Francesco Hemp

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SEMI DI CANAPA, SUPERFOOD RITROVATO

2019-03-31 15:17:12

Le incredibili proprietà della canapa anche in campo alimentare sono ben note da millenni: dalla medicina cinese ad un passato tutto Italiano meno remoto. Il Maestro Martino nel suol libro de arte coquinaria, 1400, inserì la canapa come cibo per gli infermi...

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Ponendo sull'asse dell' ascissa X "dose attiva/dose latale" e sull'asse dell'ordinata "potenziale della sostanza di creare dipendenza", ogni droga trova nel grafico un punto di cordinate (x;y). Emerge chiaramente la differenza di pericolosità fra Psilocibina (triptammina dalle note proprietà terapeutiche psichedelica presente in alcuni funghi allucinogeni del genere Psilocybe e Stropharia, isolata per la prima volta nel 1959 dallo scienziato Svizzero Albert Hofmann, che sintetizzò diversi anni dopo l' LSD) e Caffeina, Alcol, Nicotina (sostanze d'uso e d'abuso quotidiano) Dove si colloca la Cannabis Sativa L.? La cannabis è molto meno pericolosa di alcol, tabacco e caffeina . Non esistono casi documentati di morte per intossicazione da Cannabis e il grado di dipendenza che può dare è basso/moderato. Certe benzodiazepine e farmaci barbiturici (Rohypnol & Pentobarbital) hanno invece una dose letale molto bassa e danno elevati livelli di dipendenza In cima al grafico troviamo l'eroina, droga di sintesi che crea dipendenza in tempi brevissimi, anche pochi giorni e possiede una dose letale molto bassa, alto rischio di overdose

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Per l'essere umano gli arti rappresentano il tramite per eseguire la maggior parte delle azioni, dall'afferrare un oggetto al semplice camminare. Tali funzioni sono supportate a livello nervoso da aree cerebrali specifiche. In particolare la corteccia motoria primaria (M1) svolge un ruolo fondamentale nel coordinare ed eseguire qualsiasi movimento (Gerloff, Corwell, Chen, Hallett, e Cohen, 1998). La corteccia somatosensoriale primaria (S1), invece, gioca un ruolo fondamentale nel discriminare tutte le sensazioni percepite dal nostro corpo, e quindi anche dagli arti, come il tatto, la temperatura e il dolore (Bushnell et al., 1999). Quando un arto, indipendentemente dalla causa, viene a mancare, determina inevitabilmente una serie di conseguenze negative per la persona, sia a livello fisico che psicologico. La rilevanza clinica delle amputazioni è altissima: ogni anno circa 130.000 persone, solo negli Stati Uniti, perdono un arto (Dillingham, Pezzin, e MacKenzie, 2002), per un costo complessivo annuo stimato di 12 miliardi di dollari (Healthcare Cost and Utilization Project [HCUP], 2009). Nella storia dell'umanità, come nella letteratura non mancano di certo fatti e storie di arti persi e delle loro dolorose conseguenze. Si ricordi il celebre romanzo "Moby Dick" nel quale Melville descrive i dolori pungenti che il capitano Achab prova alla gamba mancante, strappatagli dalla balena. Si pensi ancora al famoso ammiraglio britannico Nelson e ai dolori che lui stesso riferiva alla mano mancante, come se le unghie si conficcassero nel palmo arrecando un intenso bruciore alla parte più distale del residuo moncone (Ramachandran, e Hirstein, 1998). Il primo medico che osservò tali fenomeni dolorosi e cronici in corrispondenza di parti del corpo amputate, fu il francese Ambroise Paré nel 1551, in seguito alla sua esperienza diretta con soldati feriti (Keil, 1990). I termini "arto fantasma" e "causalgia", concetto che descrive un dolore urente e intenso al moncone, vennero coniati invece solo nel 1871 da Silas Weir Mitchell, noto neurologo statunitense e chirurgo durante la Guerra Civile. Il termine si riferisce alla sensazione che una parte di corpo amputata sia ancora attaccata e che si muova appropriatamente in concerto con il resto del corpo (Halligan, 2002). La perdita di un arto è un fenomeno medico e psicologico complesso che necessita di un approccio multidisciplinare per essere studiato (Luo, e Anderson, 2016). Questa tesi si concentrerà sugli aspetti teorici, psicologici ed applicativi, illustrando la "mirror therapy" come approccio non invasivo al trattamento del dolore da arto fantasma. 2 ARTO FANTASMA: SENSAZIONI O DOLORE? Il termine arto fantasma fa riferimento a tutte le sensazioni, dolorose e non, che un paziente può sperimentare a causa di una qualsiasi amputazione (Ramachandran et al., 1998), di un trauma al midollo spinale (Bors, 1951) e dall'avulsione di un nervo (Melzack, 1992). In questa tesi si farà riferimento alla sindrome dell'arto fantasma che segue le amputazioni. 2.1 Sensazioni da arto fantasma Le sensazioni non dolorose da arto fantasma, come proposto da Weinstein (1998), si possono suddividere in componenti cinestesiche, sensazioni cinetiche e percezioni esterocettive. Le sensazioni non dolorose si riferiscono all'impressione da parte del soggetto amputato di percepire in maniera vivida l'arto mancante sentendolo collocato spazialmente dove ora non vi è più, con una sua forma e dimensione (componenti cinestesiche), e percependo suoi movimenti, volontari e non (sensazioni cinetiche). Sensazioni di tocco, la pressione e la temperatura sull'arto mancante appartengono invece alle percezioni esterocettive. Può succedere che le sensazioni da arto fantasma siano così forti e realistiche che il paziente dimentichi di essere amputato e, provando ad alzarsi in piedi, cada a terra (Pirowska, Wloch, e Nowobilski, 2006). La loro durata è soggettiva: possono trascorrere svariate decine di anni prima che il fenomeno scompaia del tutto oppure può perdurare per tutta la vita (Kooijman, Dijkstra,Geertzen)

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