Pietro Scala

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https://www.cam.tv/rinaldosanna/blog/riciclo-non-si-abbandonano/PID0EB1F4?shun=pietroscala Bellissima.

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Pietro Scala

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--Condivido anche qui questo post che ho già condiviso altrove.-- Non è l'inquinamento della terra il vero problema della nostra epoca, ma quello della nostra anima. Tra le miliardi di stronzate e pensieri che bruciamo in un attimo, non s'accorgemo davvero di quello che ci succede intorno. Sarà che io i bambini li vedo come maghi che potrebbero fa tutto. Ieri, dico ieri cazzo, 1 ottobre duemiladiciannove, una BAMBINA DI DIECI ANNI, ha tentato in pieno centro di ROMA, il suicidio. Aò capimose. Non è che s'è arrampicata pe giocà sulla ringhiera del balcone, o che è scivolata, o voleva rincorre un gatto...NO. Se voleva suicidà per dio. A 10 anni non dovresti manco avella mai sentita la parola suicidio,non dovresti manco avere il senso del gesto. Non dovrebbe mai appoggiattese sulla pelle.Mai. E allora la domanda qual'è? E sopratutto la risposta qual'è? I primi responsabili so gli adulti che gli sono intorno. Il nostro cazzo di modo di vivere, spesso, arido,veloce,immediato,senza favole VERE, ma con favole prestate in plastica, che buttiamo dopo un'ora. I bambini che diventano adulti prima degli adulti. I bambini che spesso vengono plasmati a immagine e somiglianza di chi li mette al mondo e troppo spesso solo per esibizione. I bambini che passano dai giocattoli a trucchi ai telefoni con la velocità di un ipersuono malato. I bambini che spesso stanno troppo soli. I bambini senza più i nonni, i bambini che nessuno gli vela più una verità, perchè "è giusto che sappiano". Giusto un cazzo. Se volete regalare qualcosa ai bambini davvero, non serve la carta di credito, non serve Amazon, non serve la torta da 200 euro e la coreografia delle olimpiadi intorno. Serve che ci sforziamo noi. Che diventiano NOI BAMBINI e non il contrario. Diventiamo per un pò bambini e insieme a loro costruiamo un mondo,una cazzo di capanna con una coperta e ...facciamo che io ero. Serve che acquistiamo noi un pezzo di loro , perchè spesso loro ci chiedono questo, ci chiedono di aprire insieme un mondo diverso , immaginario che tanti adulti non vedono più. A 10 anni deve sorriderti la pelle e devono sognatte l'occhi, e se proprio devi piange o esse triste è perchè te s'è bucato er pallone o perchè sei caduta dalle scarpe coi tacchi de tu madre mentre giocavi. Io quell'occhi me li tengo stretti da sempre. PAP3RO.

Pietro Scala

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Mettersi in relazione con il Sacro - Nel Tantra e nello Dzongchen, che per intenderci può esserne parte anche lo sciamanesimo, le forze che presiedono a tutta l’esistenza, ovvero gli elementi, vengono considerati sacri. Ogni cosa che trae origine dagli elementi, è sacro. La natura esterna è sacra ed il corpo è sacro. Gli elementi interni ed esterni hanno un’unica provenienza e nascono assieme dalla stessa origine. Il calore del sole e del cuore, sono diversi per intensità, ma la loro natura è la stessa. L’acqua degli oceani è uguale all’acqua presente nel nostro corpo. La nostra carne è formata dagli elementi della terra e nella terra ritornerà a dissolversi. Lo spazio nel quale si formano i pensieri, è lo stesso occupato dal vostro divano e lo spazio nel quale nascono i nostri pensieri è sempre lo stesso identico spazio, ed è sacro. E così poiché gli elementi che formano il corpo sono sacri, anche la coscienza che da questi trae origine, è sacra. Sogno, saggezza, passione, incubo e tutta l’esperienza viva degli esseri è una manifestazione dei puri elementi che interagiscono con la consapevolezza. La stessa consapevolezza innata è integrata con gli elementi e, questa consapevolezza è il più puro e sottile livello dei cinque elementi, in perfetto equilibrio, la quintessenza della base dell’esistenza. Quello che non riusciamo a comprendere a fondo non sono tanto questi saggi proclami, ma che cosa è la coscienza per noi. Che cosa significa sacro. In base a quale presupposto dichiariamo la sacralità di un qualcosa. Che cosa riteniamo che sia veramente sacro. Se non incontriamo il senso del sacro e se non riusciamo a dargli un corretto valore, allora possiamo praticare tutte le iniziazioni che vogliamo, ma non riusciremo a comprenderne il senso. Senza questa percezione anche gli insegnamenti non avranno alcun effetto su di noi, se non quello, forse, di farci stare calmi interiormente per qualche minuto. Quello che accade è che si parte in ‘quarta’ a prendere insegnamenti senza avere nessuna preparazione alle spalle, senza avere mai posto attenzione al chi siamo adesso, al che cosa siamo adesso, o che cosa ho in me in questo momento. Senza avere una preparazione su noi stessi, senza avere avuto modo di misurare le nostre condizioni presenti, è difficile entrare in un sentiero, e spesso o lo si abbandona presto, oppure ci si trova un comfort accettabile, e magari piacevole, e ci sistemiamo in uno dei tantissimi angoli della nostra mente convincendoci che stiamo facendo il meglio per noi stessi. Ed è proprio questo l’errore della nostra mente, pensare che stiamo facendo il meglio. Durante un viaggio spirituale che dura un’intera vita, il viandante non cerca di fare meglio, cerca di scalzare qualsiasi considerazione che lo faccia stare meglio, senza per questo voler stare peggio. Non c’è meglio o peggio. C’è un viaggio che bisogna fare. Questo viaggio lo facciamo ugualmente, anche se non gli diamo retta, con la differenza che i risultati non verranno a galla, e, secondo il buddhismo, ci toccherà tornare a manifestare un corpo ed un karma, in un circolo chiuso di eterna morte e rinascita, alimentando così questo samsara dove l’evoluzione diviene un dramma colmo di sofferenze.

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