Rossella Abbondanza

- Testimonianze per un mondo migliore - La vita tra le dita, la forza della vita.

2018-08-23 13:15:37

"È avvenuto tutto all'improvviso. Mi ero immerso in una secca poco lontana dal capo che protendendosi verso il mare aperto chiude a sud la baia di Siracusa. Quella mattina mi accadde di arpionare una cernia. Una cernia robusta, combattiva. Si scatenò sul fondo una vera e propria lotta titanica fra la cernia che pretendeva di salvare la sua vita e me che pretendevo di togliergliela. La cernia era incastrata in una cavità fra due pareti; cercando di rendermi conto della sua posizione passai la mano destra lungo il suo ventre. Il suo cuore pulsava terrorizzato, impazzito dalla paura. E con quel pulsare di sangue ho capito che stavo uccidendo un essere vivente. Da allora il mio fucile subacqueo giace come un relitto, un reperto archeologico impolverato nella cantina di casa mia. Era il 1967. " Enzo Maiorca ❤️

Rossella Abbondanza

La magia della sera

2018-08-23 11:37:09

È spesso la sera che accadono le magie. Le luci calde avvolgono i palazzi, i monumenti, i vicoli; tutto appare misterioso, più antico, meno ostile. Accade sovente di sera che una velata malinconia accompagni il passo lento del viandante distratto che più volte ha battuto quel vicolo senza mai posare lo sguardo al di là del calpestìo. È accaduto anche a me di osservare con occhi spalancati, attenti e proiettati in un'altra dimensione, di fermarmi, per una volta, ad ammirare i dettagli di mura, gradini e balaustre ferme lì, immobili, da tempo immemore. La scalinata barocca presente dalla fine XVIII secolo rivela improvvisamente tutto il tempo, la storia e le intemperie conosciute rendendola così straordinariamente bella: rendendomi così magicamente sognante. Chiesa di San Domenico Maggiore - Taranto

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Rossella Abbondanza

Tradizioni e modernità

2018-08-23 11:02:49

Iniziai presto a nutrire diffidenza nei confronti di quel tizio elegantemente vestito ma dall’aria confidenziale, con occhiali attaccati ad una cordicella nera e la camicia immacolata leggermente aperta sul petto e la voce rassicurante. Veniva a farci visita con cadenza abbastanza regolare ed avevo circa 14 anni quando mia madre iniziò ad obbligarmi ad attendere con lei l’arrivo di questo signore che sapevo venire dalla provincia di Lecce, carico di morbide e pregiate meraviglie, ricamate a mano da misteriose signorine che immaginavo con gonnelloni e crocchie scure perennemente chine su tessuti candidi abbandonati sulle loro ginocchia e pronti da colorare con le loro sapienti mani. Il primo appuntamento lo accolsi come un momento importante della mia vita, segnava il passaggio dall’infanzia all’adolescenza ma proseguiva, in fondo, il gioco di ruolo che tante volte avevo ripetuto con le mie amiche: la mammina premurosa che accudiva il proprio bambolotto preparando la pappa e vestendolo con abitini profumati di bucato fresco. Non ero pronta a guardare al mio futuro di moglie e madre ma la premura di mia madre nel voler ad ogni costo avviare quella pratica della realizzazione del corredo mi faceva pensare che non fosse così lontano e quindi urgente. Ricordo lo sguardo serio di mia madre mentre mi dava precise istruzioni prima dell’arrivo del commesso: “Mi raccomando, scegli bene perché questo signore vende corredo di un certo valore. Scegli cose belle ma che siano anche pratiche.” L’ansia fu grande ma la voglia di giocare alla donna di casa prese il sopravvento. Fu così che timidamente scelsi le mie prime tovaglie di fiandra ricamate a punto pieno e punto catenella con disegni dai colori e soggetti autunnali che ancora oggi resiste ai lavaggi intensi e frequenti. Scelsi anche alcune lenzuola in lino ricamate a punto a giorno e ad altre tovaglie, in lino, delicatamente intagliate a diventare un pizzo meraviglioso. Ricordo che nei giorni successivi, di tanto in tanto, aprivo il mobile che custodiva il mio corredo appena iniziato per osservare meglio quanto da me scelto per scoprire nuovi dettagli sorprendendomi per la precisione del disegno. Fu un momento esaltante e di breve durata. Pensai di aver svolto egregiamente il mio compito ma al momento del commiato sentii parole poco confortanti: stavano fissando un nuovo appuntamento a distanza di circa tre mesi! Facevo bene a preoccuparmi perché la storia si ripeté per molte altre volte perché scoprii che non erano una tovaglia, una parure da letto ed un copriletto a fare un corredo che si rispetti ma decine di pezzi di ognuno! Fu così che passarono anni prima di chiudere la pratica mentre, parallelamente, iniziai ad apprezzare lenzuola con elastici agli angoli e tovaglie con stampe vivaci raffiguranti soggetti fantastici spesso inventati e dai colori sgargianti. Iniziai ad intraprendere la mia strada nella vita e nelle mie giornate frenetiche il sapone di marsiglia ed il ferro a carbone mal si adattavano ai tempi stretti di cui disponevo per prendermi cura delle meravigliose trine che rappresentavano l’investimento per il mio futuro di donna/madre/casalinga. Cresceva una forte attrazione per gli elettrodomestici di ultima generazione e ben presto , il Re della cucina del 20° secolo, entrò nella mia vita per non lasciarmi più: IL BIMBY. Da quel momento l’incanto si ruppe e la praticità prese il sopravvento sulla bellezza, delicatezza e pregio del corredo faticosamente realizzato. Pensai che si vive secondo le proprie possibilità, ritagliandosi faticosamente spazi in giornate fitte di incombenze ed obblighi e con questa motivazione sentii gravare meno sulla coscienza lo scarso utilizzo di quanto faticosamente accumulato dalla mia premurosa madre. Il tempo delle nostre nonne; della fatica, del sacrificio, dei ritmi lenti e ripetitivi non ci appartiene più così come le antiche tradizioni. Non bisogna dimenticarle ma neppure ritenere possibile una continuità perché ognuno è in grado di vivere il proprio tempo, non quello che non ha mai conosciuto.

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