Andreea Hazaparu

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Cina, chimica e fast fashion – È l’invasione di rifiuti tessili pericolosi che noi andiamo a indossare a nostra insaputa

2019-02-22 08:14:55

Cina, chimica e fast fashion ci copriranno di rifiuti tessiliVestiti di bassa qualità realizzati con materiali difficili da riciclare. La moda compulsiva mette in crisi il circuito del riuso e prepara una bomba ambientaleDi Corrado FontanaAbiti usati, la materia prima cresce in volume ma crolla la qualità. Questo in estrema sintesi lo scenario che contraddistingue oggi il second hand clothes market, il mercato degli indumenti di seconda mano. Che vale circa 4 miliardi di dollari l’anno e risente inevitabilmente delle grandi trasformazioni avvenute negli ultimi anni nel settore tessile.Le trasformazioni del settore vengono accelerate dal boom del fast fashion – con le sue devastanti ricadute sociali e ambientali – che quest’anno ha sancito la fine di un’epoca: il 2018 sarà infatti il primo anno nel quale più della metà delle vendite di capi di vestiario e calzature avrà avuto origine al di fuori di Europa e Nord America. A rivelarlo sono gli analisti di McKinsey nel rapporto The State of Fashion 2018 secondo il quale le principali fonti di crescita del settore sono i mercati dei Paesi emergenti, soprattutto Asia-Pacifico e Latino-America.il sorpasso dei mercati emergenti su USA ed Europa nelle vendite del settore moda e abbigliamento – fonte ‘The State of Fashion 2018’, The Business of Fashion and McKinsey & Company 2017Ma la produzione globale di abbigliamento in crescita galoppante (è raddoppiata tra il 2000 e il 2015) non è l’unica tendenza del comparto moda. Nello stesso periodo il numero medio di volte in cui un capo viene indossato prima dello smaltimento è diminuito del 36%. Un dato impressionante che, guardando alla Cina, arriva addirittura al 70%. L’altra novità riguarda i materiali: il poliestere ha infatti scalzato il cotone, diventando il tessuto più utilizzato dall’inizio del ventunesimo secolo.Tutte grandi trasformazioni che si rivelano gatte da pelare per l’economia del tessile usato. Forniscono infatti prodotti più complicati da gestire al mercato degli indumenti destinati al riuso o a quello degli scarti da riciclare in materie prime seconde.Abiti usati: materiali difficili da riciclareIl primo problema è legato all’aumento percentuale delle fibre sintetiche nei tessuti. Gli indumenti al 100% in poliestere, al di là delle valutazioni di pregio e qualità, sono infatti relativamente facili da riconvertire in materiale riutilizzabile. Ben diverso è il caso di miscele con fibra naturale, ad esempio cotone e poliestere. Questi mix, ad oggi, sono essenzialmente non riciclabili: le due componenti infatti non possono essere separate a basso costo.D’altra parte, se è vero che il cotone tessuto “in purezza” può essere trasformato in nuovi indumenti, per realizzare un capo d’abbigliamento pronto per la vendita anche le fibre di cotone devono essere miscelate con nuova fibra di cotone vergine. Dopo il processo di riciclo infatti diventano assai più corte. Tant’è che nella linea di jeans H&M in cotone riciclato il materiale riciclato è solo il 20% del totale. Il restante 80% è cotone vergine.scenari di un possibile incremento nell’uso delle fibre sintetiche nell’industria della moda al 2030 – fonte ‘La moda a un bivio’, Greenpeace, 2017Aspetti problematici sempre più diffusi e ben noti agli addetti ai lavori. «Prendiamo i classici jeans. Una volta erano 100% cotone» spiega Carmine Guanci, vicepresidente di Vesti Solidale, cooperativa sociale specializzata nella raccolta di indumenti usati. Ciò apriva molte strade per il loro riuso: «addirittura in Francia sono stati sviluppati degli impianti dove avviene una lavorazione per recuperare il tessuto e produrre un materiale di isolamento termico e acustico che si chiama Métisse, ignifugo, 100% cotone».Oggi i jeans hanno invece al loro interno, per la maggior parte, un 3-4% di elastene, che ignifugo non è e sta creando moltissimi problemi a questi stabilimenti di riciclaggio. «Quando si hanno dei materiali poliaccoppiati, la separazione ha dei costi che spesso rendono antieconomico il riciclo rispetto all’acquisto di materia vergine».Troppi vestiti e di scarsa qualità.

Andreea Hazaparu

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Parole sante. ...

2019-02-21 22:15:23

" Cos' è la rabbia " ?!?

Andreea Hazaparu

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La musica ci aiuta a superare gli attacchi di panico ed esiste una canzone adatta per superarli, ecco quale !

2019-02-20 08:26:12

Esiste una canzone adatta per superarli, ecco quale: https://www.jedanews.it/blog/musica-cura-attacchi-di-panico ....La sensazione ansiosa e gli attacchi di panico sono la malattia più diffusa del ventunesimo secolo, sono 19 milioni le persone diffuse su tutto il continente europeo a soffrire di disturbi ansiosi, attacchi di panico e sensazioni affiniA preoccupare è la diffusione che l’ansia trova soprattutto tra i più giovani e gli adolescenti che sempre in numero maggiori intraprendono percorsi psicoterapici o iniziando una cura a base farmacologica. Tantissime sono le persone che scelgono di dedicarsi ad attività come yoga o meditazione per compensare la tensione emotiva e fisica che provano.L’ansia e lo stress rappresentano una serie di sensazioni legate per lo più alla sfera emotiva e psicologica ma possono avere notevoli ripercussioni anche sul corpo: chi soffre del disturbo ansioso o ha accumulato un’elevata quantità di stress tende ad essere sempre molto teso, soffre di problemi legati allo stomaco, fame nervosa o inappetenza, forti mal di testa e problemi cardiaci, tutti disturbi che non sempre riesce a collegare alla sensazione ansiosa.Poche sono le persone che scelgono la musicoterapia anche se benefici di questa terapia sono oramai dimostrati da tantissimi studi scientifici ed è consigliato come trattamento dell’ansia da tantissimi medici vista la validità della terapia.Un grande impulso alla diffusione dell’uso della musica nel trattamento del disturbo ansioso viene dal Regno Unito, dove alcuni scienziati impegnati nella ricerca neuroscientifica hanno studiato quali effetti producessero una serie di canzoni selezionate sullo stato ansioso.L’esperimento prevedeva di far sentire una playlist di 10 canzoni, accuratamente selezionate tra musica classica e più contemporanea, a persone impegnate a rivolvere puzzle capaci di generare un forte carico di stress; di questi partecipanti venivano misurati la frequenza cardiaca, la pressione sanguigna e l’attività cerebrale. La canzone che è riuscita ad abbassare i livelli di stress fino al 65 per cento è stata “Weightless”, una canzone creata dal gruppo Marconi Union con i consigli di alcuni specialisti del suono.La canzone, un mix di pianoforte, melodie di suoni naturali e musiche buddiste, è capace di abbassare i livelli di cortisolo che è l’ormone dello stress. In momenti di forte stress, dunque, la soluzione più giusta è quella di fermarsi e rilassarsi con la musica giusta.

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