Passata è la tempesta:
odo augelli far festa, e la gallina,
tornata in su la via,
che ripete il suo verso. Ecco il sereno
rompe là da ponente, alla montagna;
sgombrasi la campagna,
e chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
risorge il romorio
torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
con l'opra in man, cantando,
fassi in su l'uscio; a prova
vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
della novella piova;
e l'erbaiuol rinnova
di sentiero in sentiero
il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
per li poggi e le ville. Apre i balconi,
apre terrazzi e logge la famiglia:
e, dalla via corrente, odi lontano
tintinnio di sonagli; il carro stride
del passegger che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
l'uomo a' suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
gioia vana, ch'è frutto
del passato timore, onde si scosse
e paventò la morte
chi la vita abborria;
onde in lungo tormento,
fredde, tacite, smorte,
sudàr le genti e palpitàr, vedendo
mossi alle nostre offese
folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
son questi i doni tuoi,
questi i diletti sono
che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
è diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
che per mostro e miracolo talvolta
nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
prole cara agli eterni! assai felice
se respirar ti lice
d'alcun dolor: beata
se te d'ogni dolor morte risana.
Altro che bamboccioni: gli studenti italiani sono tra i migliori in Europa
Studiano più di tutti, e vantano il maggior numero di fuorisede: lontano dagli stereotipi, lo studente italiano è uno sgobbone come pochi altri. Forse, anziché biasimare i giovani, bisognerebbe investire di più nella scuola.In Italia se sei uno studente universitario, o semplicemente hai la sfortuna di essere giovane, c’è poco da festeggiare. La disoccupazione giovanile continua a toccare i massimi storici, la dimensione del precariato condiziona tutta la tua vita, dal portafoglio alla possibilità di avere figli, dalla rinuncia alle vacanze alla malattia mentale. Non basta però una situazione drammatica a spaccare l’esistenza dei giovani italiani una bolletta dopo l’altra; da noi certo disagio bisogna meritarselo. E guai a quelli che conducono una vita tranquilla e lavorano in buona fede: siete tutti dei bamboccioni. In Italia la colpa del giovane è quella di trovarsi nella situazione di poter godere della giovinezza e poco importa se la ambiente esterno non è favorevole; per gli adulti rimarrai sempre uno scansafatiche, uno che vive alle spalle dei genitori, che non ha voglia di impegnarsi e via via con una sequenza random di stereotipi italioti.