Maria Di Biase

Pasqua è finalmente arrivata ! Siete pronti/e ? Per coloro che non hanno ancora le idee chiare sui piatti da cucinare e/o sui dolci da assaggiare e ondeggiano indecisi fra tradizione e innovazione, ecco qualche suggerimento... Pasqua 2019: i piatti tipici della tradizione Sono tantissimi i piatti tipici della tradizione pasquale in Italia, ogni regione ha una sua tipicità. Vediamo alcuni dei piatti tipici delle regioni italiane. Campania: La Pastiera Fiore all’occhiello della cucina napoletana, la pastiera ha ricevuto il riconoscimento ufficiale di prodotto agroalimentare campano. Si racconta che, per la sua bontà, l’imperatrice Maria Teresa D’Asburgo che non rideva mai, avendola assaggiata avesse fatto uno dei suoi primi sorrisi e da qui nasce anche il detto napoletano “magnatell’ ‘na risata”. La pastiera, di colore giallo, altro non è che una torta di pasta frolla croccante, con il morbido ripieno di ricotta, uova, zucchero, frutta candita e grano bollito nel latte. Nella ricetta originale viene inoltre aromatizzata con cannella, canditi, scorze d’arancia e vaniglia. Versione differente può essere quella salernitana che si ottiene sostituendo il riso al grano, oppure quella di Mondragone preparata senza ricotta. Esistono anche delle varianti moderne che prevedono l’aggiunta di cioccolato bianco all’impasto. Toscana: La Schiacciata. La schiacciata di Pasqua è una preparazione tipica pasquale della Toscana, in particolare delle città di Pisa e Livorno.Un lievitato che ha bisogno di tempo per la preparazione: bisognerà infatti realizzare cinque impasti, ma che non è difficile da preparare. Come prima cosa si preparerà la “biga”, cioè del lievitino, per poi procedere con le diverse fasi di preparazione. L’impasto viene poi arricchito con semi di anice e liquori e cotto in stampi per panettoni: il risultato è un pan dolce dal sapore aromatico da consumare per la colazione di Pasqua o per il picnic di Pasquetta. Liguria: Torta Pasqualina Si prepara nel periodo di Pasqua, la torta Pasqualina, composta da deliziosi veli di sfoglia farciti con un gustoso ripieno, tipica della tradizione culinaria ligure. Solitamente è farcita con spinaci o erbette, ricotta e le immancabili uova che si scoprono al taglio della prima fetta.Il tutto racchiuso in sfoglie di pasta sottili che la rendono una perfetta torta salata da gustare nelle consuete gite fuori porta del Lunedì dell’Angelo. Sicilia: Agnello di Pasqua Spostiamo poi l’attenzione di nuovo al sud con l’agnello di Pasqua. Fate attenzione però, perché non è un secondo, ma un dolce creato con la pasta di mandorle, una delle preparazioni al top in Sicilia. La sua forma ricorda proprio quella di un agnellino seduto per terra e oggi è uno dei dolci proprio tipici di tutte le città siciliane per eccellenza. Si prepara nel periodo di Pasqua, la torta Pasqualina, composta da deliziosi veli di sfoglia farciti con un gustoso ripieno, tipica della tradizione culinaria ligure. Solitamente è farcita con spinaci o erbette, ricotta e le immancabili uova che si scoprono al taglio della prima fetta.Il tutto racchiuso in sfoglie di pasta sottili che la rendono una perfetta torta salata da gustare nelle consuete gite fuori porta del Lunedì dell’Angelo. Piemonte: Brasato al barolo Il Piemonte è forse l’unica regione italiana dove il secondo piatto pasquale non è l’agnello, bensì il brasato al Barolo, uno stufato fatto con carne di manzo della razza fassone, allevata nelle Langhe, marinata per almeno mezza giornata nel pregiato vino rosso – insieme a sedano, carote, cipolle, bacche di ginepro, chiodi di garofano e cannella – e cotta nello stesso liquido per due ore a fuoco dolcissimo. Le erbe aromatiche vanno in seguito frullate e unite nuovamente alla carne, che deve cuocere ancora mezz’ora e poi può essere servita, solitamente con il purè di patate o la polenta.

Maria Di Biase

CUCINA GIAPPONESE - I DOLCI PIU' FAMOSI Come nel salato, i giapponesi hanno sfoderato la loro innata eleganza anche nel dolce, creando ricette visivamente spettacolari. I dolci tradizionali giapponesi provengono da una lunga ricerca: sono stati tramandati per generazioni. La cultura del Wagashi è per loro molto importante. La andremo ad approfondire insieme, per comprendere tutte le caratteristiche fondamentali delle ricette di dolci giapponesi. I dolci occidentali si diversificano moltissimo dai dolci giapponesi. Il Wagashi, che regola queste tradizionali ricette, vieta assolutamente gli ingredienti di origine animale nella realizzazione dei dolci. Ciò significa che, contrariamente alla nostra cultura, i giapponesi utilizzano solo ingredienti di tipo vegetale per i dolci. Tra i prodotti più utilizzati nella loro creazione, possiamo trovare agar-agar, fagioli azuki, patate dolci, farina di riso, sesamo e soia. Certamente, a noi possono sembrare ingredienti fuori dal comune, ma vi assicuriamo che i dolci giapponesi sono davvero molto buoni e adatti a ogni tipo di palato. I dolci giapponesi che si servono con il tè Un’altra caratteristica dei dolci giapponesi sono appunto le classiche mono porzioni. Dimenticate le nostre torte, dimenticate il sapore troppo “zuccherato”; quest’ultimi sono assolutamente studiati per essere gustati da una persona soltanto. Non fanno ingrassare come i nostri dolci, inoltre. I dolci più comuni durante la cerimonia del tè sono: Taiyachi: questo dolce può essere trovato spesso come street food. È a forma di pesce. Il nome si traduce con “orata al forno”. Viene preparato grazie all’impasto tipico dei pancake. Può essere ripieno di crema pasticcera, ma è nota la versione salata, con salsiccia e formaggio; Dango: le classiche polpettine di riso che vengono poste una di fianco all’altra mediante uno spiedino. Vengono preparate con farina di patate, o di miglio o di sesamo. Sono solitamente di colore rosa, verde e bianco, e vengono ricoperte con lo sciroppo d’acero; Anpan: una sorta di pane dolce, proposto spesso nella classica forma rotonda. Viene riempito con la marmellata di fagioli azuki, conosciuta con il nome di anko; Mochi: questo dolce è molto simile al dango. Può essere accompagnato da foglie di ciliegio, fagioli rossi, frutta e zucchero a velo; Anmitsu: la gelatina giapponese ottenuta dall’agar.

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CUCINA GIAPPONESE - LO YAKINIKU Il termine Yakiniku (焼き肉), tradotto semplicemente “carne alla griglia” nacque per indicare il barbecue all’occidentale ma quando, in seguito all’invasione della Corea, aprirono in Giappone numerosi ristoranti coreani che servivano carne alla griglia il termine yakiniku finì per essere usato per descrivere il barbecue alla coreana. Ad oggi molti indicano il barbecue alla coreana come il piatto da cui ha avuto origine il moderno yakiniku ma ci sono anche fonti autorevoli, come l’NHK, la tv nazionale giapponese, che dichiarano che lo yakiniku giapponese si è sviluppato dopo la seconda guerra mondiale e non ha nulla a che fare con la versione coreana del barbecue. Come molti altri piatti della cucina giapponese anche lo Yakiniku prevede che gli ingredienti, diversi tagli di carne di manzo marinata e verdure, vengano serviti crudi e poi cotti dai commensali su una griglia in comune posta in mezzo al tavolo. Carne e verdure vengono poi mangiati accompagnati da alcune salse tra le quali la più famosa, chiamata tare, è fatta con una base di salsa di soia, mirin, sake, zucchero, sesamo e aglio. Ingredienti Cosa grigliare, a scelta: fettine di carne di manzo (deve avere un po’ di grassetto, scegliete roastbeef) fettine di pancetta costolette d’agnello gamberi e scampi cipolle funghi shiitake lasciati a mollo in acqua per una notte falde di peperoni porri a pezzi di 5 cm mochi da grigliare altre verdure a scelta (fettine di zucca, fettine di zucchine, melanzane, etc..) per la salsa tare 12 cucchiai di sake da cucina 12 cucchiai di mirin 18 cucchiai di salsa di soia 6 cucchiai di zucchero Preparare la salsa tare Mescolare bene tutti gli ingredienti per la salsa tranne il sesamo e lo shichimi, fino a che lo zucchero non si sia sciolto. Dividere in piattini individuali e spolverare con il sesamo. Servire a parte lo shichimi in modo che ognuno possa aggiungere il piccante a piacere. Preparate gli ingredienti della grigliata su piatti da portata. Le fettine di carne devono essere tagliate a pezzi di circa 5 cm per 3, in modo da poterle prendere con le bacchette. Opzionalmente l’agnello può essere marinato per due ore in una salsa con pepe, zenzero grattuggiato, aglio grattuggiato e salsa di soia. Accendere la griglia e aspettare che diventi calda. Cuocere i pezzi di carne, pesce o verdura che si preferiscono e intingerli nella salsa tare. 6 cucchiai di sesamo bianco tostato 2 spicchi d’aglio grattugiato 2 cucchiai di zenzero grattugiato (col suo succo) 2 cucchiai di miso bianco (shiro miso) (opzionale) shichimi togarashi a piacere

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