Ioana Sandra Nicolae

Business & Finanza

Il fascino ricurvo della Via Lattea La mappa delle stelle ora è in 3D Gli astronomi dell’Università di Varsavia hanno disegnato una mappa tridimensionale della galassia che mostra come la nostra isola stellare non sia un disco piatto ma si pieghi da una parte verso l’alto Sarebbe contento Jonathan Archer, il comandante dell’astronave Enterprise di Star Trek, della notizia diffusa dagli astronomi dell’Università di Varsavia. Hanno disegnato una mappa tridimensionale della galassia Via Lattea che mostra come la nostra isola stellare non sia un disco piatto ma alle estremità si pieghi da una parte verso l’alto e dall’altra verso il basso garantendole una forma vezzosa, più accattivante rispetto all’immagine nota fino ad epoche recenti. Lo scienziato «La deformazione era stata intuita, ma è la prima volta che attraverso altre stelle siamo riusciti a tracciare un preciso disegno in 3D», nota Przemek Mroz, uno dei giovani scienziati coinvolti dall’impresa. I viaggi del comandante Archer, dunque, sarebbero adesso più sicuri nell’esplorazione tra i pianeti della Federazione. Ma, fantascienza a parte, la mappa ci rivela in dettaglio il mondo intorno al sistema solare e alla Terra. Ne abbiamo traccia se alziamo gli occhi al cielo nelle notti buie al mare o sulle montagne scoprendo stelle che dalle città ormai sono invisibili per l’inquinamento luminoso. E vediamo una fascia biancastra che attraversa la calotta celeste particolarmente intensa in una zona verso la costellazione del Sagittario dove il centro della Via Lattea nasconde, tra nubi interstellari, un poderoso buco nero divoratore di materia. Trecento miliardi di astri formano la nostra roteante isola stellare del diametro di 120 mila anni luce, impiegando 250 milioni di anni per un solo giro alla velocità di 220 chilometri al secondo.Noi ci troviamo a metà strada, verso il confine esterno. Per disegnare la mappa gli astronomi dell’Università di Varsavia hanno preso come riferimento 2.400 stelle Cefeidi, famose (battezzate «candele celesti») perché la loro luce pulsa con una precisione ben nota consentendo di misurarne bene la posizione. I bordi rialzati Quindi sono dei preziosi riferimenti e grazie ad esse sono riusciti a stabilire che i bordi della galassia si alzano e si abbassano rispetto al piano anche di 4500 anni luce. A provocarne l’alterazione sarebbe la forza delle galassie vicine, le Nubi di Magellano. «Così confermiamo la storia della nostra galassia e spieghiamo il perché delle sue forme», conclude Jan Skowron sulla rivista scientifica Science. Ascoltando «Via Lattea» di Franco Battiato, forse ora riusciamo a immaginare con ancor maggior fascino le sue rotte canore.

Ioana Sandra Nicolae

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Ue, Bruxelles pensa a fondo da 100 miliardi per industrie europee La prossima Commissione Europea potrebbe lanciare un fondo sovrano con una dotazione da 100 miliardi di euro per finanziare le industrie top dell’Ue così da renderle in grado di competere con colossi americani e cinesi, da Apple e Google ad Alibaba. Lo scrive il «Financial Times» spiegando che l’ipotesi sarebbe di un «Fondo europeo per il futuro» sarebbe stata sottoposta a Ursula von der Leyen, presidente entrante della Commissione europea, nel quadro delle possibili iniziative da intraprendere nei prossimi cinque anni. Il Fondo - spiega il quotidiano britannico - sarebbe finanziato dagli Stati membri e dovrebbe investire in settori strategici in cui l’Europa è in ritardo rispetto ai rivali globali. Una concorrenza che, peraltro, può contare - almeno nel caso cinese - può contare su sussidi statali e in ogni caso grazie a «mezzi finanziari senza precedenti» hanno «il potenziale per cancellare l’attuale dinamica di innovazione e la posizione industriale dell’industria europea in alcuni settori». «L’Europa non ha tali società», afferma il documento. «Ciò rappresenta un rischio per la crescita, l’occupazione e l’influenza dell’Europa nei settori strategici chiave». Il progetto afferma che il fondo dovrebbe concentrarsi sull’acquisto di partecipazioni a lungo termine in «società con sede nell’UE in settori strategicamente importanti». Le sue priorità di investimento dovrebbero essere «lo sviluppo di settori strategici» e «la costruzione e il rafforzamento dei leader dell’innovazione del futuro». La dotazione da 100 miliardi di euro - continua FT - si baserebbe sulla leva di fondi pubblici da parte dei governi dell’UE.

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Ioana Sandra Nicolae

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Fyodor, il robot antropomorfo è partito alla conquista dello spazio Il robot Skybot-F850 o Fedor lanciato nello spazio come unico membro della navicella Soyuz MS-14 (Afp) La Russia ha lanciato la navicella Soyuz MS-14 verso la Stazione spaziale internazionale (Iss) con a bordo un umanoide come unico membro dell’equipaggio Può spostare oggetti, superare ostacoli, orientarsi nello spazio, riconoscere e riprodurre il linguaggio umano. Fyodor, il primo umanoide progettato in Russia noto anche come Skybot F-850, è stato lanciato questa mattina alle 05.38 dal Cosmodromo di Baikonur (Kazakistan) come unico membro dell’equipaggio a bordo della navicella Soyz MS-14 verso la stazione spaziale internazionale (Iss) su un volo di prova per certificare il razzo vettore Soyuz 2.1a. Il suo compito? Fornire informazioni sullo stress e le sensazioni avvertite dagli astronauti durante il lancio e il tragitto verso l’Iss. Progettato per missioni «difficili» «Andiamo, andiamo», ha detto Fyodor durante il lancio, seduto al posto di comando stringendo nella mano destra una piccola bandiera russa e ripetendo la famosa frase pronunciata da Yuri Gagarin alla sua partenza per il primo volo di un uomo nello Spazio nel 1961. Ormai la robotica sta avanzando anche nell’ambito spaziale. Il robot antropomorfo, destinato a raggiungere sabato la stazione spaziale dove rimarrà fino al 7 settembre, è alto un metro e ottanta per 160 chilogrammi, dispone di account Twitter e Instagram attraverso i quali vengono raccontati i suoi progressi, basati sulla capacità di copiare i movimenti umani. «La prima fase degli esperimenti in volo è andata secondo il piano di volo», il tweet inviato da Fyodor o Fedor (dal suo acronimo in inglese Final Experimental Demonstration Object Research) dopo il raggiungimento dell’opera. La Fondazione per i Progetti Avanzati di Ricerca, uno dei sostenitori statali del progetto, spiega sul proprio sito che l’androide potrebbe essere utile sulla terra per missioni in ambienti ad alta presenza di radiazioni, per lo sminamento e in missioni di salvataggio particolarmente difficili. Imita i movimenti umani e può usare un cacciavite Il robot può eseguire alcuni compiti in modalità automatica, ma anche imitare i movimenti di una persona. Indossando un esoscheletro collegato al robot, è infatti possibile imporre a Fyodor i propri movimenti. Persino quelli delle dita, cosa che rende il robot capace di usare un cacciavite o una chiave inglese. Secondo uno dei progettisti, Yevgheni Dudorov, l’umanoide «eseguirà fino a sei esperimenti». Quali, però, non è ancora chiaro: «I compiti scientifici — spiega Dudorov — sono segreti».

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