FABIO SALVINI
Founder President
CITTÀ DI CASTELLO – Di cani che ogni giorno entrano in un canile nel silenzio più totale ce ne sono a centinaia: di loro spesso non si sa assolutamente niente. Ma di questo bel cane qualcosa sappiamo: per lui, oggi, si sono aperte le porte del canile di Gubbio e le volontarie stanno lanciando numerosi appelli sui social network per evitargli questa forzata, e ingiustificata, “prigione a vita”.
FABIO SALVINI
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Un luogo comune contro i luoghi comuni pensato per le persone con autismo». Così si legge sull’insegna del bar Bistrani. Non un semplice motto ma il segreto che riesce a far funzionare il progetto. Il locale ha aperto al civico 1 di via Sassari ad ottobre dello scorso anno con una particolarità: «Qui assumiamo soltanto persone affette da autismo» spiega il gestore Massimo Aureli. E in appena nove mesi di attività il bar conta già tredici camerieri. Come Marcello, 40 anni, che era infelice e non sorrideva mai. Poi una volta preso dalla passione per il caffè ha iniziato a ridere e conversare con i clienti. Per l’associazione Autismo e Società, che ha ideato il progetto, la ricetta vincente è «calare i ragazzi con disturbi in un ambiente reale e lavorativo piuttosto che all’interno di una clinica che fornisce solo assistenzialismo. Ognuno ha un percorso personalizzato. Inizialmente gli si fa fare azioni semplici, come consegnare una bibita al tavolo. Poi pian piano si arriva a quelle più complesse». L’idea nasce da lontano, come racconta Cristina Calandra, anche lei tra le fondatrici del progetto: «Sono cresciuta con un fratello affetto da disturbi mentali. Non riusciva a distinguere gli oggetti e non stava fermo più di 10 secondi. Poi, grazie al consiglio di un esperto, abbiamo iniziato a spiegargli con pazienza le cose e pian piano ha acquisito consapevolezza e ora è un’altra persona. Così ho deciso di portare la mia esperienza al pubblico». Inizialmente era un semplice sportello sociale, poi man mano ha preso vita l’idea di creare un bar. Per questo è stata ingaggiata una designer, Teresa Curmini: «Ho creato uno spazio a basso impatto sensoriale. I colori sono tenui e l’ingresso ha un divisore per creare un flusso ordinato di pubblico perché i ragazzi affetti da disturbi non sopportano il caos» E ora anche i più impacciati sognano un futuro diverso: «Il caffè è la mia specialità -racconta Alessio, uno dei baristi- e da grande mi piacerebbe aprire un ristorante». Un progetto che ha stregato anche la sindaca Chiara Appendino che ieri ha pranzato nel bar assieme alla neo-vicesindaca Schellino. —
FABIO SALVINI
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