Emanuela Spernazzati

Founder Senior

ABITUDINI Margaret ha 89 anni e ogni giorno va a Washington Square Park per dare da mangiare agli scoiattoli. "Gli scoiattoli sono animali diffidenti, non si lasciano avvicinare da nessuno. Ma da me sì, perchè io ci vengo ogni giorno da più vent'anni ormai." E io? Cosa sono capace di fare ogni giorno per vent'anni per poter raggiungere ciò (chi o cosa) desidero? Margaret mi fa (ri)pensare al legame tra costanza, abitudini e successo, dove successo per me significa raggiungere ciò che desideri e che ti fa stare bene. Anche veder mangiare gli scoiattoli dalla tua mano, se poi sorridi dentro.

Emanuela Spernazzati

Founder Senior

"TU CREDI ALL’EFFETTO DOUGLAS?" Confesso di essere entrata con sospetto in questa bell’azienda che propone un coworking a ingresso libero con wi-fi, cucina, spazio relax e invidiabile vista su un fantastico spazio verde. Conosco realtà che offrono benefit simili ai dipendenti, ma lì i cartelli ‘vietato lasciare cibo sui piani di lavoro’ oppure ‘i cibi lasciati oltre la scadenza verranno buttati’ fanno da sottofondo alle continue rimostranze dei responsabili per l’inosservanza delle norme e per i danni arrecati all’arredo e alle strumentazioni. Qui invece no, tutto tranquillo. E quando chiedo come facciano a mantenere l’ordine mi rispondono: “Diciamo chiaramente che il tutto è offerto a chi lo sa rispettare, ove ci accorgessimo che non c’è la maturità per gestirlo dovremmo toglierlo”. E tanto basta. Sono stupita. Mi torna in mente la teoria X/Y di Douglas McGregor di cui si parla in Agile HR (e non solo): tratta i tuoi collaboratori come persone responsabili ed è probabile che lo saranno, scrivi regolamenti pensando di avere a che fare con persone irresponsabili, e probabilmente lo saranno. Insomma, il sospetto iniziale si è trasformato in stupore e me ne vado chiedendomi se davvero non abbiamo sbagliato approccio. E i complimenti sono dovuti. #IlPiacereDiLavorare, #AgileHR

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Emanuela Spernazzati

Founder Senior

DEL CLIENTE DIGITALE E DELLA PAURA DELL’ABBANDONO Tenetevi forte: trattasi di storia vera: “Buongiorno, sono Emanuela Spernazzati e cerco XY, è il mio referente per i servizi XY” – “Non è in ufficio” – “Capisco, ho già mandato due mail, come faccio a parlargli? – “Non lo so”. E' l'era digitale, le aziende sono raggiungibili con un click e i clienti (io, ad esempio) si sono abituati ad avere risposte celeri. I clienti pretendono molto e le aziende si appoggiano molto alla tecnologia. E se ci fosse qualcosa da riallineare? E se (a volte) mancasse un po’ il contatto umano? Quel H2H di cui parlo sempre e che di solito spiego così: se tu fossi faccia a faccia con il tuo cliente cosa faresti? Risponderesti, perché la pressione della presenza fisica te lo imporrebbe: beh, via social o mail dovrebbe essere lo stesso, anche se la comunicazione mediata dal mezzo digitale e dall’asincronia ti fa sembrare tutto diverso. Non lasciare il vuoto. Sarà per questo che le chat di supporto ormai mostrano (quasi) di prassi nome e viso dell’operatore. O saranno tutte chatbox? ;-) Aziendalmente parlando siamo ai bisogni primari. Umanamente siamo alla paura dell’abbandono. Che dite, lo combiniamo questo matrimonio tra strumenti digitali e H2H? :-D

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