Stiamo proteggendo o inibendo i nostri figli? Riflessioni di una mamma davanti al Danger

La scorsa domenica era l'ultimo giorno di Lunapark nella mia città e mia figlia desiderava tanto provare una giostra davvero mozzafiato. Effettivamente un po' troppo per una bambina: si chiama Danger e promette davvero emozioni da brivido. Quindi... dico 'no', ovviamente. Ma lei insiste. Mio marito la incoraggia e le cose peggiorano. Ad un certo punto lei mi guarda con aria seria e mi dice: 'ma se sei così preoccupata io non voglio più andare' e subito mi ricordo di almeno cento volte in cui, in aula o in counseling, ho convenuto con le mamme presenti che le ansie dei loro bambini non erano nate nei bambini stessi ma erano la risposta a quelle materne. Una cosa del tipo: 'se la mamma, che mi vuol bene e sa, è spaventata, allora c'è da spaventarsi!'.E non conta che sia il primo giorno di asilo o il Danger, abbiamo instillato una paura.E dunque, volete sapere com'è finita?Ho dato spazio all'istanza paterna che incoraggia a provare e ho lasciato che l'istanza materna che protegge si facesse venire il mal di stomaco senza darne segno all'esterno. E al termine del giro, sotto gli occhi di tutti noi perplessi, lei ha chiesto: 'Posso rifarlo?'. E questa volta ho detto: 'NO' ;-)

"Disegno per migliorare il mondo" Quando ho visitato la mostra di Mordillo e ho ascoltato le sue lunghe interviste mi ha colpito tutto di lui: la sua passione, il suo coraggio, la sua forza e anche la sua strana e dolce follia. "Mi han detto che i miei disegni dovrebbero essere venduti in farmacia, per far star bene la gente": non è fantastico? Chi lo può dire del proprio lavoro, della propria passione? Eppure pare una cosa semplice, quasi banale: in fondo sono solamente dei disegni. Ma ciò che ci sta dietro fa tutta la differenza del mondo: l'intenzione, la missione, la voglia di donare qualcosa di bello. E il talento, ovviamente! Chissà se conosceva Simon Sinek e il suo 'start with why'. Addio Mordillo, e arrivederci al prossimo disegno.

Crescita personale, cibo e storytelling

Ci sono tanti modi per conoscere e uscire dalla zona da comfort. Il mio preferito è viaggiare. Ma si può anche leggere, ascoltare, guardare un film, navigare in internet o... mangiare.Sì, anche mangiare mi piace parecchio, specialmente se il piatto è accompagnato da una descrizione/racconto che ti fa entrare nella dimensione giusta. E anche così si capiscono tante cose. Buon appetito a tutti! ;-)