Paola Buonomini

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In QUESTA....meravigliosa e MISTICA Cornice di silenzi....in. questa antica Chiesa....la nostra ANIMA può trovare. energia....con la PREGHIERA a Santa Maria delle Grazie...

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Paola Buonomini

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Il riposo del guerriero! Poppy la nostra gattina di 4 mesi!!! 🦁🦁🦁

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Paola Buonomini

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IN ATTESA DELLA SUA VENUTA Le disgrazie sono sempre pronte! Chissà quante volte l’abbiamo sentito dire, o anche fatto nostro questo detto popolare. Il Vangelo di questa domenica (Luca12, 32-40) ribalta la logica negativa, l’idea di un futuro da cui c’è da aspettarsi prima o poi il peggio. L’imprevisto cristiano non è la sventura, la sfortuna, l’evento catastrofico, ma l’intervento positivo, salvifico e liberante, di Dio nella nostra storia: Gesù dice che il Padre vuole darci il Regno, la venuta del Figlio dell’uomo sarà per prendersi cura di noi. Il Vangelo è preceduto da un breve testo della Sapienza (19, 6-9) che in epoca tarda – ultimo secolo avanti Cristo – fa memoria dell’esodo, dell’intervento liberante di Dio in favore del suo popolo oppresso in Egitto. La fede di Israele si fonda su quell’evento salvifico: il Signore si è preso cura di noi, si è schierato dalla nostra parte... e continuerà a farlo, per tenere viva la memoria e rinnovare questa convinzione gli ebrei celebrano la Pasqua. La stessa Pasqua che Gesù celebra nell’ultima cena, per istituire un’altra memoria: il dono di sé sulla croce, che sarà donato a noi nell’Eucaristia, che è memoria della sua morte e risurrezione e attesa della sua venuta: della seconda venuta, del suo ritorno. E il tempo della Chiesa è tra la prima e la seconda venuta di Gesù, e bisogna attenderla, farci trovare pronti. Non sappiamo quando, su questo si sofferma il brano del Vangelo: come non si può prevedere a che ora il ladro viene a scassinare la casa, a che ora ritorna il padrona da una festa di nozze che si protrae a lungo. Al suo ritorno dalla festa il padrone vuol trovare i suoi servi pronti “con le vesti strette ai fianchi e le lampade accese” cioè non mezzi addormentati, non sfaccendati, ma pronti e vigilanti. Però è bello il capovolgimento della scena raccontato dalla parabola: il padrone si fa servo, si mette lui l’abito da lavoro (ci possiamo vedere lo stesso movimento raccontato da Giovanni per la lavanda dei piedi) e passa a servire. Insomma: la venuta, o meglio il ritorno di Gesù è in nostro favore, per mostrarci la sua tenerezza, per metterci a parte del suo Regno. Da parte nostra è richiesta l’attesa, che non è stare con la mani in mano ma lavorare per la stessa causa di Gesù. Ecco l’appello pressante a non diventare schiavi della ricchezza (che riprende la parabola del ricco stolto della domenica precedente) perché il nostro cuore non sia schiavo di altri tesori. E soprattutto la fede, la fede pronta, che si mette in cammino, che accetta la precarietà della vita trovando in Dio la sicurezza vera. La stessa fede di Abramo e di Sara (Ebrei 11, 8-12), che vecchi e senza figli partono senza neanche sapere la meta, che si fidano di Dio, che accettano di non costruirsi una casa vivendo sotto una tenda, segno di una provvisorietà che non confida nella cose materiali ma che si affida al Signore. Buona domenica!

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