Kabore Laurentine

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Pellicola per alimenti: quali sono i pro e i contro? Tra i prodotti usati per conservare le nostre vivande, un ruolo molto importante in quasi tutte le cucine è quello della pellicola per alimenti, che ha molteplici utilizzi. ● Pellicola per alimenti e altri MOCA: cosa prevede la legislatura Le pellicole nelle quali avvolgiamo o conserviamo quotidianamente i nostri cibi sono definite Materiali a Contatto con Alimenti, o MOCA. Questa definizione comprende non solo gli imballaggi, ma anche gli utensili da cucina, come posate e stoviglie, che sono destinati a entrare in contatto con del cibo. I materiali con cui i MOCA sono fabbricati possono essere di diversa tipologia (plastica, metallo, gomma, per esempio), ma devono tutti rispettare i regolamenti dell’Unione Europea sulla fabbricazione. È necessario, infatti, garantire uno standard di sicurezza, come si legge sul sito dell’EFSA, l’autorità europea per la sicurezza alimentare. Ecco cosa stabilisce il regolamento Regolamento (CE) n. 1935/2004: • i materiali non possono rilasciare componenti negli alimenti in quantità tali da mettere in pericolo la salute umana; • i materiali non devono causare una modifica inaccettabile nella composizione, nel gusto e nell’odore degli alimenti. C’è poi la possibilità di adottare specifiche e ulteriori norme su alcune tipologie di prodotti (come quelli in plastica), così come per quelli attivi, cioè non concepiti per essere inerti; esistono poi delle regole riguardanti l’etichettatura, che deve comprendere indicazioni chiare sull’impiego e sulla destinazione d’uso del MOCA. Infine, il produttore deve impegnarsi a fornire la documentazione che dimostri la conformità e la rintracciabilità. ● La composizione della pellicola per alimenti Prima di passare a un esame delle possibilità di utilizzo della pellicola per alimenti, è bene parlare dei materiali con cui viene realizzata, dai quali dipende la sua performance. Sebbene l’aspetto sia quasi identico, la composizione può essere molto diversa: le più comuni pellicole per alimenti sono quelle in cloruro di polivinile o polivinilcloruro (identificate con la sigla PVC) e quelle a base di polietilene (identificate dalla sigla PE). Le caratteristiche del PVC hanno fatto la sua fortuna, nel corso dei decenni, rendendolo particolarmente adatto alla conservazione dei cibi poiché aderisce perfettamente a essi, è flessibile, ha un’elevata resistenza meccanica ed è poco permeabile sia dall’acqua che dall’ossigeno. Tuttavia alcuni suoi componenti hanno destato negli anni l’attenzione della comunità scientifica e dei consumatori. Il cloruro di vinile, infatti, è oggi una sostanza classificata come cancerogena, che non viene più utilizzata; anche gli ftalati, che sono aggiunti al polimero durante la produzione per conferire flessibilità ed elasticità, tendono a migrare dal materiale all’alimento, in caso di contatto con grassi e oli. Gli ftalati sono noti interferenti endocrini, questo vuol dire che, se si accumulano nell’organismo, possono creare problemi a livello metabolico e riproduttivo, mentre i danni a livello di polmoni e reni sono per ora confermati soltanto da studi sugli animali. Sono stati banditi dal 2007. La pellicola in PE è invece meno aderente e flessibile, isola meno gli alimenti in esso contenuti e non è particolarmente adatta per gli alimenti secchi. Chimicamente è però più stabile e può essere utilizzata anche con alimenti grassi o che contengono alcol. Salumi, insaccati, formaggi e carni possono essere avvolti e conservati senza nessun problema in questo genere di pellicole. ● La pellicola per alimenti in cucina Oltre alle pellicole in materiale plastico, per conservare e cucinare i nostri alimenti abbiamo a disposizione anche quelle in alluminio e la carta da forno. Vediamo allora per quali usi e per quali tipologie di cibi sono valide. • Pellicola in PE: consigliata per alimenti grassi e contenenti alcol, oppure per la carne, ma non per cibi secchi o essiccati (per esempio legumi), tantomeno per i formaggi freschi. https://kaborelaura.goherbalife.com/it-it

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Pancia gonfia prima del ciclo: cause e rimedi Sentire la pancia gonfia alcuni giorni prima del ciclo mestruale è un sintomo molto comune nelle donne che soffrono di sindrome premestruale. Talvolta si tratta solo di un fastidio, mentre in alcuni casi il dolore è molto forte e accompagnato da altri sintomi. Inoltre bisogna fare attenzione, perché avere la pancia gonfia può anche indicare una gravidanza in corso. Ecco quali sono le cause di questo disturbo e quali i rimedi più adatti per risolvere o alleviare il problema. ● Che cos’è il gonfiore premestruale? Se la pancia è gonfia e dura poco prima dell’arrivo del ciclo, è possibile che si tratti di un sintomo della sindrome premestruale. Non si tratta di una malattia, ma di una serie di condizioni fisiche e psicologiche dovute ai cambiamenti ormonali cui va incontro il corpo femminile all’avvicinarsi delle mestruazioni. Al gonfiore premestruale si possono accompagnare molti altri sintomi, come l’aumento di peso prima del ciclo, dolore al seno, irritabilità, stipsi o diarrea. A volte capita di avere la pancia gonfia prima del ciclo anche se si assume la pillola anticoncezionale. in questo caso è meglio consultare il proprio ginecologo, perché potrebbe essere il tipo di pillola sbagliata per il nostro organismo. ● È normale avere la pancia gonfia prima del ciclo? La sindrome premestruale affligge ben l’85% della popolazione femminile. Nella maggior parte dei casi si tratta di fastidi dalla breve durata, ma in una percentuale che va dal 2% al 10% i sintomi sono così importanti da influire sulla vita quotidiana in maniera significativa. Avere la pancia gonfia e dura prima del ciclo è quindi un sintomo abbastanza comune, che non deve affatto preoccupare. È forse il disturbo più frequente nelle donne che soffrono di sindrome premestruale. Tuttavia, se la pancia è troppo gonfia e dolente prima dell’arrivo del ciclo, è meglio parlarne con il proprio medico. Potrebbe consigliare l’utilizzo della pillola anticoncezionale per alleviare i sintomi. ● Pancia gonfia cause principali Quali sono le cause del gonfiore premestruale? È tutta colpa degli ormoni: nel periodo che va dall’ovulazione all’arrivo del ciclo mestruale, il nostro organismo è soggetto a notevoli sbalzi ormonali, che possono provocare tutta una serie di disturbi comunemente racchiusi nella definizione di sindrome premestruale. ● Quanti giorni prima compare il gonfiore premestruale? Solitamente la sensazione di pancia gonfia compare nella settimana prima del ciclo, e si attenua non appena inizia il flusso mestruale. Talvolta però, nei casi più seri di sindrome premestruale, i tipici dolori possono comparire anche 10 giorni prima del ciclo. ● Pancia gonfia pre ciclo o gravidanza? Ecco un’annosa questione: quel rigonfiamento sopra la cintura è solo sindrome premestruale o segno di una gravidanza agli inizi? I fastidi in effetti sono molto simili: la tipica pancia gonfia prima del ciclo è anche un sintomo di possibile gravidanza in corso. Purtroppo non è possibile distinguere i due sintomi prima dell’arrivo del ciclo – o della sua assenza. Infatti il concepimento avviene poco dopo l’ovulazione, ma l’annidamento nell’utero materno richiede alcuni giorni (fino ad una settimana). Fino a questo momento, nel sangue della donna sono in circolo gli stessi ormoni presenti nella fase premestruale. A differenziare lo stato di gravidanza è l’ormone chiamato beta gonadotropina corionica (beta HCG), che entra in circolo più o meno in concomitanza con il momento in cui dovrebbe arrivare il ciclo. È solo a questo punto che l’organismo si accorge della gravidanza e inizia a mandare i primi segnali. Se si sospetta di essere incinta, l’unico modo per scoprirlo è affidarsi ad un test di gravidanza molto sensibile, ricordando però che prima di un ritardo nel ciclo possono comparire dei falsi negativi. Il test sul sangue è più attendibile, ma anche questo non offre risultati sicuri se non all’avvicinarsi della data prevista per il ciclo. ● Pancia gonfia rimedi https://kaborelaura.goherbalife.com/it-it

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