Fernando Antonangeli
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di Kai-Fu Lee – Sto per parlarvi di come l’Intelligenza Artificiale (IA) e il genere umano possano coesistere e di come circa 10 anni fa un’enorme scoperta sull’IA fu fatta da 3 scienziati nordamericani. Scoperta nota oggi come “deep learning”. Deep learning è una tecnologia che prende in pasto un’enorme quantità di dati appartenenti a un singolo campo e impara a predire e decidere con accuratezza sovrumana. Per esempio, se mostriamo a una rete di deep learning un enorme numero di foto di cibi, può riconoscerli e dire se è un hot dog, o se non lo è. Da sola. O se mostriamo molte foto, video e dati presi da chi guida in autostrada, può davvero guidare una macchina bene come un essere umano in autostrada. Così il deep learning è diventata la base nell’era dell’IA, fase guidata dall’America. Ma ora ci troviamo nell’era dell’implementazione, dove ciò che importa è l’esecuzione, la qualità del prodotto, la velocità, i dati. Ed ecco dove entra in gioco la Cina. Gli imprenditori cinesi, che finanzio come venture capitalist, sono lavoratori incredibili, con un’etica del lavoro incredibile. E la qualità del prodotto cinese è migliorata in modo consistente nello scorso decennio, grazie a un ambiente ferocemente competitivo. Nella Silicon Valley, gli imprenditori competono da gentiluomini, un po’ come nelle guerre antiche dove ogni schieramento aveva il turno per sparare all’altro. Ma nell’ambiente cinese, è davvero un combattimento tra gladiatori fino alla morte. In un contesto così brutale, gli imprenditori crescono velocemente, imparano come rendere i loro prodotti migliori, alla velocità della luce, e imparano a perfezionare i loro business model fino a renderli perfetti. Il risultato è che grandi prodotti cinesi come WeChat e Weibo sono probabilmente migliori degli equivalenti prodotti americani come Facebook e Twitter. E il mercato cinese abbraccia questo cambiamento, il cambiamento accelerato e lo spostamento del paradigma. Per esempio, se andate in Cina, vedrete che quasi tutto funziona senza contante e carte di credito, perché quello di cui tutti parliamo, pagare col telefono, è diventata una realtà in Cina. Nell’ultimo anno su internet mobile sono state fatte 18.8 trilioni di dollari di transazioni, e tutto questo grazie alla tecnologia molto sicura con cui è realizzata. È persino più grande del PIL cinese. Vi chiederete: come può essere più grande del PIL? Perché include tutte le transazioni: canali dell’ingrosso, del dettaglio, offline, online, andare a un centro commerciale o in un mercato contadino. La tecnologia è usata da 700 milioni di persone per pagarsi tra loro, non solo a negozianti, è peer-to-peer ed è quasi libera da commissioni. Ed è istantanea, ed è usata dappertutto. E infine, il mercato cinese è enorme. Il mercato è ampio, cosa che aiuta gli imprenditori ad avere più utenti, più guadagni, più investimenti, e ancora più importante dà agli imprenditori la possibilità di raccogliere una quantità enorme di dati che diventa il carburante dei motori di IA. Di conseguenza, le aziende cinesi di IA hanno fatto grandi salti in avanti così che oggi, le aziende più ricche di computer vision, riconoscimento vocale, sintesi vocale, strumenti di traduzione e droni sono tutte aziende cinesi. Così, con gli USA a condurre l’era della scoperta e la Cina a condurre quella dell’implementazione, ci troviamo ora in un’epoca straordinaria dove i motori delle due superpotenze stanno lavorando insieme per portare la rivoluzione tecnologica più veloce che noi umani abbiamo mai visto. E questo porterà grande ricchezza, una ricchezza senza precendenti: 16 trilioni di dollari, secondo PwC, in termini di aumento di PIL mondiale entro il 2030. Porterà con sé anche sfide immense in termini di perdite di posti di lavoro. Mentre durante la rivoluzione industriale si sono creati più lavori p
Fernando Antonangeli
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La fine della carne è qui? Se ti preoccupi dei lavoratori poveri, della giustizia razziale e dei cambiamenti climatici, devi smettere di mangiare animali. di Jonathan Safran Foer – C’è panico più primitivo di quello provocato dal pensiero degli scaffali vuoti dei negozi di alimentari? C’è un sollievo più primitivo di quello provocato dal comfort food (cibo di conforto)? La maggior parte di noi ha cucinato di più in questi giorni e ha pensato di più al cibo in generale. La combinazione tra la carenza di carne e la decisione del presidente Trump di ordinare l’apertura dei macelli nonostante le proteste dei lavoratori in pericolo, ha ispirato molti americani a considerare quanto sia essenziale la carne. È più essenziale della vita dei lavoratori poveri che lavorano per produrla? Sembra di sì. 6 delle 10 contee che la stessa Casa Bianca ha identificato come focolai di coronavirus, ospitano gli stessi macelli che il presidente ha ordinato di aprire. A Sioux Falls, S.D., la fabbrica di carne suina di Smithfield, che produce circa il 5% della carne suina del Paese, è uno dei più grandi focolai della nazione. Uno stabilimento di Tyson a Perry, in Iowa, aveva 730 casi di coronavirus – quasi il 60% dei suoi dipendenti. In un altro stabilimento di Tyson, a Waterloo, Iowa, ci sono stati 1.031 casi segnalati tra circa 2.800 lavoratori. Lavoratori malati significa chiusure di impianti, che hanno portato a un arretrato di animali. Alcuni allevatori causano aborti a scrofe gravide. Altri sono costretti a praticare l’eutanasia sui loro animali, spesso con il gas o sparando loro. È già abbastanza grave che il senatore Chuck Grassley, un repubblicano dell’Iowa, abbia chiesto all’amministrazione Trump di fornire risorse per la salute mentale agli allevatori di maiali. Nonostante questa macabra realtà – e gli effetti ampiamente segnalati dell’industria degli allevamenti di maiali sulle terre, le comunità, gli animali e la salute umana molto prima che questa pandemia colpisse – solo circa la metà degli americani afferma che sta cercando di ridurre il consumo di carne. La carne è radicata nella nostra cultura e nella nostra storia personale, dal tacchino del Ringraziamento all’hot dog durante le partite sportive. La carne ha un profumo e un gusto unici e meravigliosi, con soddisfazioni che possono farci sentire quasi come a casa. E cosa, se non il sentirsi a casa, è essenziale? Eppure, un numero crescente di persone percepisce l’inevitabilità del cambiamento imminente. L’agricoltura animale è ora riconosciuta come una delle principali cause del riscaldamento globale. Secondo The Economist, un quarto degli americani di età compresa tra 25 e 34 anni afferma di essere vegetariano o vegano, il che forse è uno dei motivi per cui le vendite di “carni” a base vegetale sono salite alle stelle, con Impossible Food e Beyond Meat disponibili ovunque. Negli ultimi anni la nostra mano ha raggiunto la maniglia della porta, Covid-19 ha aperto la porta a calci. Per lo meno ci ha costretto a guardare. Quando si tratta di un argomento scomodo come la carne, si è tentati di fingere che la scienza inequivocabile sia la nostra difesa, trovare conforto in eccezioni che non potrebbero mai essere ridimensionate e parlare del nostro mondo come se fosse teorico. Non possiamo proteggere il nostro ambiente continuando a mangiare carne regolarmente. Questa non è una prospettiva confutabile, ma una banale verità. Le mucche producono un’enorme quantità di gas serra. Se le mucche fossero un paese, sarebbero il terzo più grande emettitore di gas serra al mondo. Secondo il direttore di ricerca del Project Drawdown – un’organizzazione no-profit dedicata alle soluzioni per affrontare il cambiamento climatico – seguire una dieta a base di vegetali è “il contributo più importante che ogni individuo può dare per invertire il riscaldamento globale”. Gli americani accettano in modo schiacciante la scienza del cambiam
Fernando Antonangeli
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