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I/le bambini/e e gli/le adolescenti, ricevono input dai media o su internet. I modelli proposti mettono al centro il corpo ed in maniera sempre meno occulta c’è l’istigazione alla prostituzione. Non risulta essere sufficiente l'educazione sessuale: i ragazzi e le ragazze infatti, necessitano di imparare, prima ancora del senso e del significato che si può dare ad un'esperienza sessuale, il rispetto di sé stessi e dell’altro. Il rispetto di sé è qualcosa che va ben oltre la sfera sessuale e direziona anche l'attitudine che si ha nei rapporti/relazioni con gli altri. Ne deriva che: 1. ​viviamo ancora in una società adultocentrica, nella quale, almeno i principi della Convenzione ONU sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (New York, 1989) non sono riusciti a divenire parte del pensare comune; 2. ​gli ultimi venti anni hanno portato ad un mutamento dei valori, primo fra tutti quello del rispetto per la sessualità; 3. ​i messaggi che si ricevono dai media impongono un nuovo codice comportamentale, soprattutto ai giovani. 4.​ ​l’incapacitàdidiscernimentotral’apparenzaelasostanzadeicomportamentiumani. Pur essendo ampiamente riconosciuto che i media inducono a comportamenti dei quali la sessualità è una componente fondamentale, non si applicano mai delle misure tese a salvaguardare un minore esposto a certi messaggi. I/le bambini/e e gli/le adolescenti sono lasciati/e in balia della televisione. Il loro embrionale senso critico, che dovrebbe essere stimolato guidato da un adulto, finisce con l'atrofizzarsi e si limita a cogliere la superficie delle cose. Perché si ponga un limite a tutto ciò, si rende necessario intraprendere: ·​ ​un percorso di conoscenza sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza; ·​ ​un percorso di ri-educazione alla sessualità ed al rispetto del sé e dell’altro.

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Antonia - Volontaria ECPAT Trento Ciao! Mi chiamo Antonia e faccio la casalinga. Mi ha parlato di Ecpat mia nipote ed essendo una causa davvero valida ho deciso di diventare volontaria anch’io!

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Ci sono molte cause per cui avremmo il dovere di esporci. A volte sembrano troppe e ci si rassegna o ci si abitua al fatto che le ingiustizie esistano. Quando ho letto i dati ECPAT, sono rimasta indignata, oltre che per i dati stessi, per il fatto che io a 20 anni non avessi idea di come lo sfruttamento sessuale minorile fosse una piaga mondiale, e questo semplicemente perché nessuno me ne aveva mai parlato. Ho deciso di fondare il gruppo volontari di Milano di ECPAT, proprio perche’ il primo passo per risolvere un problema , soprattutto se così vasto, è conoscerlo. Mi chiamo Alessia, studio canto al secondo anno accademico al CPM di Milano, sono la coordinatrice nazionale dei volontari ECPAT e vorrei che con creatività e con l’apporto personale di ogni singolo volontario, si informassero e si sensibilizzassero più persone possibile su questo problema. Ogni volta che pensiamo che non si possa fare nulla per qualcosa, stiamo accettando che succeda, quando capiamo che una cosa è più grande di noi o non la conosciamo, proviamo paura, ed io, non voglio accettare di stare ferma davanti alla paura.

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