Rossella Abbondanza

Coffee break!

2018-08-29 11:35:18

Sono gentile, simpatica e sorridente fino a quando non si esaurisce l'effetto del caffè. La tazzina di porcellana in uno studio odontoiatrico ha un solo significato: siamo ecologisti e limitiamo l'uso della plastica. Madre natura ringrazia. 😁

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Rossella Abbondanza

La tecnica di Livia

2018-08-27 06:00:52

Mentre tagliuzzavo minuziosamente l'aglio da aggiungere alle " zucchine alla poverella" mi sorprendo per l'ennesima volta a pensare che questa tecnica la applico da quando ho incontrato Livia. Ogni volta che taglio in quel modo Livia riappare con un grembiule ed una ciotola colma per metà di peperoni gialli verdi e rossi, arrostiti e tagliati a listarelle mentre io osservo il suo modo, diverso dal mio, di sminuzzare l'aglio. Ricordo, ogni volta, che Livia ha occupato uno spazio breve ma importante nella mia vita ed il semplice gesto di sminuzzare l'aglio mi fa rivivere in pochi minuti l'emozione di anni di risate, battute, canzoni, scherzi, confessioni. Così per altre persone mi ritrovo a ricordare e sorridere mentre ripeto quel gesto, quella frase, quella canzone. Ci sono abitudini ed atteggiamenti ereditati da ogni singola persona incrociata, per un giorno, un mese, un anno che fanno di me quella che sono oggi. A mia volta avrò lasciato qualcosa ad altri. Chissà cosa, di me, verrà ripetuto, ricordato, tramandato. Me lo chiedo spesso e mi piacerebbe tanto saperlo ma non essendo possibile mi limito a lasciare il meglio che posso. Mentre insegnamo impariamo e mentre impariamo insegnamo. Se siamo osservatori attenti impariamo molto di più.

Rossella Abbondanza

La mia sera

2018-08-25 20:19:25

Il giorno fu pieno di lampi; ma ora verranno le stelle, le tacite stelle. Nei campi c’è un breve gre gre di ranelle. Le tremule foglie dei pioppi trascorre una gioia leggiera. Nel giorno, che lampi! che scoppi! Che pace, la sera! Si devono aprire le stelle nel cielo sì tenero e vivo. Là, presso le allegre ranelle, singhiozza monotono un rivo. Di tutto quel cupo tumulto, di tutta quell’aspra bufera, non resta che un dolce singulto nell’umida sera. E’, quella infinita tempesta, finita in un rivo canoro. Dei fulmini fragili restano cirri di porpora e d’oro. O stanco dolore, riposa! La nube nel giorno più nera fu quella che vedo più rosa nell’ultima sera. Che voli di rondini intorno! Che gridi nell’aria serena! La fame del povero giorno prolunga la garrula cena. La parte, sì piccola, i nidi nel giorno non l’ebbero intera. Nè io … che voli, che gridi, mia limpida sera! Don … Don … E mi dicono, Dormi! mi cantano, Dormi! sussurrano, Dormi! bisbigliano, Dormi! là, voci di tenebra azzurra … Mi sembrano canti di culla, che fanno ch’io torni com’era … sentivo mia madre … poi nulla … sul far della sera. G. Pascoli

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