Mamma Oggi

Founder Junior

Sono del parere che essere padri non voglia dire necessariamente essere papà. Insomma, bisognerebbe fare una divisione ottimale delle due categorie. Ci sono uomini con figli che “faccio tardi che ho calcetto” e ci sono papà che “spero di tornare presto”. Ci sono uomini con figli che “stasera c’è la partita in TV” e ci sono papà che “chi vuole vedere un cartone con me?”. Ci sono uomini con figli che “finalmente il weekend e posso riposarmi” e ci sono papà che “finalmente il weekend e possiamo stare insieme”. Ci sono uomini con figli che tornano da lavoro che “sono distrutto” e poi ci sono i papà che “mi siete mancati”. Ci sono uomini con figli che basta un cognome per sentirsi padri, e poi ci sono i papà che si prendono cura dei propri figli anche se hanno un cognome diverso. Ci sono uomini con figli che “e ma io porto i soldi a casa” e poi ci sono i papà che tutte le mattine prima di andare a lavoro è una pugnalata al cuore. Ci sono uomini con figli che guai a far le cose "da mamma" e poi ci sono i papà che si sporcano le mani di cacca e i vestiti di vomito. Il mondo si divide tra quegli uomini che si limitano a mettere due spermatozoi e i papà che scelgono di far parte della vita dei propri figli.

Mamma Oggi

Founder Junior

Il bambino è il maestro, arriva al cinema il documentario sul metodo Montessori

2019-10-03 14:22:27

Arriva finalmente nei cinema italiani il documentario francese dedicato al metodo Montessori. Si intitola “Il bambino è il maestro” ed è in programma nelle sale cinematografiche del nostro paese il 14 e 15 ottobre.

Mamma Oggi

Founder Junior

IL MESTIERE PIÙ ANTICO DEL MONDO Ho da poco iniziato una nuova avventura, il lavoro dei miei sogni, quello che, dopo aver realizzato che da grande non avrei fatto né l’astronauta, né il dentista (perché l’idea di dover mettere le mani in bocca alle persone mi turbava troppo), avrei voluto fare non appena mi fossi sentito in grado. Così, quando è arrivata l’occasione mi sono buttato e l’ho fatto. Fino ad oggi ho svolto un sacco di lavori molto diversi fra loro. Mentre studiavo ho fatto il muratore, il data-entry, il correttore di bozze, il turnista notturno e il web designer freelance. Poi ho iniziato a lavorare nel marketing come product manager, sono diventato responsabile di un servizio prima e di un’azienda poi, e non mi sono mai tirato indietro, nemmeno quando il gioco si faceva via via più complicato, nemmeno quando non avevo tutte le conoscenze richieste dal ruolo o quando la paga non era adeguata alla mole di cose da fare. Lo facevo per passione, ma lo facevo principalmente per me, perché ero curioso, avevo fame di imparare e sete di sentirmi realizzato. Da qualche mese però ho intrapreso una nuova avventura e, anche qui, le mie conoscenze non erano per nulla adeguate al ruolo, ma sono rimboccato le maniche e sono partito. Si tratta di un mestiere duro, non ci sono dubbi, che richiede impegno e abnegazione e tiene occupati corpo e mente ventiquattrore al giorno, sette giorni su sette. Spesso lo svolgo in piedi, correndo qua e là dove c’è più bisogno di me e delle mie capacità. Per farlo bene, ho dovuto apprendere i rudimenti di economia e di medicina (perché riflettendoci bene può capitare anche di dover infilare le mani in bocche altrui, anche se l’idea di fare dentista è ormai un capitolo chiuso). Gradita è anche una buona capacità di problem solving, gestione delle emergenze e, avanzando di carriera, un pizzico di tuttologia. La pausa pranzo non è prevista, o meglio, lo è soltanto quando tutto è stato sbrigato e solo dopo che i “grandi capi” hanno avuto il loro cibo, e persino le “pause in bagno” son costretto a gestirle in fretta e furia, spesso non fermandomi neanche lì e parlando con colleghi e associati, perché senza il mio ruolo chiave, così come quello dei miei pari, tutto andrebbe alla deriva. Non esistono weekend liberi, nessuna festività accordata e, anzi, proprio in quei giorni le attività crescono esponenzialmente. Inoltre non esiste riposo e devo essere sempre reperibile, anche la notte, quando una chiamata potrebbe arrivare all’improvviso e richiedere la mia più totale concentrazione e operatività. Economicamente parlando la paga fa schifo, sì, perché da quando ho iniziato non ho ancora visto una lira. Anzi, addirittura continuo a sborsare soldi. Ma lo faccio di buon grado, per garantirmi il posto e al tempo stesso per mantenere un clima di serenità generale. Non sono certo il primo a fare questo mestiere massacrante, così come son certo che non sarò nemmeno l’ultimo, ma anche se il mio impiego a volte mi porta al limite dello sfinimento, spesso sul ciglio di una crisi isterica, c’è una cosa così speciale che nessun altro lavoro al mondo saprebbe offrirmi, i sorrisi e gli abbracci dei miei bimbi, mentre mi prendo cura di loro, e la gioia di vederli crescere e imparare anche grazie a quello che, a volte soltanto per tentativi, posso insegnare loro. Per questo, come tanti miei colleghi, non posso che esser grato di svolgere il mestiere più antico del mondo (no, non quello!), quello del genitore, che è senza dubbio l’impiego più bello che ci sia.

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74