PNL Evolution

Founder Senior

L'importanza d'essere svelti e non frettolosi Diario del capitano a cura di Andrea Di Gregorio L'importanza d'essere svelti e non frettolosi Cosa fa la differenza tra chi evolve e chi no? Ormai la risposta è nota a tutti: la velocità ad adattarsi al cambiamento. Già due secoli fa un celebre naturalista diceva: "Non è la specie più forte che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più ricettiva ai cambiamenti” (Charles Darwin). Essere veloci nel cambiamento significa comprendere intimamente ciò che sta accadendo, ovvero, integrare la nuova conoscenza di se stessi nella propria esistenza; individuare, prima che la sofferenza ci travolga, le risorse utili ad affrontare il cambiamento e di seguito agire, senza se e senza ma, nella mutazione continua dell'identico, così come diceva Friedrich Nietsche. Accadeva per i nostri antenati mammiferi milioni di anni fa, accade ancora per noi oggi. E' cambiato il contesto, ma il principio è rimasto lo stesso. Oggi, nella maggior parte dei casi, l'adattamento non è più una questione di sopravvivenza fisica, ma psicologica. La vita, in chiave di metafora, è come un nastro trasportatore che si muove verso di noi. Se procediamo lentamente torniamo indietro, se andiamo alla stessa velocità rimaniamo fermi, se camminiamo più velocemente, allora avanziamo lungo il nostro cammino. Ma essere veloci non basta, anzi, se si corre troppo in fretta si rischia di farsi male o, nella migliore delle ipotesi, si corre il pericolo di non cogliere l'apprendimento che si deve acquisire dalle proprie esperienze. Qui è importante sottolineare, che ciò che conta è essere svelti, non frettolosi. Svelti significa che se non si è felici è segno che si sta percorrendo una strada a fondo chiuso, che bisogna cambiare e che più si attende, più le cose diventano difficili. Come una valanga l'insofferenza nasce piccola, ma col tempo diventa sempre più grande, finché finisce col travolgere. Frettolosi significa cambiare senza riflettere sulle possibili conseguenze. Ad esempio, una persona può decidere di cambiare lavoro perché non si ritiene soddisfatta, senza però aver capito cosa non gli dà appagamento. In questi casi il problema si sposta solo un po' più in là nel tempo, prima o poi una situazione simile si ripresenterà davanti alla persona 'affrettata' mettendola nuovamente in difficoltà. A tale proposito in PNL si ricorda spesso la celebre frase: "L'esperienza non è ciò che accade a un uomo. È quello che un uomo fa con ciò che gli accade" - (Aldous Leonard Huxley). E' importante ricordare che ogni cosa che ci rende infelici ha in sé un messaggio per il nostro cambiamento, per la nostra evoluzione. Tuttavia, quando si è imparato questo semplice concetto non significa sapere come affrontare sempre e con destrezza il cambiamento. Capiterà sicuramente di trovarsi di fronte a qualcosa di nuovo, nei riguardi delquale si potrebbe ancora indugiare. La differenza, però, sarà nella consapevolezza che quel fastidio ha un suo significato, in quanto si è appreso che non esiste nulla che non ce l'abbia. Memorizzate il principio delle tre "A": Anticipare, Allineare e Agire. Anticipare gli eventi che generano sofferenza, senza lasciarsi consumare nel tempo, allineare le proprie risorse consapevoli del fatto che noi abbiamo tutto ciò che ci serve e quello che dobbiamo fare è solo accedere a tali risorse, infine, utilizzare le nostre abilità nel mondo reale evitando che le convinzioni limitanti di chi ci circonda possano confonderci. Un caro saluto a tutti, Andrea Di Gregorio

1  
PNL Evolution

Founder Senior

l Coaching può essere considerato come un’attività di sviluppo personale stimolata da un Coach nei riguardi del Cliente, o Coachee, finalizzata allo sviluppo delle potenzialità individuali, al miglioramento delle performance e al raggiungimento degli obiettivi corettamente formati. A seconda degli ambiti in cui è applicato ed alle persone a cui è rivolto il coaching. Nella nostra scuola potrai imparare: - Crescita personale - Neuroscienze - PNL - Intelligenza emotiva - Pensiero quantico - Leadership e motivazione Siamo una Scuola di formazione e preparazione agli Esami Federali EPS: Counselor relazionale PNL (Consulente psicosociale) Coach supervisore PNL Mentore Aziendale PNL Sales Director PNL Sales Manager PNL.

1  
PNL Evolution

Founder Senior

Istat, 2,8 milioni di italiani depressi: più colpiti donne e disoccupati Al crescere dellʼetà aumenta la prevalenza dei disturbi di depressione e ansia cronica grave associati a condizioni di svantaggio sociale ed economico Sono oltre 2,8 milioni gli italiani che soffrono di depressione, circa il 5,4% della popolazione contro una media europea del 7,1%. Lo rivela l'Istat sottolineando che la depressione colpisce di più le donne (9,1% contro il 4,8% degli uomini) e chi non lavora. Dichiara disturbi depressivi e ansia, tra i 35 e i 64 anni, l'8,9% dei disoccupati e il 10,8% degli inattivi, rispetto al 3,5% degli occupati. La malattia è in aumento tra gli anziani. Rispetto alla media dei Paesi europei, in Italia la depressione è meno diffusa tra gli adulti e tra i 15-44enni (1,7% contro 5,2% della media Ue28) mentre per gli anziani lo svantaggio è di 3 punti percentuali. La depressione è spesso associata con l'ansia cronica grave: l'Istat stima che il 7% della popolazione oltre i 14 anni (3,7 milioni di persone) abbia sofferto nell'anno di disturbi ansioso-depressivi. E al crescere dell'età aumenta la prevalenza dei disturbi di depressione e ansia cronica grave (dal 5,8% tra i 35-64 anni al 14,9% dopo i 65 anni) che si associano a condizioni di svantaggio sociale ed economico: rispetto ai coetanei più istruiti, raddoppiano negli adulti con basso livello di istruzione e triplicano (16,6% rispetto a 6,3%) tra gli anziani, fra i quali risultano però meno evidenti i differenziali rispetto al reddito. Associato alla depressione è anche il tasso di mortalità per suicidio, che in Italia è pari a 6 per 100mila residenti (più basso della media europea, pari a 11 per 100mila). Tale quota aumenta con l'età, passando da 0,7 nei giovanissimi (fino a 19 anni) a 10,5 negli anziani, con valori 4 volte maggiori nei maschi rispetto alle femmine. Nella classe di età tra i 20 e i 34 anni, invece, il suicidio rappresenta una rilevante causa di morte (12% dei decessi). Fonte: http://www.tgcom24.mediaset.it/economia/istat-2-8-milioni-di-italiani-depressi-piu-colpiti-donne-e-disoccupati_3154460-201802a.shtml

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119