Life Coach e Formatore
🔴 SESSO E ORGASMO: differenze tra uomo e donna
L’approccio al sesso e quello all’orgasmo sono molto differenti tra una donna e un uomo, così diversi che potremmo parlarne ore, tanto è vasta la tematica.
In questa puntata, che non vuole essere esaustiva né scientifica, dal momento che non ho i titoli per dichiarare una cosa del genere, ti porterò gli studi che ho fatto in questi anni sul cervello dell’essere umano, riportandoti alcune sostanziali differenze che i più importanti studiosi dell’encefalo hanno individuato tra il cervello della donna e quello dell’uomo.
Queste differenze, che riguardano in particolare alcune zone dell’encefalo, danno vita a tipologie di risposte agli stimoli dell’ambiente diverse tra una femmina e un maschio, quindi, spessissimo sono causa di incomprensioni in una coppia eterosessuale, ma non è raro trovarle anche in coppie omosessuali, per motivi che non possiamo prendere in esame oggi.
La questione dell’approccio alla sessualità e, in particolare, ciò che gira prima e dopo l’orgasmo, secondo le moderne neuroscienze, non riguarda solamente le dimensioni differenti di alcune aree dell’encefalo ma, di conseguenza, anche l’ambiente ormonale con cui uomini e donne devono fare quotidianamente i conti sul piano dei loro comportamenti e degli impulsi emotivi che vivono.
Oggi, avvalendomi degli studi di una famosa ricercatrice statunitense, ti accompagnerò in un brevissimo viaggio per aiutarti a capire un punto fondamentale: certi comportamenti, certe risposte che diamo agli stimoli cui siamo sottoposti, non dipendono sempre da scelte deliberate agite su un piano cognitivo, ma tante volte dagli ormoni che ci pervadono, dalla loro quantità, che può essere equilibrata, carente o eccessiva, a seconda dei momenti, delle situazioni, dell’età, della salute del nostro organismo.
Verso la fine del video, per smorzare giocosamente la questione, vedremo perché la maggior parte dei maschi, dopo l’amplesso tende ad assopirsi, lasciando spesso la femmina con l’amaro in bocca, dal momento che, in quel momento, le si sottrare la relazione di cui ha fortemente bisogno.
Buona visione!
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Life Coach e Formatore
🔴RELAZIONI: il potere del silenzio
Esiste da secoli un adagio che abbiamo ascoltato tutti: “Il buon tacer non fu mai scritto”. Da molti attribuito a Dante Alighieri, sembra più probabile che si tratti di una leggera variazione di un verso di Iacopo Badoer, un librettista e poeta italiano vissuto nel secolo diciassettesimo.
È un’espressione utilizzata sia per criticare una persona che ha detto qualcosa di inopportuno o poco intelligente, sia per invitare qualcuno a riflettere prima di dire qualcosa che potrebbe rivelarsi sbagliata o comunque fuori luogo.
Il suo significato ci spinge a considerare il fatto che la bellezza del saper tacere al momento opportuno non è mai stata lodata a sufficienza ma, a quanto vedo ogni giorno, questa bellezza non viene coltivata da molti.
Viviamo in un’epoca in cui serpeggia una sorta di “horror vacui”, di paura del vuoto, per cui tendiamo spesso a riempire di parole i momenti di condivisione, perché il silenzio ci mette a disagio e questo è uno dei motivi per cui, facendo un esempio banale, spesso siamo a disagio in ascensore quando ci troviamo con perfetti sconosciuti a dover percorrere parecchi piani.
Purtroppo, questa incapacità di rimanere in silenzio e di saper gestire i momenti di vuoto, ci spinge spesso a dire cose di poca utilità, quando va bene, ma anche cose che sarebbe molto meglio non dire.
Avrebbero dovuto educarci fin da bambini al fatto che un conto è parlare per dire qualcosa di interessante e di utile, un altro è dire qualcosa solo per prendere aria alla bocca. Oggi vediamo insieme le sfumature del silenzio.
Buona visione!
Life Coach e Formatore
Nessuno ci insegna a padroneggiare la nostra voce e oggi il tutto si riduce al dono di saperlo fare, che alcuni hanno e altri no, quando invece dovrebbe diventare, a mio avviso, una materia di studio, almeno dalla scuola secondaria in poi, se non prima.
Non parlo dei corsi di dizione, che mi appaiono così ingessati spesso da farmi venire la gastrite, perché trovo che una leggera inflessione dialettale offra colore alla voce e non disturbi nessuno e penso che non sia necessario avere una parlata perfetta sul piano delle vocali chiuse o aperte.
Anzi, per dirla tutta, personalmente trovo che una parlata con la dizione impeccabile, a mo’ di doppiatore per intenderci, crei più distanza che altro e conosco dei giganti della comunicazione e della persuasione che riescono quasi a ipnotizzare con la propria voce, nonostante qualche inflessione regionale nella loro prosodia.
Mi riferisco, invece, alla voce come strumento sonoro, da suonare per coinvolgere ed emozionare l’interlocutore, e quindi di quello che si chiama “paraverbale” e che ha molto più a che fare con il COME comunichiamo, che non con il COSA comunichiamo.
È una tematica davvero vastissima e oggi mi limiterò a darti solo alcuni spunti, sperando di farti capire quanto è importante la tua voce poi, verso la fine del video, farò i nomi di alcuni professionisti con cui ho collaborato e che lavorano ogni giorno come vocal coach, aiutando le persone a migliorare proprio lo stile vocale e se vorrai potrai rivolgerti a uno o a una di loro per un viaggio di miglioramento personale molto divertente.
Buona visione!