Fabio Uggeri

Founder Junior

Cosa sta succedendo davvero in Amazzonia! In estrema sintesi: la situazione è grave, e dobbiamo preoccuparci e agire. Ecco come e perché. Ogni anno nella stagione secca (luglio-ottobre) i satelliti rilevano molti incendi nel bacino amazzonico. Nel 2019 siamo a 79000 "punti fuoco" in tutto il Brasile, cioè quasi il doppio rispetto all'anno scorso e il 15% in più rispetto alla media dal 2013 (http://queimadas.dgi.inpe.br/queimadas/portal-static/estatisticas_paises/). In passato altri anni hanno fatto registrare più incendi, ma in corrispondenza di annate particolarmente siccitose come quelle associate a El Nino (come nel 2007 o 2016). Quest'anno la pioggia è stata di poco sotto la media, eppure in alcuni stati amazzonici (es Rondonia) il numero di incendi è in aumento. Situazioni analoghe si stanno registrando in Bolivia. Il 99% di questi incendi ha origine umana volontaria: le foto satellitari mostrano che a bruciare sono le zone di margine della foresta, al confine con i campi coltivati e i pascoli o le aree comunque utilizzate dall'uomo (e spesso deforestate in tempi recentissimi). Gli incendi sono uno degli "strumenti" della deforestazione, che significa sostituire la foresta con qualcos'altro, in modo permanente. L'Amazzonia (con i suoi vari ecosistemi) è grande quasi 6 milioni di km quadrati, poco più dell'Unione Europea (!) Secondo il Guardian, da gennaio a luglio 2019 sono bruciati 18600 km quadrati. Sembra poco? invece no. All'inizio di agosto questa superficie era il doppio rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, anche se siamo lontani dal record per il periodo 2000-2018. Un fenomeno quindi non estremo, ma che continua da diversi anni. E estremamente problematico. Perché? Tra il 50 e il 70% dell'ossigeno sulla Terra è prodotto dalla fotosintesi delle alghe negli oceani. Il resto dalle praterie, dai campi coltivati (sì, anche loro) e dalle foreste che crescono velocemente, accumulando carbonio e rilasciando ossigeno. L'amazzonia produce intorno al 6%/10% dell'ossigeno del mondo. Gli alberi assorbono anidride carbonica (CO2) e emettono ossigeno con la fotosintesi, ma man mano che crescono devono anche mantenere i propri tessuti, consumando ossigeno e emettendo CO2 (come noi). Più l'albero è grande, più il bilancio netto si avvicina a zero. Inoltre, le foglie e il legno morto vengono degradati da batteri e funghi, emettendo altra CO2 e consumando altro ossigeno. In tutto, il bilancio è solo leggermente a favore dell'ossigeno, e negli anni in cui muoiono molti alberi per deforestazione o siccità, si avvicina a zero. Nell'atmosfera c'è il 21% di ossigeno e il 0.0415% di CO2. L'anidride carbonica è la causa principale dell'effetto serra, e poiché in proporzione ce n'è poca nell'atmosfera, aggiungerne o toglierne un poco fa molto più effetto che aggiungere o togliere un poco di ossigeno. Quando una foresta brucia, dagli alberi e dal suolo si "libera" nell'atmosfera il carbonio di cui sono fatti. Secondo il servizio europeo Copernicus, gli incendi di quest'anno in Amazzonia hanno già prodotto 230 milioni di tonnellate di CO2 (più di quelli siberiani). Aumentare la CO2 significa aggravare il riscaldamento climatico, che rende probabili altri incendi, e così via in un circolo vizioso. Ecco il problema principale. Inoltre, l'Amazzonia è così grande che produce tramite l'evaporazione dagli alberi la "proprie" nuvole e la "propria" pioggia. Se incendi e deforestazione arriveranno a riguardare il 25%-40% della foresta (per ora siamo intorno al 15%), l'ecosistema non sarà più in grado di regolare il proprio clima e potrebbe trasformarsi in una savana (come era già 55 milioni di anni fa), rilasciando enormi quantità di CO2 nell'atmosfera e mettendo a rischio milioni di specie animali e vegetali, la gran parte sconosciute, tra cui il 25% delle piante medicinali che l'umanità utilizza per la fabbricazione di farmaci di ogni tipo. Per non parlare dei problemi che può causare alle popolazioni che dipendono alla foresta per l'accesso al cibo e all'acqua

Fabio Uggeri

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https://www.cam.tv/vinseterno/blog/perche-e-perverso-il-meccanismo-dei-talent/PID0DCB7A?shun=fabiouggeri

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