4mila in più dello stesso periodo 2017), mentre le iscrizioni si sono mantenute in linea con quanto registrato lo scorso anno. Del tutto simile (iscrizioni stabili, cessazioni in ripresa) la dinamica del saldo delle imprese artigiane. Le 2.411 imprese in più alla fine del II trimestre equivalgono ad una contrazione del saldo pari a circa un quarto rispetto allo stesso trimestre del 2017, quando fu di 3.166 unità. “Nonostante le incertezze legate al rallentamento dell’economia – ha sottolineato il presidente di Unioncamere Carlo Sangalli – gli italiani continuano a scegliere di fare impresa. Ma registriamo che un numero crescente di imprenditori è costretto a chiudere i battenti. Un’ampia diffusione del digitale all’interno dei processi aziendali come nel rapporto con la Pa è vitale per rendere le imprese più forti e competitive. Anche su questo tema – prosegue Sangalli – le Camere di commercio stanno dando un importante contributo attraverso la diffusione del linguaggio 4.0 nel tessuto produttivo e l’uso di piattaforme e servizi telematici che il sistema camerale mette a disposizione della collettività”. Il Bilancio dei Territori Il saldo trimestrale fa registrare bilanci positivi in tutte le macro-ripartizioni. In particolare, il 38% dell’intero saldo (12.100 imprese su 31.811) è localizzato nel Centro-Sud (un terzo nella sola Campania: +4.071 unità, di cui 230 artigiane), e un altro 25% nelle regioni del Centro (7.968 imprese, 671 delle quali artigiane). In positivo anche i bilanci di tutte le 20 regioni italiane, con l’unica eccezione della componente artigiana in Veneto (dove alla fine del secondo trimestre si contano 48 imprese artigiane in meno), in Molise (-21), in Sicilia (-59) e in Sardegna (-2). Il Bilancio dei Settori Tutti i settori economici, tra aprile e giugno scorso, hanno chiuso il bilancio anagrafico in campo positivo. In termini assoluti, l’avanzamento più sensibile è stato quello delle attività di alloggio e ristorazione (5.299 imprese in più nel trimestre), seguite dal commercio (+5.064) e dall’agricoltura (+4.394). In termini relativi, invece, la crescita più accentuata si è registrata nelle attività dei servizi alle imprese e in quelle dei servizi professionali, tecnici e scientifici, cresciute dell’1,3% a fronte di una crescita meda dello 0,5%. Oltre la soglia dell’1% anche alberghi e ristoranti (+1,2%) e sanità e assistenza sociale (+1,1%). Guardando al mondo artigiano, nel trimestre primaverile hanno fatto meglio le imprese dei servizi alla persona (956 imprese in più), delle costruzioni (+858) e dei servizi alle imprese (+662). In rosso le attività manifatturiere artigiane (270 in meno nel trimestre) e dei trasporti e magazzinaggio (-158). Tutti i dati sono disponibili online all’indirizzo www.infocamere.it/movimprese.
Alice Re
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Niente più casa di riposo: la nuova tendenza è invecchiare con i propri amici
2018-07-24 13:52:00