In cima alle vetta e in fondo alla valle
È indubbiamente piacevole stare sulla vetta, il successo porta autostima e ammirazione da parte degli altri.
Ma per arrivare sulla vetta è necessario partire dalla valle e, se si vuole raggiungere un’altra vetta, si deve essere disposti a ricominciare da capo, perché è l’unico modo per scalare un’altra montagna.
Alla maggior parte delle persone piace rimanere al punto in cui sono arrivate perché la valle è associata al senso di fallimento e qualsiasi punto un po' più in alto è comunque un risultato apprezzabile.
Essi non vogliono continuare a salire perché ciò comporta fatica e così rimangono fermi, anche se talvolta consapevoli che ciò significhi precludersi il successo.
E come dargli completamente torto? D’altronde non è gratificante guardare in alto e scoprire che c'è ancora molta strada da fare, figuriamoci ricominciare da zero per tentare un'altra vetta, a meno che...
A meno che si cambi la percezione della realtà!
Per riuscire a dare un senso alla fatica si deve cambiare il significato di ciò che si sta vivendo passando dalla modalità “fallimento “ alla modalità “apprendimento “.
Infatti, quando non si sta godendo del successo, si può godere della scoperta data dall'imparare cose nuove. Carl Gustav Jung ha infatti aggiunto il concetto di piacere della consapevolezza a quello sessuale già spiegato da Freud. In altre parole, imparare genera godimento!
Questo è il segreto delle persone di successo, esse trovano il piacere nell'acquisire nuova conoscenza. In questo modo si permettono anche di toccare il fondo, imparando a scalare qualcosa di nuovo e sentendosi, comunque, sempre bene.
Ecco di cosa parlerò il 25 ottobre al seminario di Sociologia Relazionale e Crescita personale.
• William Jones nel 1783 scopre e afferma che le lingue europee hanno un'unica origine, il sanscrito (tremila anni fa). Madre: in inglese mother, in sanscrito matar, in latino mater, in celtico antico mathir. La stessa parola, in civiltà distanti migliaia di chilometri ha la stessa radice, il sanscrito.
• I primi ad utilizzare il sanscrito invasero l'India dall'Asia centrale definendosi ARYA. I popoli che usavano il persiano più antico si definivano AIRIIA.
• Da qui gli studiosi europei denominarono il popolo originario degli Ariani. La deduzione fu semplice, i creatori delle grandi civiltà derivano da un unico ceppo, quindi sono di un livello superiore, ovvero una razza superiore e per avvalorare la tesi si coniugò il pensiero di Jones con quello di Darwin.
• Il razzismo portò a ciò che noi tutti conosciamo, ma l'idea che esista una superiorità da parte di alcuni esseri umani rispetto altri non poteva terminare per via dello sdegno degli anni del razzismo, essa persisteva, quindi serviva qualcosa che potesse riportare la distinzione tra individui senza che si ripresentasse l’idea ormai bandita della discriminazione razziale. Nacque quindi il concetto di diversità culturale, per cui una cultura risulta superiore ad un'altra quando questa riesce ad imporsi come guida nel mondo.
• Una volta si diceva che un determinato comportamento era nel sangue di chi lo attuava, ora si dice che fa parte della sua cultura, ma il concetto di fondo è lo stesso: “tu sei diverso e inferiore a me”.
• Coloro che non comprendono l'importanza della crescita personale semplicizzano spostando l'attenzione sulla diversità attribuendola ora alla questione biologica, ora a quella genetica e, in questi anni, a quella culturale.
• Secondo il punto di vista della crescita personale, la diversità e' qualcosa che ha a che fare con la volontà dell'individuo di evolvere facendo lo sforzo di uscire dalla propria zona di comfort.
• Certo e' più comodo dire che alcuni sono superiori ad altri, però questa e' di fatto una forma di razzismo. Ma dall'altra parte c'e' anche chi dice di essere fatto cosi e di non poterci fare niente. Ebbene, costui e' razzista con se stesso.
Andrea Di Gregorio