Il genio italiano 💙
malati al cervello
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Appena passata la porta dell'Inferno, Dante incontra coloro che non furono né veramente buoni, né veramente cattivi.
Sono i tiepidi, gli indifferenti, chiusi nel proprio piccolo orto, quelli sempre tranquilli nel proprio confine ristretto, spettatori accondiscendenti, ligi, obbedienti, senza qualità salienti, sempre sfuggenti ai conflitti e ai dolori come alle gioie sublimi: sono detti gli ignavi, ma questa è una parola che Dante non usa.
Anche nell'Apocalisse costoro sono citati, con il celebre passo: "Ma poiché sei tiepido, non sei cioè né freddo né caldo, sto per vomitarti dalla mia bocca" (Ap 3, 14-20).
Perfino l'Inferno li rifiuta, lasciandoli nella propria anticamera, Dante li esclude anche dal Purgatorio, cioè li esclude dall'ordine intero del disegno della giustizia divina, con ferma decisione e parole memorabili, che fa dire a Virgilio.
Dante ce li descrive così: di loro non resta memoria, passano sulla Terra senza lasciare orme, vivono senza vivere, muoiono senza morire.