Gino Attilio Timo
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Il welfare familiare: nel 2018 gli italiani hanno speso oltre 143 miliardi per prestazioni sociali Luciano Dragonetti Presidente presso Mutua MBA Il welfare - visto dal lato della domanda, cioè analizzato in termini di richiesta delle famiglie - è considerato dal Rapporto un "settore produttivo" a tutti gli effetti che vale oggi 143,4 miliardi (+6,9% rispetto al 2017), equivalente a circa l'8,3% del Pil. Si tratta nei fatti di una delle principali industrie del Paese. Il suo volume è superiore a quello dell’industria assicurativa (139,5 miliardi di raccolta tra ramo danni e vita) e del settore alimentare (137 miliardi di fatturato), e vale circa una volta e mezzo quello della moda (95,7 miliardi) e tre volte e mezzo quello del mobile (41,5 miliardi). In particolare secondo il Rapporto l’area di spesa più rilevante, e al tempo stesso in maggior crescita rispetto al 2017, è la salute: gli italiani nel 2018 hanno speso complessivamente 37,7 miliardi di euro, un aumento dell’11,9% rispetto all'anno precedente. Segue l'ambito relativo ai supporti al lavoro, ovvero quanto gli italiani spendono ogni anno per recarsi al lavoro o mangiare durante l'orario lavorativo, pari a 31,9 miliardi. Non è stato fornito nessun testo alternativo per questa immagine Secondo i dati, nel 2018 ogni famiglia italiana ha speso in media 5.611 euro, circa il 18,6% del proprio reddito netto (pari in media a 30.134 euro) per il welfare. Tale spesa varia però molto in relazione alle condizione economiche: si oscilla infatti dai 3.206 euro per le famiglie più povere fino ad arrivare ai 13.030 per quelle più agiate. Molto significativa è però l’incidenza percentuale della spesa di welfare sul reddito, che risulta essere massima nel segmento dei meno abbienti (22,8%) e progressivamente minore in tutti gli altri segmenti (oscillante tra il 16% e il 18,6%). Questo dato è rilevante in quanto evidenzia la grande fatica per le famiglie con redditi bassi e molto bassi ad accedere a servizi che rispondo a bisogni fondamentali, come salute e istruzione. Anche per tale ragione oltre il 40% delle famiglie italiane è stato costretto a rinunciare ad almeno una prestazione sanitaria. Nel 10,2% dei casi, secondo il Rapporto, si è trattato di "rinunce rilevanti. Tale fenomeno raggiunge un incidenza del 61,5% tra la fascia della popolazione meno abbiente. A questo riguardo, il Rapporto di Mbs Consulting sostiene che la rinuncia ad usufruire di un intervento sociale a causa dei suoi costi eccessivi - soprattutto in ambito sanitario - ha raggiunto una estensione tale da costituire uno dei problemi sociali più rilevanti della nostra epoca e rappresenta un segnale evidente del fatto che il Welfare State è sempre più lontano dall’obiettivo di garantire una copertura universale dei rischi sociali.
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L’italiano non è una lingua a “fisarmonica”. Utilizziamolo correttamente e siamone sempre orgogliosi!
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