Salvatore Piscitelli

IL PILOTA AUTOMATICO MENTALE: PENSARE COME GUIDARE Come sappiamo, dopo avere appreso un funzionamento meccanico, come guidare la macchina o usare una macchina da scrivere o qualunque altro oggetto meccanico, dopo un po’ la conoscenza passa al subconscio e la cosiddetta mente automatica lavora per noi. Non abbiamo più bisogno di concentrarci consciamente sull’uso della macchina, la nostra mente automatica fa il lavoro e noi possiamo pensare ad altro. Negli automatismi è l’ego che prende il comando. Lo stesso fenomeno può accadere al livello dei pensieri e delle decisioni. Se non ci concentriamo consciamente sull’esame di una situazione per pesare i pro e i contra prima di prendere una decisione ponderata, può accadere che la decisione venga presa „automaticamente“ per noi dalla mente automatica, cioé, ad un livello molto superficiale dal nostro ego, secondo le sue abitudini mentali, cioé i pregiudizi accumulati, decisioni simili prese nel passato, suggestioni altrui, completate dai suoi interessi egoistici e dalla velocità che lo caratterizza. Più basso è il livello di coscienza della persona, maggiormente la sua mente è abituata a rispondere a seconda degli automatismi appresi. Soltanto la persona presente a se stessa, veramente conscia, può sostituirsi al „pilota automatico mentale“ e prendere le sue decisioni con calma, alla luce della morale, dei sentimenti e della sua coscienza. Purtroppo nella società odierna, caratterizzata dalla velocità anche mentale e dal profitto, gli automatismi mentali rischiano di trasformare la gente in veloci automi, staccati dai sentimenti, che spesso cercano il profitto anche a scapito dell’umanità. (© Marisa Haltiner)

Salvatore Piscitelli

Vedi cosa sei. Non chiedere agli altri, non lasciare che altri ti parlino di te. Guarda dentro e Vedi... (Nisargadatta Maharaj)

Salvatore Piscitelli

La nostra opera è la conversione e la trasformazione di un essere in un altro essere, di una cosa in un’altra cosa, dalla debolezza alla forza, dal corporeo allo spirituale. (Nicolas Flamel)

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