Daniele Bellè

Project manager

31/01/2023, 05:16

In giro per Assisi

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Daniele Bellè

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Nikola Tesla e la sua fama di supereroe della Scienza ostacolato dai poteri forti

08/01/2023, 06:17

Cade oggi l’ottantesimo anniversario della morte di Nikola Tesla (1856-1943). E’ una figura particolare nella storia della scienza. Un ricercatore eclettico, fuori dal coro, che ha generato un’eredità di invenzioni e di concetti che, tuttavia, pochi sarebbero in grado di descrivere nei dettagli, eccetto per la corrente alternata di cui gli possiamo attribuire legittimamente il merito. Ed è curioso come Tesla sia ancora oggi ricordato in tantissime cose che hanno poco a che vedere con il suo lavoro, come la macchina elettrica di Elon Musk, e come abbia lasciato un’impronta nei film, nella letteratura di fantascienza e persino nei fumetti.Era probabilmente inevitabile. Stiamo cominciando a renderci conto dei limiti a quello che possiamo chiedere alla scienza. Sembra proprio che non avremo mai energia nucleare gratis per tutti, come si vagheggiava negli anni 1950. La cura contro il cancro non si vede all’orizzonte, mentre l’aspettativa di vita ha cominciato a scendere dopo aver raggiunto un massimo pochi anni fa.

Se vogliamo inquadrare Nikola Tesla nella mitologia scientifica dei nostri giorni dobbiamo pensarlo come uno dei “supereroi” della scienza. Figure un po’ romanzesche che hanno creato il mito della scienza eroica che dura ancora oggi. A parte le grandi figure del passato, Galileo, Newton, Darwin, e tanti altri, nei tempi moderni pensate a Albert Einstein e la sua incredibile popolarità. Oppure Richard Feynman, il fisico. O Carl Sagan, l’astronomo.

E’ difficile pensare che potremo vivere oltre un secolo, come si diceva una volta. Per quanto riguarda le macchine volanti e i viaggi sulla Luna, la scienza invece ci ha dato TikTok – ci dobbiamo accontentare. Per tante cose dovremo andare avanti con cose non appariscenti, ma che perlomeno funzionano, come gli umili pannelli fotovoltaici per l’energia, e cercando di fare una vita sana.

Lasciando perdere i sogni impossibili abbiamo bisogno di una scienza dal volto umano, più vicina alle persone normali. Diceva Bertolt Brecht che sono “beati i popoli che non hanno bisogno di eroi”. Anche nella scienza, il tempo degli eroi sembra che sia passato e forse è bene che sia così.

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Daniele Bellè

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Perché arrivare su Marte è importantissimo, ma farci vivere degli umani una pessima idea

02/01/2023, 07:12

Molti scienziati e addetti ai lavori sanno bene che Artemis, il programma spaziale che riporterà l'umanità sul suolo lunare, è solo la prima parte di un piano più ampio per la colonizzazione terrestre di Marte.

Il Pianeta Rosso è molto probabilmente l'unico pianeta del sistema solare in cui potremmo pensare di vivere, dato che Mercurio è troppo vicino al sole, Venere ha un'atmosfera infernale e tossica, Giove è un gigante gassoso e lo stesso Saturno, per non parlare di Urano e Nettuno che sono delle sfere di ghiaccio, metano e ammoniaca.

Nonostante tutto questo Marte rimane un mondo ancora irrisolvibile per gli umani, pieno di insidie e problemi attualmente insuperabili.

I primi astronauti a viaggiare su Marte, forse nel 2040, dovranno affrontare un viaggio di nove mesi rinchiusi in un minuscolo veicolo spaziale. Quindi dovranno sopravvivere all'atterraggio. Ma è solo l'inizio, da lì in poi la vita su sarà durissima. Le frequenti tempeste di sabbia possono seppellire attrezzature chiave o pannelli solari. Non c'è terreno per coltivare il cibo, quindi dovranno fare affidamento su tutto ciò che hanno portato con sé. Un buco nella propria tuta spaziale significherebbe morte certa. Qualsiasi problema significativo sulla base, come una perdita di energia, ossigeno, acqua, cibo o comunicazione con la Terra, probabilmente condannerebbe l'intero equipaggio che rimarrebbe solo a una distanza impensabile dalla Terra per qualsiasi tipo di intervento.

In ogni caso se osserviamo la storia delle esplorazioni umane e della tecnologia non è difficile immaginare che su quel pianeta ci andremo a tutti i costi, come se fosse ormai una frontiera scritta nel nostro destino. Senza questo tipo di follia probabilmente non saremmo dove siamo ora, nel bene e nel male.

E quindi: andare a vivere su Marte è una pessima idea, ma è quello che faremo entro una ventina d'anni.

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