Straface Antonio

2024-03-20 07:08:08
Straface AntoniosdStooenrp1a44i82otg35laumn3 9ic0tutnf362ig1 m1leu7h0ia00fa2 · Contenuto condiviso con: TuttiundefinedGesù “Figlio di Davide” perché “Figlio di Giuseppe”

Lo so che sto per sollevare un vespaio nell’esporre dei concetti per molti versi nuovi e non accettati neanche da molti sacerdoti, che, troppo legati alla tradizione ed alla predicazione che hanno seguito da sempre sono poco propensi a modificare le interpretazioni da sempre accettate e dalla maggioranza condivise.Non vi è nessun documento ufficiale che dia risposta definitiva alla questione e pertanto anche la mia interpretazione, peraltro condivisa da molti, è legittima.

Tenete sempre presente la differenza che io faccio fra Genitore e Padre.Genitore è colui che genera, procrea, dà la vita e passa al figlio i suoi propri geni per cui il figlio è della stessa natura e con lo stesso codice genetico del genitore. (nella fattispecie lo Spirito Santo, cioè Dio)

Il padre è colui che introduce il figlio nella vita comunitaria, gli dà il nome, lo educa, gli passa il suo censo ed il suo ceto, lo cresce nella sua religione, gli passa il suo codice etico e morale. (nella fattispecie Giuseppe “Figlio di Davide”)

Matteo inizia il suo Vangelo con queste parole:

1:1 “Genealogia di Gesù Cristo figlio di Davide”E prosegue: figlio di Abramo. Abramo generò Isacco… e via elencando per 38 generazioni sempre… generò…(38 volte), fino al versetto 15.Ma, al versetto 16, conclude: Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.Ma come? Prima dice che Gesù è “figlio” cioè della schiatta, del casato, della discendenza di Davide e poi dice che Giuseppe, colui che dovrebbe legarlo a Davide, non lo generò, ma lo ha generato la di lui sposa?Come è dunque possibile che Gesù, pur non essendo “generato” da un discendente di Davide, è purtuttavia legittimamente chiamato “figlio di Davide”?Continuiamo la lettura di Matteo:1,18-20: La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. Ma mentre aveva queste cose nell'animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo.Il versetto 19 dice due cose:1) Giuseppe era un uomo giusto;2) Giuseppe non voleva esporre Maria ad infamia.Le due cose sono separate e non consequenziali: la seconda non dipende dalla prima. Giuseppe non voleva esporre Maria ad infamia, non perché fosse un uomo giusto, ma perché “sapeva” che Maria era innocente. E la spiegazione sta appunto in quel “era un uomo giusto”. Come poteva l’Evangelista, cioè lo Spirito Santo, chiamare Giuseppe “giusto” se anche solo per un momento Giuseppe avesse avuto il “sospetto” che Maria le fosse stata infedele?Il giudizio ed il sospetto temerario sono peccato contro l’ottavo comandamento, grave perché la materia era grave e grave perché le conseguenze del sospetto sarebbero state graviCome avrebbe potuto Giuseppe emettere il libello del ripudio senza la conferma scritta di due testimoni? E come avrebbe potuto “licenziarla in segreto” senza aver emesso egli stesso un giudizio definitivo in cuor suo?Le due ipotesi sono impercorribili: Giuseppe, non sarebbe potuto essere dichiarato “giusto” se l’avesse effettivamente decise.No, Giuseppe SAPEVA che la sua Maria era incinta “per opera dello Spirito Santo”.Come?Anch’io,molto modestamente, come alcuni Padri: Basilio, Eusebio, Aimone d’Halderstadt, Salmeron, ed anche San Bernardo, ritengono che sia stato informato dalla stessa Maria.Nel Libro dei Giudici (13:2-6) è raccontata la storia della nascita di Sansone. La madre, sterile, ebbe la visita dell’Angelo del Signore, che le annunciava la nascita di un figlio. Ella, immediatamente, andò dal marito e gli raccontò il fatto: un angelo m’è apparso e mi ha detto questo e questo.Perché Maria avrebbe dovuto fare diversamente?Ricordo fra parentesi che il fidanzamento, presso gli Ebrei, era un perfetto matrimonio (paragonabile al cattolico “rato” ): mancava solo la convivenza: i

Straface Antonio

2024-03-18 10:46:27
Straface AntoniorSosotnped5fa2294 21 8a76aur407emf329f0faclcgahi6t7u0pl3l214 · Contenuto condiviso con: TuttiundefinedGESÙ E L’ADULTERA(Giovanni, 8,3:11)

3 Allora gli scribi e i farisei condussero una donna colta in adulterio; e, fattala stare in mezzo, 4 gli dissero: «Maestro, questa donna è stata colta in flagrante adulterio. 5 Or Mosè, nella legge, ci ha comandato di lapidare tali donne; tu che ne dici?» 6 Dicevano questo per metterlo alla prova, per poterlo accusare. Ma Gesù, chinatosi, si mise a scrivere con il dito in terra. 7 E, siccome continuavano a interrogarlo, egli, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei». 8 E, chinatosi di nuovo, scriveva in terra. 9 Essi, udito ciò, uscirono a uno a uno, cominciando dai più vecchi; e Gesù fu lasciato solo con la donna che stava là in mezzo. 10 Gesù, alzatosi, le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?» 11 Ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neppure io ti condanno; va' e da ora in poi non peccare più».]

È l’unica volta che Giovanni nomina gli Scribi, ma siccome essi appartenevano generalmente al partito dei Farisei, è probabile che Giovanni intenda parlare anche di loro quando parla dei Farisei, e li racchiuda insieme ai Farisei ed ai sacerdoti sotto il nome generico di "Giudei".L'ultimo giorno della festa veniva celebrato con grande allegria, per cui era facile che si trasmodasse e si commettessero disordini.I nemici del Signore, platealmente, in modo da richiamare l'attenzione della piazza, gli conducono una donna sorpresa nel peccato di adulterio e la mettono direttamente di fronte, a lui, fra le persone che lo stavano ascoltando, e pubblicamente, l’accusano del suo peccato. Era un atto di inutile crudeltà, avrebbero potuto tenerla in carcere mentre riferivano il fatto a Gesù, e non dare brutale pubblicità alla sua colpa.I Farisei non si sarebbero abbassati a chiedere a Gesù di giudicare una persona accusata dinanzi al Sinedrio e pertanto il Sinedrio non era stato affatto informato del reato contestato alla donna.

Le prescrizioni della legge Mosaica riguardo alla punizione dell'adulterio si trovano in Levitico 20:10 Se uno commette adulterio con la moglie di un altro, se commette adulterio con la moglie del suo prossimo, l'adultero e l'adultera dovranno essere messi a morte;Deuteronomio 22: 22 Quando si troverà un uomo coricato con una donna sposata, tutti e due moriranno: l'uomo che si è coricato con la donna, e la donna. Così toglierai via il male di mezzo a Israele.

Il Talmud 'Sanhed f.51:2' dà come regola: "Filia Israelita si adultera, cum nupta strangulanda, cum desponsata lapidanda", "Una figlia d'Israele colta in adulterio si strangoli, se maritata, si lapidi, se fidanzata";ma Ezechiele 16: 40 faranno salire contro di te una moltitudine e ti lapideranno e ti trafiggeranno con le loro spade;indica che tutti gli adulteri venivano lapidati. Ma anche per quelli che mantengono la distinzione talmudica secondo la quale le adultere maritate venivano strangolate, e le fidanzate lapidate, le parole: "Mosè ci ha comandato nella legge che cotali si lapidino", indicano semplicemente che il caso di questa donna era precisamente quello contemplato in Deuteronomio 22:23-24.

Gesù, in tutto il suo ministero, non era mai entrato sul terreno della giurisdizione civile o ecclesiastica, riserbata dalla legge ai magistrati, pertanto in questo caso, come nel caso del tributo: Luca 20:22 ci è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?vogliono porre Gesù in un dilemma, in modo che qualunque sia la sua risposta, sarebbe stato preso in fallo:ovvero Gesù assolvendo la colpevole, sì esponeva ad essere condannato a morte dal Sinedrio come bestemmiatore;se la condannava, entrava in conflitto colla autorità romana, la quale non puniva di morte l'adulterio, ed aveva tolto ai Giudei il potere di vita e di morte. (Giovanni 18,31Allora Pilato disse loro: «Prendetelo voi e giudicatelo secondo la vostra legge!». Gli risposero i Giudei: «A noi non è consentito mettere a morte nessuno».)

Pertanto il tranello era: Qualunque fosse la sua decisione si sarebbe messoin opposizione alla legge di Mosè,o in conflitto con l'autorità romana.

Ma Gesù si mise a scrivere con il dito in terra.Il Signore sedeva probabilmente sul suo mantell

Straface Antonio

2024-03-17 19:16:47
Straface AntoniosrSteondop21il3l45g0apia11 61f43aaac7t29el f299rt2m3ih110g07 · Contenuto condiviso con: TuttiundefinedTUTTO È COMPIUTO(le sette frasi di Gesù sulla croce)Continua 6 di 6

Vi sono sette frasi pronunziate da Cristo sulla croce, delle quali una è ricordata sia da Matteo che da Marco, tre da Luca, e tre da Giovanni. Tre furono rivolte a Dio suo Padre, e quattro a quelli che circondavano la sua croce.Le commenterò tutte con la successione di tempo di come Gesù le pronunciò

Qui commento

La settima frase è riferita dal solo Luca, 23: 46 Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio».

Gesù affida al suo Padre celeste l'anima ricevuta al momento del suo concepimento del seno purissimo della vergine Maria Madre sua, perchè la custodisca per tutto il tempo durante il quale il suo corpo giacerà nel sepolcro.Con queste parole, il Salvatore dichiara la sua perfetta natura umana composta da corpo ed anima e che la sua anima non sarà annientata dalla morte, ma continuerà a sussistere, anche separata dal corpo, e che egli l’affida al Padre perché la custodisca, finché non venga nuovamente riunita al corpo al terzo giorno.La dottrina Protestante specie quella Presbiteriana si appella a questa frase del Signore per contestare la frase del credo degli Apostoli “discese agli inferi,” che è invece esplicitamente insegnata da Pietro:1 Pietro, 3: 18 Anche Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio. Fu messo a morte quanto alla carne, ma reso vivente quanto allo spirito. 19 E in esso andò anche a predicare agli spiriti trattenuti in carcere,che loro così spiegano “che vi si è recato nello spirito, cioè nel modo d'esistenza da lui assunto con la risurrezione.” E pertanto DOPO la resurrezione.

Ma così facendo essi dimenticano le TRE esistenze presenti sulla Croce:sulla croce vi era un corpo umano ed una anima umana creata al momento del concepimento di Maria per opera dello Spirito Santo (Luca, 1:35 e Matteo,1:18 e 20)a quel corpo e quell’anima si unì in una unione ipostatica cioè una personificazione della realtà divinaGiovanni 1: 1 Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. 2 Essa era nel principio con Dio.Per conseguenza di questa unione14 E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre.E dunque sulla croce vi era il corpo di Gesù, la sua anima creata ed immortale e la Sua divinità da sempre posseduta.Lo Spirito che Lui consegna al Padre è la sua anima umana non certo al sua divinità.E pertanto: il corpo è pronto per la tomba,l’anima è consegnata in divina custodia al Padree LA PAROLA coeterna al Padre scende agli inferi a portare quel Suo “tutto è compiuto”

Alla stessa conclusione arriviamo se consideriamo questi altri versetti dello stesso Pietro:1 Pietro 1:11 Essi cercavano di sapere l'epoca e le circostanze cui faceva riferimento lo Spirito di Cristo che era in loro, quando anticipatamente testimoniava delle sofferenze di Cristo e delle glorie che dovevano seguirle. 12 E fu loro rivelato che non per se stessi, ma per voi, amministravano quelle cose che ora vi sono state annunciate da coloro che vi hanno predicato il vangelo, mediante lo Spirito Santo inviato dal cielo: cose nelle quali gli angeli bramano penetrare con i loro sguardi.Come esempio dell'attività salutare del Cristo dopo la sua morte in croce, Pietro cita la predicazione del Vangelo fatta da Cristo agli spiriti degli uomini antidiluviani, i quali, quando vivevano in carne, ai tempi di Noè, mentre si preparava l'arca, erano stati ribelli agli avvertimenti divini e non avevano messo a profitto il tempo concesso loro dalla pazienza di Dio per ravvedersi.Lo stesso Spirito di Cristo adesso si recava nel carcere dell'Ades, per annunziare ed offrir loro la salvezza da lui compiuta.e pertanto se lo Spirito di Cristo che al tempo di Noè testimoniava delle FUTURE sofferenze di Cristo, ADESSO scendeva nell’Ades è evidente che Gesù non scese nell’Ades con il suo “spirito- anima” che aveva consegnato al Padre e che al tempo di Noè NON era ancora stato creato, ma vi scese col Suo Spirito divino di Figlio, ovvero della Parola coeterna al Padre e preesistente allo spirito-anima ricevuto nel seno purissimo della Vergine Madre..Quel che non sarebbe stato in grado di fare con il suo spirito umano adesso, liberato dalla carne gli è possibile fare. Può adesso proclamare, anche a loro che "tutto è compiuto" e proclamarlo non agli Israeliti soltanto, ma anche a tutti gli spiriti dei defunti che non avevano potuto conoscere la grazia di Dio, spiriti innumerevoli, spir

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