Scrittore per caso
Tratto da "Helena".
"Al mio comando i nostri fucili sputarono i loro colpi micidiali contro quelle persone che volteggiavano sopra e intorno a noi.
Ma erano troppo veloci e non riuscivamo a colpirli.
Mi inginocchiai di fianco ad una macchina che era parcheggiata lì vicino e puntai il fucile contro uno di loro, cercando di cogliere il momento adatto per ucciderlo.
Stava correndo sull’altro lato della strada, balzava sui tettini delle automobili, quando notai il suo sguardo.
Sapeva che lo stavo tenendo sotto mira, ma i suoi occhi non erano puntati su di me."
Scrittore per caso
"Il coraggio è quasi una contraddizione in termini.
Significa un forte desiderio di vivere, che assume la forma di una disponibilità a morire"
G.K. Chesterton
Scrittore per caso
Tratto da "Helena"
"La mia squadra era finalmente al completo.
Sarah. Esperta nel corpo a corpo e ottimo cecchino. Quella donna riusciva a colpire un bersaglio a mille metri di distanza con una precisione millimetrica. Era anche un’infermiera molto in gamba, riusciva a medicare una ferita in qualsiasi situazione.
Frank. Esperto di esplosivi. Aveva un dottorato in chimica e riusciva a costruire degli esplosivi con qualsiasi cosa. Durante una missione, lo vidi fabbricare una bomba con del succo di arancia e della benzina. Mi chiedevo spesso cosa ci facesse con noi, lui e il suo dottorato, ma non glielo avevo mai chiesto. Era anche un ottimo amico, a volte ci incontravamo per berci una birra insieme.
Ellen. Una cacciatrice spietata. Se avevi la sfortuna di essere una sua preda, non c’erano nascondigli per metterti in salvo, nessun tipo di patteggiamento, nessuna via di scampo. Se ti voleva morto, eri morto ancor prima di esserlo veramente. Era anche una professionista nella sopravvivenza, sapeva seguire le tracce di un bersaglio senza alcun problema. Aveva solo il problema di essere impulsiva, a volte agiva senza pensare, ma era un ottimo agente.
Ed infine c’ero io, Michael, o Mike, come tutti mi chiamavano. Ero stato per dieci anni nel corpo dei marines e avevo combattuto alcune di quelle “guerre di pace” che servivano al governo per i suo scopi. Mi ero unito al Reparto circa cinque anni fa, ovviamente, fu il comandante a chiamarmi per la mia esperienza sul campo e la mia capacità di comandare una squadra d’assalto. Lo fece anche per il forte legame che aveva con mio padre, anche se per me erano sufficienti le mie caratteristiche da soldato."