Licciardello Alfio

Poesia sociale Il Giudizio Non giudicarmi per il colore della pelle il bianco, il nero, il rosso, il giallo sono solamente sfumature. Non giudicarmi per la mia Religione Lo Spirito infinito ha molte lingue non possiamo conoscerle tutte. Non giudicarmi perché storpio o malato non esistono colpe da pagare non sono depravato. Non giudicarmi per la mia cultura l'intelligenza non ha nulla a che vedere La saccenza è vuota senza l'esperienza. Non giudicarmi per il mio danaro l'invidia è una bestia crudele svuota ed affoga senza darsi pena Non giudicare per il mio orientamento sessuale l'amore è dentro gli occhi, nel cuore e non ho colpe se altrove non lo so trovare. Giudicami perché sono un essere vivente Comunico e respiro Giudicami come membro della Terra qualcuno ha voluto io vi giungessi comunque Lo si chiami. Giudicami per la mia anima i miei occhi nei tuoi possono vederla siamo specchi immersi nella luce e nel buio Giudicami per quel che faccio vivo in una maschera l'ho posta per nascondere ogni debolezza ma anche io voglio levarla Giudicami perché so amare e desiderare e bramare e anche Io ho bisogno un fottuto bisogno di Amore. Giudicami per come voglio giudicarti io senza filtri da Uomo ad Uomo così ci ritroveremo simili a camminare mano nella mano sul mondo Alfio Armando Licciardello

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Licciardello Alfio

Poesia sex: Lo zenit Ansimano voluttuose le Ancelle alla ricerca del supremo piacere. L'eunuco guarda attorno riscoprendo il godere. Nell'Harem del sultano giochi di ruolo la favorita si presta a tutto lo stuolo. Ansima soffrendo ha lei il potere chiama a se l'eunuco per farla gioire. Bocca sulle labbra turgide e rosse Lei il volto al cielo canta in segreto mentre le altre ancelle toccano il corpo nel ballo il mendicante corre al galoppo. Piano la favorita si muove sapiente ogni cosa si muove a luci spente. La guardia del re non deve sapere che nella stanza buia ognuno è a godere. Le ancelle si staccano dal corpo di Lei e l'una e l'altra giacciono come plebei. Continua intanto il pulsare dell'uomo senza uomo che vuole anche lui godere e di finire non è domo. Lei sorride suadente come gatta soffiante aspettando il momento in cui ogni cosa si accende nello zenit dell'amplesso. Il Re dorme... Licciardello Alfio Quadro Monica Cook

Licciardello Alfio

Ti invio questa poesia in merito alla giornata sulla violenza. Cari saluti, Licciardello Alfio Mi Guarda e...sorride Io rimango qui Non sono più Le mie ferite hanno strappato l'anima io viva sono uccisa. Ricordo l'incubo violento ogni schiaffo che dopo il primo non riuscivo a sentire Ho dentro gli occhi il movimento il vento che frustava il mio viso. Il dolore che da fuori è penetrato fino al nocciolo del mio essere profondo il mio essere disciolto nel fango. Silenzio e rumore la luce il buio ieri e dopo Il suono fetido che urlava di rabbia fratturava le mie convinzioni Suono di un vetro che si rompe fragile non si ricompone. La carne che brucia veleno che corrode scorrendo la pietra è scagliata nessuna mano la ferma. Aspetto un dio che scagli la saetta un eroe che mi salvi all'istante mio padre, mia madre anche solo un amante un bambino che pianga che il tempo si fermi. Ma il tempo non si ferma rallenta il bastardo ed ascolto ogni suono ogni violenza percepisco il battito del suo cuore ferale il respiro che ammorba la fretta di arrivare solo per finire, in ogni senso. Il tempo si arresta alla fine si ferma il bastardo il figlio di un cane che quando vuole continua . Adesso gioca mi chiede quanto è stato bravo la lama sotto il mento il sorriso senza luce mi dice "E' finita adesso non mi servi adesso sei nulla e per te il mio volto non esiste oppure muori" Ma adesso non mi frega niente io sono stata uccisa le mie stelle sul fango. Allora racconto e urlo il dolore c'è chi piange qualcuno ride alla mia destra "Te la tiravi troppo ora capisci" ma non comprendo Qualcuno continua uccidere il mio spirito con i suoi sguardi "Lei lo voleva Lei era consenziente, guardala di certo è una puttana si veste strana porta la gonna si lei ha colpa lei è proprio una donna" Voci una sull'altra lame di sguardi frecce veleno cuori in cancrena Allora muoio come se si morisse mille volte ed ogni volta capisco sempre più la morte ed il tempo di nuovo il bastardo che gioisce e gode a ritornare indietro come un disco scassato che si diverte a ripetere il suono Ogni notte,il giorno,ogni secondo riascolto rivedo e ancora muoio. Alla fine lui è uscito dalla pensione dello stato. E' ritornato lo vedo che cammina vedo lui che muove le sue gambe le braccia al loro posto nessuna malattia nel corpo. Mi guarda e ...sorride Alfio Armando Licciardello

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